“Al Golf Albenza meno gare ma più spazi per turisti | Al circolo siamo una squadra, sempre…”

di Francesca Galeano
Tutte le volte che sono entrata nella clubhouse del Golf Albenza ho percepito qualcosa di particolare. Un’atmosfera unica, quella legata alla storia del circolo di Almenno San Bartolomeo (Bergamo). Un’atmosfera che avverti anche se non ne conosci la storia. E’ stata la stessa sensazione riscontrata ascoltando i racconti del direttore Achille Ripamonti e del segretario Paolo Besagno, capaci di trasmettere l’amore e la passione per questo luogo e questo sport.

Come sta andando all’Albenza quest’anno?
Achille Ripamonti: “Il Covid ha certamente complicato le cose ma per fortuna il nostro circolo vive ancora per il 70% grazie alle quote associative. Questo ci ha permesso comunque di sostenere le spese. I nostri soci non si sono mai lamentati neanche l’anno scorso quando sono stati fermi per diversi mesi. Hanno capito che la manutenzione e le spese da sostenere ci sono state comunque. Un campo da golf non si può chiudere. Abbiamo cercato di contenere le spese senza tralasciare i lavori di manutenzione e siamo riusciti a chiudere l’anno senza chiedere niente di più.

LO SAPEVI ? Il Golf Albenza  è stato inaugurato nel 1961. La club house era allora poco più di 300 metri quadri, oggi vanta oltre 3000 m di servizi. Tutta l’implementazione è stata realizzata in sessant’anni e senza chiedere ai soci alcun contributo extra.

 

Devo quindi ringraziare i soci e i fantastici venti membri del team dell’Albenza. Loro non si sono risparmiati quando c’è stato bisogno di dare di più, soprattutto in un momento dove bisognava fare attenzione e offrire un servizio ancora più attento.
Un grazie anche al gestore del ristorante che ha permesso di dare continuità nel servizio anche quando, a causa delle limitazioni, significava a volte lavorare in perdita. Siamo stati consapevoli di questo e siamo intervenuti di conseguenza. Il ristorante per noi fa parte della squadra ed è stato necessario restare uniti e dare supporto perché siamo L’Albenza e siamo una squadra e lo siamo nel bene e nel male”.

MANUTENZIONE – Tutti i 110 ettari del campo sono completamente raggiunti dalla manutenzione e, dove non si arriva con le macchine e il sistema d’irrigazione, si arriva manualmente. Ci lavorano nove persone che si dedicano al campo senza risparmiarsi.

 

 

Golf Albenza e Costantino Rocca…

L’ho intravisto in clubhouse e non posso fare a meno di chiederle del legame con Costantino Rocca…
Achille Ripamonti: “Costantino veniva a giocare di nascosto la sera. Gli ho detto che se avesse voluto giocare da noi avrebbe dovuto fare il caddie. Quindi ha fatto il caddie qualche volta ma non nei week end perché preferiva giocare a pallone. Poi ha preso il posto da caddie master: così è iniziata la sua carriera e, fino a quando non è diventato famoso, gli ho pure fatto da manager.

A dire la verità lui non pensava a diventare un campione, voleva fare il maestro. Poi è arrivata la chiamata dalla federazione che ha cambiato la sua vita”.

A proposito di Costantino mi racconta dell’Open d’Italia del 1996?
Achille Ripamonti: “Nel 1996 Costantino Rocca era all’apice della carriera. Sono andato dal signor Magnetti per dirgli che era necessario fare un Open d’Italia, che Rocca se lo meritava. Lo consideravamo uno di noi, lui è nato qui e volevamo in qualche modo festeggiarlo. Il campo era ormai conosciuto quindi ho chiamato la federazione e mi sono messo a disposizione. È nato così l’Open dell’Albenza del 1996”.

Paolo Besagno: “Quell’Open d’Italia è stato indimenticabile perché i paesi limitrofi hanno voluto festeggiare l’amico e il campione. C’erano striscioni ovunque, erano tutti orgogliosi di quell’uomo semplice che da un piccolo paese era diventato un campione internazionale. Ci siamo ritrovati con dieci/dodicimila persone, è stato incredibile, erano tutti qui per lui”.

 

“Ospiti e turisti come fossero soci”

Ho dato un’occhiata al calendario: tante belle gare nei weekend ma per turisti ed esterni che di gare non ne vogliono sapere?

Paolo Besagno: “Stiamo lavorando ad una riduzione del numero delle gare per lasciare più spazio agli ospiti soprattutto stranieri. Abbiamo capito in questi anni che il turista guarda il calendario e viene a giocare quando non c’è la gara. Il motivo è semplice: perché spesso quando c’è una gara qui o altrove gli si lasciano pochi spazi in partenza. Magari troppo presto la mattina o tardi la sera. Se vogliamo lavorare con i turisti questo non dovrebbe accadere. Da noi turisti e ospiti sono i benvenuti e una volta varcato l’ingresso siamo pronti ad accoglierli come se fossero soci. Siamo pronti e promettiamo di mettere a loro disposizione i nostri 60 anni di esperienza”.

 
CADDIE – L’Albenza vanta ancora all’attivo venti caddie ed in passato era arrivato ad averne fino a sessanta. Il rapporto che si instaura tra caddie e socio diventa un legame profondo, un modo diverso di vivere questo sport.

