E’ l’ultimo in ordine di tempo ad essere arrivato sul gradino più alto in un torneo da professionista. Eppure Guido Migliozzi dà l’impressione di aver chiarissimi in testa i suoi obiettivi. “Voglio arrivare sull’European Tour. Voglio competere insieme a Renato Paratore, da due anni sul Tour. Tra gli obiettivi futuri, il top è quello accedere al PGA Tour entro i 25 anni”. Il ventenne vicentino, dopo aver vinto l’Abruzzo Open, racconta di aver vissuto i primi nove mesi da pro un po’ troppo seriamente. “Ora ho compreso il problema, mi alleno con intensità, ma cerco sempre e comunque di trovare divertimento. I miei modelli? Matteo Manassero, Dustin Johnson e Rickie Fowler“.
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L’opinione: “Il golf? Non è da ricchi ma rende ricchi”
Nicola Porro ha scritto un’analisi obiettiva sul golf in Italia. Lo ha fatto sulla prima pagina de Il Giornale prendendo spunto da una fotografia d’epoca dell’archivio del Touring Club Italiano. Lo ripropongo integralmente per stimolare il dibattito, soprattutto per quanto scritto nel paragrafo finale.
“Un tempo il golf era così. Famoso non tanto per il bianco e nero ritratto da un bellissimo scatto. Quanto per la sua eleganza. Gli uomini con i pantaloni lunghi e le doppie pence. Le donne con le gonne sotto il ginocchio, i foulard e la camicetta, meglio se bianca. Per anni all’Acquasanta, il circolo più antico d’ Italia, Franco Bevione giocava, e lo faceva divinamente, con le sue camicie celesti di popeline, arrotolate sul braccio e le cifre ricamate. Con una spalla più in basso dell’ altra, segno distintivo di chi ha passato la vita sui campi da golf.
L’opinione: “Golf sport per ricchi? Io disoccupato 60enne ci gioco”
Una email giunta in redazione mette nero su bianco una serie di concetti per nulla banali. La firma un lettore, Guido Pezza, iscritto ai Ronchi e residente a Mondovì. Dal “golf sport per ricchi” al golf visibile in Italia solo su canali tv a pagamento, passando per le strutture e la Ryder Cup in Italia: sono molteplici i punti affrontati. Il dibattito è aperto.
“Buongiorno a tutti voi,
leggendo articoli vari su quotidiani, di sport e non, inerenti alla Ryder Cup 2022 a Roma, mi vien da scrivere che spero che ciò che si è scritto si verifichi.
Renato Paratore: “Lavoro sulla mia testa da 6 mesi. Ora sogno l’Open Championship” (e vede Mattarella)
Rientro in Italia da trionfatore per Renato Paratore: dopo aver vinto il Nordea Masters, il ventenne romano incontrerà il presidente della Repubblica il prossimo 12 giugno al CONI nel giorno in cui Mattarella renderà omaggio al mondo dello sport italiano. A fare gli onori di casa Giovanni Malagò, fra i primi a inviargli un tweet per il successo in Svezia.
Renato Paratore: “Devo pensare a un colpo per volta. La Ryder Cup? Servono campi pubblici
Scrivi Renato Paratore e pensi al golf di domani. Eppure il 20enne romano è al terzo anno sullo European Tour dove cresce di gara in gara. Prima o poi giocherà quella perfetta, quella che gli farà svoltare la vita agonistica. La volta buona avrebbe potuto essere lo scorso weekend in Sicilia ma così non è stato. Poco male, il tempo gioca a suo favore. Ma cosa sappiamo del Renato Paratore giocatore e del Renato Paratore lontano dal green? Quest’intervista realizzata da Federgolf ci aiuta a conoscerlo meglio. E, credetemi, ad apprezzarlo ancora di più.
Sul campo appari come un giocatore tranquillo. E’ la realtà o riesci a mascherare l’attimo difficile?
“E’ la mia indole. Non perdo quasi mai la testa per un errore, mantengo la calma e cerco di salvaguardare la concentrazione. Però debbo confessarlo: domenica al Verdura dopo lo sbaglio alla buca 11 proprio non ce l’ho fatta a rimanere impassibile”.
