Renato Paratore: la vittoria di Molinari mi ha fatto cambiare marcia

Il secondo posto di Renato Paratore ad Amburgo non ha radici lontane. Arriva direttamente da Carnoustie dove domenica 26 luglio Francesco Molinari ha vinto l’Open Championship. E Renato parte proprio da lì per raccontare il suo Porsche European Open.

Renato Paratore.

Renato Paratore.

“Francesco è entrato nella storia e la sua impresa è di grande impatto per la crescita del golf in Italia – dice il 21enne di Roma in un’intervista diffusa da Federgolf. – Come giocatore ha ricevuto immediatamente una forte spinta morale. Mi ha fatto subito analizzare con altro occhio il lavoro che stavo facendo. Delle mie riflessioni ne ho parlato con i miei allenatori. Così abbiamo apportato qualche correzione già prima di arrivare in Germania”.

Più rabbia o soddisfazione per il secondo posto di Amburgo?
“Se prima del Porsche European Open, mi avessero parlato di un secondo posto lo avrei sicuramente accettato. Però dopo quel finale in cui per due volte la pallina ha ballato sul bordo della buca negandomi due birdie che potevano significare il successo, il rammarico è stato naturale”.

La seconda vittoria nell’European Tour, dopo il Nordea Masters, è sfumata solo per l’imprevedibilità del golf che, a volte, premia anche chi sbaglia di più, nel caso l’inglese Richard McEvoy.

Come è cambiato il tuo gioco ?
“All’inizio di stagione stavo esprimendomi veramente male così ho deciso di cambiare coach, affidandomi ad Alberto Binaghi e a Peter Cowen. Mi sono rimesso sulle mie linee guida di sempre. Nei primi mesi ho dovuto anche memorizzare ed abituarmi ad alcune modifiche importanti. C’è voluto tempo e pazienza. Ora le cose stanno andando decisamente meglio”.

 

 

Finito il periodo dei risultati altalenanti?
“Difficile dirlo, il golf non è una scienza esatta. L’analisi del momento dice che ho fatto dei grandi progressi, che sta migliorando il gioco corto e che il lavoro sta dando i frutti attesi. In sostanza la strada e giusta”.

E’ quella che porta alla Ryder Cup 2022 di Roma?
“Lo spero. Però il 2022 è ancora lontano e occorre pensare al presente”.

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