 

Achille Ripamonti. “Bisogna dare il massimo del servizio trovando il giusto equilibrio tra soci e ospiti. Ad ospiti e soci bisogna innanzitutto dare un campo in perfette condizioni e aggiungere un ottimo servizio dall’accoglienza alla ristorazione. Nessuno si deve sentire escluso: il Golf Albenza deve essere per tutti allo stesso modo.

Le dirò una cosa: ho fatto il consulente per più di cinquanta golf italiani. Mi occupavo del campo ma vivevo tutte le dinamiche che si creavano. Per la mia conoscenza del settore non ho paura a sostenere che si può guadagnare anche mettendo meno gare in calendario ma in cambio, ripeto, bisogna offrire campi perfetti e servizi. Così facendo le posso garantire che si guadagnerà adeguatamente con i green fee. Il nostro impegno è quello di trattare gli esterni come trattiamo i nostri soci. Il Golf Albenza è pronto e felice di accogliere tutti”.

 

LA QUOTA  – Tra i circoli di pari livello è quello la cui quota associativa è considerata tra le medio/basse. Se avete intenzione di provare è possibile farlo per un anno intero (ma solo per il primo anno) pagando la sola quota associativa senza acquistare le azioni della società immobiliare. 

Capitolo donne e giovani

Paolo, mi racconti delle iniziative che avete in programma per  donne e giovani…
Paolo Besagno: “Una volta qui si iscrivevano le famiglie, negli ultimi anni meno ma non solo in questo circolo. Purtroppo è un dato nazionale ed è un peccato perché forse è lo sport più adatto per le famiglie. In Italia le donne sono solo il 22% di chi gioca. Stiamo coinvolgendo le mamme con i figli e siamo uno dei punti rosa della Federazione ma non basta. Abbiamo bisogno di fare giocare le donne, ne vale del benessere di questo sport.

La clubouse del Golf Albenza

La clubhouse del Golf Albenza

Per quanto riguarda i giovani abbiamo oltre cento under 21 e il circolo crede tantissimo nei bambini. Lavoriamo affinché le famiglie possano trascorrere qui tempo di qualità.

Il mio sogno e quello di buttare giù i muri, facciamo corsi di golf a costi bassissimi per avvicinare tutti e dare la possibilità a tutti di provare. Stiamo cercando di educare le persone al golf, abbiamo messo i bastoni in mano a tanti bambini al di là del loro ceto sociale. Stessa cosa stiamo facendo per le donne grazie anche alla collaborazione dei maestri. Cerchiamo di trasmettere una cultura sportiva, investendo. Sacrifichiamo il guadagno ma diamo il nostro contributo per farli diventare persone migliori passando dall’esperienza di questo sport.

È questo il progetto che portiamo avanti con i ragazzi e le donne della zona. Non è importante se un domani giocheranno o saranno nostri soci: il nostro obbiettivo è  educarli a questo meraviglioso sport”.

Signor Ripamonti, mi permette di chiederle da giocatrice che ama molto questo campo: un consiglio su come giocarlo? Qual è la buca più difficile e come bisogna affrontarla?
Achille Ripamonti: “Per me la buca più difficile è la 8 (e se lo dici lui che è pure stato 3 di handicap e preparava il campo a Costantino…). È un par 4 corto ma va giocato con rispetto Le dico solo che durante l’Open d’Italia del 1996 Romero era in testa di tre colpi (la 8 per lui era la 17) e lì ha tirato in bandiera ed è finito due volte in acqua. Così ha chiuso la buca segnando 8 sullo score. Il mio consiglio è quindi giocate per il par”.

Golfista avvisato …

Achille Ripamonti nel novembre del 1959 era solo un ragazzino e non aveva idea di cosa fosse il golf. Gli piaceva però pescare e, mentre era in attesa che qualcuno abboccasse, la sua attenzione fu catturata da alcune persone in un prato poco lontano. Di questo gruppo faceva parte il cavaliere Cesare Magnetti (uno dei fondatori dell’Albenza) che gli disse che, se avesse voluto, avrebbe potuto restare ad osservare purché desse una mano a raccogliere le palline. Achille accettò ma non sapeva ancora che da lì a poco sarebbe nato il progetto del campo da golf. Non sapeva neanche che da quel giorno non si sarebbe più allontanato, prestandosi a compiere qualunque lavoro fosse necessario – dal manutentore al green keeper –  fino a quando nel 1971 lo stesso Magnetti gli chiese di fare il segretario. Lui  accettò con orgoglio a patto gli fosse data la possibilità di regolarizzare contrattualmente tutti i lavoratori, per i tempi una intenzione piuttosto rara. Achille ancora oggi è la prima persona che arriva al circolo e tra le ultime ad andare via. Ripamonti ha creato una squadra di venti persone molto unita. Ad ognuno il proprio ruolo ad ognuno la stessa importanza: questo, giura,  è l’unico segreto del successo dell’Albenza.


Piaciuta questa intervista ? Per saperne di più su campi come questo e per viaggi di golf in giro per il mondo (e in sicurezza) potete visitare il sito GolfTourExperience di Francesca Galeano o contattarla scrivendo qua oppure al numero 393.9591606. La trovate anche nella sua pagina Facebook.


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