“Ad Augusta i cinque giorni più belli della mia vita”: parola di Ascanio Pacelli

Lo stato di emergenza è finito anche per il Golf. Quello con la g maiuscola si gioca ogni anno ad aprile sempre all’Augusta National (Georgia) e a luglio su un percorso a rotazione per il British Open. Ascanio Pacelli è in partenza per la Georgia dove vivrà ancora una volta “i cinque giorni più belli della sua vita”. Il perché lo spiega in questa intervista che, spero, possa far innamorare tutti del Masters.

di Sauro Legramandi

Ascanio Pacelli al Masters, dove eravamo rimasti?
“Eravamo al 2020. Ero pronto per partire ma è venuto giù il mondo per il coronavirus. Poi ci sono stati due Masters, uno a novembre e uno con pochissimo pubblico. Adesso è una ripartenza per tutti: tampone fatto, valigia preparata e biglietto aereo per gli Stati Uniti pronto”.

Una ripartenza con o senza Tiger Woods?
“E’ una gran bella incognita. Non si è ancora capito se sarà sul tee della buca 1. Detto tra noi: uno come lui può essere da giorni a Magnolia Lane ad allenarsi per poi non giocare? Mi pare molto strano, magari è una manovra pubblicitaria… Tieni presente che per me Augusta fa rima con Tiger Woods: entrambi sono due mostri sacri”.

Tiger Woods Augusta
AUGUSTA, Tiger Woods sul tee della buca 3 durante il giro di prova 2022 (foto Andrew Redington/Getty Images/AFP

Quest’anno si torna al classico major da mille e una notte…
“Quelli che sto per vivere sono i cinque giorni più belli della mia vita, famiglia a parte. Appartengo alla generazione di chi vedeva Mario Camicia raccontare il Masters a mezzanotte su Canale 5 con in sottofondo un fischio continuo, uguale a quello che arriva durante la Coppa Intercontinentale. E’ un sogno. Un sogno che auguro a chiunque di poter vivere una volta”.

Non è il primo Augusta, eppure ne parli con tantissimo entusiasmo.
“Vero. Ci sono stato nel 2015 da spettatore, poi nel 2017, ’18 e ’19 per la rivista Golf & Turismo. Da bordo green e dal media center vivi situazioni diverse ma con un coinvolgimento emotivo senza pari in entrambe le situazioni. Io sono nato e cresciuto nel mondo del golf. Da professionista sognavo di giocare una volta il Masters ma quando sei lì capisci di non dover guardare indietro ma solo avanti.”

AUGUSTA, Francesco Molinari in campo pratica a Magnolia Lane (foto di Andrew Redington/Getty Images/AFP)

Come spiegheresti il fascino di Magnolia Lane a chi non segue il golf?
“Gli direi che questa non è una gara come le altre. Lo capisci da tantissime cose. Prendi ad esempio i giocatori: se leggi le interviste di chi non ci sarà percepisci tutta la loro sofferenza. Quest’anno mancheranno Ian Poulter, Rickie Fowler, Phil Mickelson e Jason Day: staranno certamente male, ne sono certo. Ad Augusta si entra per diritto acquisito ma si viene formalmente invitati. E tutti vogliono esserci, sempre. Il percorso poi mette i brividi: per il 2022 lo hanno anche modificato”.

E’ vero che Masters e l’Augusta National (il circolo dove si gioca) sono lo specchio dell’America?
“Sì. Fuori dall’Augusta National c’è poco: la città – detto da un romano come me – non è niente di che. Oltre a Magnolia Lane c’è ben poco ma quando ti avvicini al circolo entri in un mondo a parte. All’esterno trovi gente in camper che rivende merchandising in nero. Tieni presente che se vuoi qualsiasi cosa venduta ad Augusta devi andare ad Augusta o su eBay. Nessun altro vende materiale del National se non il National. Ho visto americani bersi una trentina di birre al giorno per aver altrettanti bicchieri loggati da rivendere. Ci sono persone che entrano in qualche modo prima della gara per fare la spola tra negozi e bagagliaio dell’auto. Si rivendono anche le buste della spesa!”

