Il golf nella testa / 4 – Il segreto del putt autentico

Agonisticamente parlando, un bel tee shot da 150 metri ha lo stesso peso di un brutto putt da 1,5 metri. Perché spesso ognuno di noi lavora solo sul primo e quasi mai sul secondo?

E’ questo il tema che affrontiamo oggi nella rubrica “Il golf nella testa”, una serie di lezioni e approfondimenti curati dalla mental coach Sonja Caramagno.

Green raggiunto, ti accingi a prendere il tuo putter sistemato con cura nella sacca. Adesso tocca a lui, è il suo turno. Sei ad un passo dal chiudere la buca, dal portare a casa un buon risultato. Gli stati d’animo che ti attraversano sono molteplici. Le aspettative sono tante, e la paura di sbagliare aleggia nell’aria e ti attraversa i pensieri. Stringi quindi la pallina, la maneggi con fare solerte, la appoggi sul terreno. Prendi la linea. Sfoggi una tecnica provata e riprovata con il maestro nel putting green la settimana precedente. Ti chiudi in una sorta di concentrazione monacale, un ultimo sguardo alla buca e lasci andare il movimento.

Golf nella testa

Questa pallina finirà in buca? E’ questo il “putt autentico”?

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Il golf nella testa / 3 – La pozione per il colpo magico

Gli alti e bassi sono uno dei drammi di noi golfisti. Lo stesso percorso può esaltarci o abbatterci nel breve volgere di 24 ore. Perché? Possiamo porvi rimedio?

Oggi ci proviamo con la mental coach Sonja Caramagno, attiva nel mondo dello sport e nel golf in particolare. E’ lei la “docente” del nostro blog, lei cura la rubrica “Il golf nella testa“. Sonja risponde anche alle tue domande.

Non di rado in campo partecipo a veri e propri momenti di magia: giocatori che per due, tre buche o addirittura nove di seguito, tirano ogni colpo con sicurezza e senza paura. Oppure leggono perfettamente il campo, la velocità del vento, le condizioni dell’erba o del bunker. O elaborano naturalmente strategie ottimali per gestire la gara e azzeccano sempre il bastone giusto per ogni colpo.

In fondo, sono loro stessi a dire: Mi sento magico! Non sbaglio un colpo! Oggi è tutto così semplice!

 Golf nella testa

Sonja Caramagno sul putting green

In questi casi, cosa succede al golfista? Le sue magie sono frutto di coincidenze isolate?
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Il golf nella testa / 2 – Il modo giusto per fare colpo

Basta poco per perdere attenzione durante una gara. Una flappa, una battuta o un imprevisto possono mandare in fumo anche un’ora di concentrazione e buon golf. Cerchiamo di capire come superare questo ostacolo.

Lo fa la mental coach Sonja Caramagno, “docente” del nostro blog con la sua rubrica “Il golf nella testa”.

Palline che volano, zolle che decollano, corpi che si avvitano nei loro migliori swing. Nel campo succede di tutto, così come nella vita: assistiamo a continui cambi di strategie, a una alternanza di sorrisi e bronci, sguardi con occhi di tigre o di agnello.

Questa giostra di decisioni e emozioni richiede un continuo impegno di risorse personali.

Sonja_caramagnoLa risorsa a cui voi golfisti dovete appellarvi, e che mi ha sempre affascinata, è l’attenzione: l’apice della concentrazione che ogni volta, durante le lunghe ore di gara, siete chiamati a raggiungere quando colpite la pallina, da qualsiasi posizione essa sia.

Tuttavia, non è sempre facile ottenere questo grado di attenzione. In campo, infatti sento spesso discutere – anche durante la gara – più dei colpi precedenti o di quelli futuri che del colpo che ci si appresta a tirare. “Se quel colpo fosse stato più a destra non sarebbe finito in acqua”.

Se alla buca nove fossi uscito meglio dal bunker, adesso sarei due colpi sotto”. “Se alla buca dieci gioco come sempre, porto a casa un bel birdie” e altre frasi analoghe. Tutte potenzialmente vere, ma il più delle volte pronte a distrarre la vostra attenzione dal tiro che dovete affrontare in quel momento, condizionandolo.
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Il golf nella testa – Il campo non è il vostro nemico

Con questo post prende il via la collaborazione con Sonja Caramagno. Con lei partiamo dalle basi: il campo non va visto come un mostro insuperabile capace di spuntarla sempre e solo lui. Il campo deve essere una tappa del nostro cammino verso la buca 18.

Sonja Caramagno è una mental coach di professione che lavora nel mondo dello sport e in particolare nel golf. E’ lei che curerà la rubrica “Il golf nella testa.