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L’opinione: “In Italia manca la cultura del golf: i circoli sanno che esiste Facebook?”
Inutile nascondersi: nel nostro Paese non c’è cultura del golf. Per molti questo sport non è ancora decollato “per colpa della Federazione e degli altri in genere”. Mai una volta che il dito sia puntato su golfisti e/o circoli. Per decollare serve conoscere. E quindi comunicare. Manca una comunicazione che parta dal basso, dai circoli. Marco Bardella, consulente in marketing digitale e “social media marketing”, applica il suo sapere al mondo del golf. Armato ‘addirittura’ di calcolatrice, dimostra in questo post quanto sia ancora piccolo il mondo del golf italiano. A partire da come sfruttare il pacchetto da 99 euro. (s.l.)
“Lo sentiamo spesso dire, soprattutto adesso che la Ryder Cup è diventata realtà: ‘Dobbiamo rendere questo sport più popolare e farlo conoscere alla massa’.
Poi tra il dire e il fare…spesso il vuoto. “E’ la Federazione che deve investire”, dicono alcuni. Io dico invece che la comunicazione deve nascere dal basso, ovvero dai circoli. Loro dovrebbero essere i primi interessati ad avere un numero di giocatori più importante, invece di contendersi i pochi che ci sono.
Andrea Romano e Caterina Don, l’intervista doppia – Oggi campioni italiani ragazzi, domani golf e studio negli Usa?
Andrea Romano e Caterina Don. Il futuro del golf italiano potrebbe chiamarsi così. Lui da Castelgandolfo, lei da La Margherita (Torino) hanno vinto i Campionati Nazionali Ragazzi e Ragazze giocatisi a Padova. Andrea e Caterina hanno avuto la meglio su Pietro Bovari (Ambrosiano) e Benedetta Moresco (Padova).
Oggi minorenni, Andrea Romano e Caterina Don saranno nel pieno della loro carriera sportiva nel 2022 quando la Ryder Cup si terrà a Roma. Cerchiamo di conoscerli meglio con un’intervista doppia.
Roberta Liti: prima la doppia laurea negli Usa e poi c’è il golf
Roberta Liti, per ora, è l’ultimo squillo del golf giovanile azzurro in giro per il mondo. La 22enne toscana ha vinto il Ping/Asu Invitational, gara di college Usa disputata in Arizona. La Liti, originaria di Poggibonsi e portacolori del circolo La Bagnaia, da tre anni ha lasciato l’Italia per frequentare con una borsa di studio l’Arizona State University.
Federgolf ha realizzato un’intervista che aiuta a conoscere meglio Roberta. Ve la riproponiamo integralmente.
Edoardo Molinari dopo la vittoria: “Non ho mai pensato di smettere, però…”
La ventiduesima vittoria italiana sullo European Tour porta la firma di Edoardo Molinari. Dodo, nel giorno di Pasqua, ha vinto a Rabat il Trophée Hassan II. Lo ha fatto a distanza di sei anni e 232 giorni dall’ultima affermazione, allo Johnnie Walker Championship (Gleneagles, agosto 2010). Ora, smaltita l’euforia, l’azzurro si racconta in un’intervista a Federgolf. Parecchi gli spunti interessanti: dalla fiducia ritrovata da qualche settimana ai timori dopo i lunghi infortuni, dalle qualifyng school (le gare di spareggio per continuare a giocare sullo European Tour) alla Ryder Cup 2022.
L’opinione: “Salviamo la Ryder Cup, leggenda che l’Italia continua ad offendere”
Donato Di Ponziano, nome storico del golf italiano, ha affidato a Facebook un suo sfogo sul caos Ryder Cup. Ringranziandolo per la disponibilità, riproponiamo integralmente il post in attesa di reazioni..
“Ci risiamo, non se ne può più, stessa solfa che ormai si ripete per la terza volta: tutti pronti di nuovo a sparare sulla garanzia che serve all’Italia per ospitare la Ryder Cup e usufruire di uno strumento unico per lo sviluppo del turismo.