Turismo e golf separati in casa in Italia, dal Piemonte parte la riscossa

di Sauro Legramandi @Sauro71

L’azienda-golf Italia gioca una Mulligan. L’onore sul tee di partenza di un’ipotetica gara a Cavaglià (Biella) spetta al Piemonte padrone di casa, con i compagni di team Liguria e Val d’Aosta pronti a fare lo stesso. La Mulligan ha un logo ben visibile: sulla pallina c’è scritto Turismo. Per riconoscerla qualcuno, a mano, ci ha aggiunto la parola Golf. Turismo e golf sono due facce della stessa Mulligan in tutto il mondo ma non ancora in Italia.

CAVAGLIA' - Da sinistra Montali, Bonatti, Treves, Francia. turismo e golf

CAVAGLIA’ – Da sinistra Montali, Bonatti, Treves De Bonfili, Francia.

Del perché e di come recuperare il terreno perduto se n’è discusso giovedì al Golf Club biellese presieduto da Paolo Schellino in un incontro a più voci promosso da Marco Francia (presidente di Federgolf Piemonte) e dai delegati di Liguria e Val d’Aosta, Federico Solimena e Andrea Bonatti. A rappresentare Federgolf i consiglieri Alberto Treves De Bonfili e Stefano Mazzi

Mettiamo subito le cose in chiaro: a Cavaglià non c’è stata nessuna messa cantata o auto-celebrazione. Anzi, sono stati più i dobbiamo ancora fare che gli abbiamo già fatto. Inutile nasconderlo: turismo e golf nel nostro Paese invece di flirtare vivono da separati in casa. Le ragioni sono tante: interessi di circolo, mancanza di golf management e infrastrutture ancora da potenziare. La macroregione che va da Rapallo al Monte Bianco passando per il verde sabaudo ci mette la faccia e prova ad andare oltre. Si punta al turismo d’eccellenza, quello internazionale capace di fermarsi in media 4,6 giorni in una città come Roma per giocare a golf mentre un turista qualsiasi vi soggiorna solo 2,1 giorni.

Per aprirsi al mondo il Piemonte si candida all’organizzazione dell’International Golf Travel Market 2021 (la fiera per tour operator di turismo golfistico più importante sulla faccia della terra) e dei Campionati mondiali universitari di golf a Torino 2021. “Sarebbero due eccellenze per il nostro movimento – spiega Francia – e stiamo lavorando affinché possano diventare realtà”.

Turismo e golf: i numeri

Il compito di esporre dati e percentuali del rapporto tra golf e turismo tocca a Maria Elena Rossi, direttore marketing e promozione ENIT, ossia dell’Agenzia nazionale italiana del turismo. “L’Italia è al decimo posto tra le golf destination al mondo – ha spiegato –, il settore dei tour operator è in crescita per il settimo anno consecutivo eppure da noi manca ancora la filiera del golf. Mancano infrastrutture e dintorni“. Il Paese golfisticamente più desiderato al mondo oggi è la Spagna, seguito da Portogallo e Irlanda. Quindi Scozia, Turchia, Usa, Thailandia, Francia e Marocco.

“Se togliessimo Maiorca, la Spagna avrebbe il nostro stesso appeal. Se levassimo Maiorca e le Canarie l’appeal italiano sarebbe del 30% superiore a quello spagnolo – dichiara Rossi – Noi dobbiamo puntare su un turismo golfistico di qualità, sostenibile, che non intacchi l’ambiente. ENIT è in prima fila a promuovere il golf italiano: quest’anno andremo a Monaco, Crans Montana, Amburgo, Virginia Waters dove si giocano Open e le più grandi gare sul Tour. Saremo a Marrakech per l’IGTM 2019. Diamo spazio e visibilità a tutto il settore, mettendo in contatto domanda e offerta”.

Montali: “Ryder Cup, un progetto lungo 12 anni”

La Ryder Cup 2022 come moltiplicatore aggiunto del turismo golfistico è il punto di partenza dell’analisi di Gian Paolo Montali. “La Ryder in Italia è un progetto lungo 12 anni la cui legacy rimarrà ai circoli italiani. Dal 2027 saranno loro a beneficiare maggiormente di un evento che a Parigi 2018 ha portato 271mila spettatori a Le Golf National e il golf in 800 milioni di case grazie ai 192 Paesi collegati in diretta. Ora tutti attendono già la Ryder nella città più bella del mondo, Roma. E tutti vorrebbero un giorno venire a provare il campo dove hanno giocato i più forti golfisti del ranking. Nessun altro sport offre un’attrattiva simile. Noi dobbiamo farci trovare pronti”. Farsi trovare pronti significa portare il golf nelle scuole, avvicinare ancora più donne, valorizzare il territorio (cultura, bellezze naturali, enogastronomia…) e formare una classe di manager di golf. Da un punto di vista numerico, l’impegno della Federazione è arrivare a 118mila tesserati nel 2027, a fronte dei 91.118 odierni.