AUGUSTA, I “patrons” in coda al golf shop durante il giro di pratica del Masters all’Augusta National (foto di Gregory Shamus/Getty Images/AFP


C’è anche John Daly vero?
“Trovi il camper con John Daly seduto davanti. Ti avvicini per chiedere una foto e spunta la moglie che ti invita a comprare un souvenir prima dello scatto. E poi decine di bagarini pronti a comprarti un biglietto a mille dollari per l’ultimo giorno (prezzo ufficiale 120 dollari) tanto lo rivendono almeno al doppio…”

Meglio Augusta o la Ryder Cup?
“Tutta la vita Augusta, è la storia del golf. E’ il golf romantico. Dal 1934 oggi ogni primo weekend di aprile gli Stati Uniti vivono ad Augusta. E’ l’unico major giocato sempre e solo sullo stesso campo. Sulla stessa buca hanno girato Bobby Jones, Jack Nicklaus, Severiano Ballesteros, Costantino Rocca, i Molinari Brothers, Manassero ed ovviamente Tiger Woods. Ognuno lo ha fatto a modo suo, col proprio stile e con i bastoni dell’epoca.

E poi ci sono le regole ferree. La più semplice: non sono ammessi i cellulari. Niente smartphone per patrons, spettatori o giornalisti. E’ un segno di rispetto per i giocatori e per tutelare chi ha investito molto per i diritti d’immagine. In questi cinque giorni mi disintossico dal cellulare. Pensa che allo US Open avevamo addirittura la wifi in tribuna! Il concetto è come per il merchandising: per vivere e godere di Augusta bisogna essere ad  Augusta”.

Sembri in partenza per il paese dei balocchi, non per una gara di golf…
“Ed è davvero così. Augusta è un’esperienza da vivere. Devi godertela ogni minuto di ogni singolo giorno. Là puoi chiedere autografi ai professionisti, puoi calpestare l’erba di una campo impressionante.

Ascanio Pacelli Augusta
Ascanio Pacelli

Puoi pensare di essere in un posto dove milioni di persone vorrebbero essere ma non vi saranno mai. Sono quatto giorni continui, tutti così. Non è paragonabile a nessun altro evento, nemmeno a una finale di Champions League. Ho passato ore gomito a gomito con una donna anziana che mi raccontava di come aveva passato il biglietto d’ingresso ad ognuno dei suoi quattro mariti. Ho visto gente piangere dopo aver perso il badge. Ho incrociato spettatori infighettati e altri in giro con un look da rapper. Perché? Perché i biglietti assegnati tramite estrazione vanno davvero a chiunque. Augusta è democratico. Per cinque giorni è il place-to-be in America”.

Quest’anno il percorso avrà delle novità…
“Ci sono due partenze nuove, la buca 11 e la buca 15. Se ci penso mi domando come abbiano fatto a ricavare spazio per allungare la 15. Eppure gli americani ce l’hanno fatta. Hanno speso milioni di dollari per acquistare un anonimo campo confinante con Magnolia Lane e l’hanno trasformato in Augusta. L’America è questa: tutti i ricavi del Masters devono restare dentro Magnolia Lane. Così c’è l’intenzione di costruirvi un resort riservato ai giocatori. Con i soldi già incassati è stato fatto un mediacenter nuovo e allargati i parcheggi. Adesso è toccato al campo. Auguro davvero a tutti di poterlo vedere dal vivo una volta”.

Guido Migliozzi Augusta
AUGUSTA Guido Migliozzi, uno dei due italiani in gara (l’altro è Francesco Molinari) mentre firma autografi (foto di Andrew Redington/Getty Images/AFP.


E tu racconterai ancora una volta tutto questo…
“Da quando vado per la rivista Golf & Turismo mi sforzo di descrivere il lato segreto del Masters. La gara no, quella è impossibile da raccontare: c’è la diretta tv e c’è l’app. Ma c’è un’umanità che sta intorno alla competizione tutta da far conoscere. Magnolia Lane deve essere vissuto e raccontato, non fotografato. Anche per questo ogni giorno alle 19 avrò una diretta Instagram sul mio canale e su quello del giornale. Ho cinque ospiti famosi: sono il mitico Costantino Rocca, Paolo Di Canio, Pierluigi Pardo, Silvio Grappasonni e Christian Panucci. Con loro cercheremo di portare il lato segreto di Magnolia Lane in Italia”

Chi vincerà?
“Da anni sogno una vittoria di Justin Rose ma non posso fare un pronostico. Tu l’avresti detto l’anno scorso della vittoria di Matsuyama? O prima ancora di Danny Willett? Giovedì avere Tiger Woods in partenza sarebbe un evento straordinario. Uno come lui se gioca lo fa per vincere. Ne sa qualcosa Chicco che si è trovato a fare l’ultimo giro con lui tre anni fa. Quel giorno non era in campo contro Tiger ma contro Tiger e quarantamila americani. Il pubblico è marcatamente di parte e se c’è di mezzo un americano non c’è nulla da fare. Molinari quella domenica è stato risucchiato dal vortice Tiger Woods. E tieni presente che è fisicamente impossibile seguirlo a bordo campo. Per lui c’è sempre e solo la folla”.


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