Turismo e golf e l’International Golf Travel Market

Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rispondono presente alla chiamata per puntare su turismo e golf. Lo fanno attraverso la candidatura della macroregione alla International Golf Travel Market 2021, la fiera internazionale del turismo golfistico. Farla in Piemonte l’anno prima della Ryder Cup a Roma sarebbe un gran bel colpo per il settore. Un’operazione che costa quasi un milione di euro ma dal ritorno economico garantito. A Cernobbio si ricordano ancora dell’edizione 2014, l’unica sinora tenutasi in Italia. “A Villa Erba di Como – dice Gian Paolo Fumagalli che lavorò proprio a quell’evento – c’erano 500 espositori, 400 buyer internazionali in rappresentanza di 65 Paesi. L’anno dopo gli alberghi della zona fecero registrare un +30% di presenze di turisti e poco inferiore fu il numero di incremento green fees”. La candidatura muove i primi passi: in agenda incontri con Confindustria Piemonte, Federalberghi e istituzioni locali. I tempi stringono: la documentazione deve essere esposta ad ottobre a Marrakech.

Il caso Golf Region Lake Garda

Golf Region Lake Garda (Foto Facebook) turismo e golf

Golf Region Lake Garda (Foto Facebook)

Chi è senza dubbio un passo avanti sono i nove campi associati sotto l’egida della Golf Region Lake Garda, associazione guidata da Pietro Apicella (Chervò Golf San Vigilio).

“Il nostro cliente è il golfista del mondo, quello che apprezza il pacchetto sette notti e sette golf. Dobbiamo capire cosa lui cerca ed essere in grado di offrirlo, dall’enogastronomia alla cultura locale. Sul lago di Garda vendiamo il comprensorio, non il singolo campo. Abbiamo investito sulla formazione del personale, abbiamo aiutato i circoli e gli alberghi a lavorare insieme, a offrire pacchetti completi. E abbiamo fatto capire ai soci che devono essere felici se arrivano i turisti“. E’ quindi necessario essere imprenditori nel settore turistico e non solo gestori di un circolo di golf. E’ fondamentale investire e farsi conoscere alle fiere di settore ma anche su Internet e sui social.

Se Golf Region Lake Garda è ormai da considerarsi un caso di successo, altre realtà simili si stanno muovendo. Dalla neonata Piemonte Golf Destination (Roveri, Biella, Cavaglià e La Mandria) alla Lago Maggiore Golf Destination (Bogogno, Robinie, Varese, Des Iles Borromees e Castel Conturbia) rappresentata da Gigi Orecchioni (Bogogno). “La precedente gestione – dice – era focalizzata sull’aspetto immobiliare del campo, oggi siamo orientati sull’aspetto commerciale. Sfruttiamo le nostre cinquanta camere e la spa per attrarre turisti da ogni dove. Ci stiamo riuscendo e non escludiamo di allargarci ancora”.

La stoccata: “Ma voi siete pronti a vendere golf?

Alessandro Dinon

Alessandro Dinon

Se sono rose fioriranno ma intanto per l’azienda golf Italia ci sono tante spine. “Siete sicuri che l’Italia sia pronta per il turismo golfistico d’eccellenza? Siete sicuri di essere pronti a vendere golf?”: sono gli interrogativi lanciati alla platea di addetti ai lavori da parte di Alessandro Dinon, numero uno di Viaggi di Seve e GolfAroundItaly.

A domanda diretta in pochi tra gli addetti ai lavori presenti in sala riescono a rispondere. E allora Dinon riparte: “Vi siete mai chiesti perché ogni albergo italiano ha un servizio bike e nessuno ha un servizio golf?. I circoli devono superare il concetto di soci e guardare al turista. Serve personale preparato, gente che sappia parlare le lingue straniere, che conosca il tipo di golf che cerca il turista cinese piuttosto che l’americano”. Dinon (autore di questo post su Golfando) parla a braccio: “ In Italia ci sono campi bellissimi e poi siti internet di circoli con foto bruttissime, per non parlare dei social. Oggi tutto il mondo si muove su uno smartphone tranne il golf italiano. Per prenotare un biglietto ferroviario non vado più in agenzia viaggi ma su un’app in qualsiasi ora del giorno e della notte. Per prenotare dopo le ore 21 un tee time in molti campi da golf italiani siamo rimasti alla email. Ossia devo scrivere un messaggio al circolo, aspettare che in segreteria arrivi qualcuno alle 9,30 del giorno successivo, che quel qualcuno controlli il foglio di orari, di tee time dei soci e della carotatura del campo e che poi mi risponda. A chi non passerebbe la voglia di giocare in Italia?”.

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