Sonja_caramagno

Sonja Caramagno

Specchi d’acqua, bunker e fossi di sabbia. Alberi che oscurano la visuale, erba alta da cui sembra impossibile uscire e bandiere da conquistare su ogni obiettivo. Potrebbe essere la descrizione di uno scenario di guerra, terra di scontro fra soldati armati delle peggiori intenzioni.

Invece è la possibile fotografia di un più serafico campo da golf, che non c’entra nulla con la violenza o i sentimenti di guerra. Soprattutto non incarna un nemico da sconfiggere. Per fortuna, si tratta solo del luogo che ospita il vostro gioco.
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Virginia Elena Carta nella storia del golf di college Usa: vince l’NCAA Championship- VIDEO

E’ a tinte azzurre l’edizione 2016 dell’NCAA Championship, la gara di college più importante di tutti gli Stati Uniti: a vincerla, anzi a stravincerla, è stata Virginia Elena Carta, 19enne di Udine che studia alla Duke University (North Carolina). Carta ha chiuso la gara con ben 16 colpi (69-68-66-69) sotto il par (72) , lasciando la seconda classificata a ben otto colpi ossia il distacco più pesante mai inflitto in un NCAA. In quattro giorni ha infilato venti birdies e segnato solo due bogey e un doppio bogey.

Virginia Elena Carta

Virginia Elena Carta

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Domenica a Roma tre coach per l’Inner Game

Per chi ha intenzione di focalizzarsi sull’aspetto mentale dell’approccio al golf occasione da non perdere domenica 22 maggio a Roma nell’ambito dell’International Coaching Week: tre mental coach saranno a vostra disposizione dalle 10 alle 18 al Parco di Roma per ridurre le interferenze che influenzano swing e dintorni.

COA
Si tratta di Gaetano Ruvolo, Sonja Caramagno e Monica Palliaga, tutti e tre
Inner Game Practitioner e Associated Certified Coach.

La filosofia alla base è quella di Timoty Gallwey, inventore del coaching moderno: la sua teoria, l’Inner Game, sostiene che l’avversario di un giocatore di golf si nasconde proprio dentro di lui.

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Irlanda, un golf club vuole fermare Apple “Metterà a rischio il sistema idrogeologico”

di Sauro Legramandi
@Sauro71

Nella contea di Galway c’è un grande prato verde dove da 114 anni gli irlandesi giocano a golf. Poco più in là c’è una grande foresta verde, quella di  Derrydonnell, dove Apple costruirà un data center da 166mila metri quadrati. Il primo mattone verrà posato l’anno prossimo, golf permettendo. La proprietà del grande prato verde, l’Athenry Golf Club, ha presentato ricorso al Consiglio della Contea per fermare i lavori. Motivazione? A loro dire, costruire quel colosso tecnologico nella foresta metterebbe a rischio il sistema idrogeologico della zona. Inoltre si “esporebbe il campo a nuove inondazioni come quelle già avvenute di recente”.

L’Athenry Golf Club avrà comunque vita dura nel far valere le proprie ragioni perché la strada appare davvero in salita.

Una foto dell’Athenry Golf Club

Nei mesi scorsi Apple, come Amazon, Google e Microsoft ha scelto l’Irlanda (e il suo regime fiscale) per mettere radici ben salde in Europa. Da quelle parti, Tim Cook ha intenzione di costruire uno dei due maxi data center del Vecchio Continente (l’altro è in Danimarca, a Viborg.

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Il caddie di Jordan Spieth dopo il Masters: il golf è uno sport, altri i problemi della vita

“Alla fine di tutto, il golf è uno sport, non una questione di vita o di morte. Ci sono problemi ben più grandi al mondo e nella vita che non vincere il Masters. Noi siamo fortunati a fare ciò che facciamo: giochiamo vicino ai più grandi campioni di questo sport e ai loro caddie. E’ una sfida che accettiamo ogni volta…  Abbiamo ricevuto molti messaggi di sostegno e belle parole ma nessuno deve essere triste per noi. Io e Jordan non lo siamo giù e nemmeno avremmo dovuto esserlo. Lavoreremo più duro e ci riprenderemo come abbiamo fatto molte volte”

AUGUSTA – Michael Greller e Jordan Spieth lasciano il campo dopo il ko (Foto Afp)

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A Shangai il golf diventa una materia obbligatoria a scuola

di Sauro Legramandi (@Sauro71)

Chi ha paura della Cina alla fine di quest’articolo ne avrà di più. Chi pensa che il golf sia ancora uno sport per ricchi capitalisti alla fine di quest’articolo avrà qualche dubbio. Nella Repubblica Popolare Cinese lo scorso 18 febbraio si è tenuta la prima lezione di golf obbligatoria in una scuola elementare pubblica. A beneficiarne sono i quattrocento bambini di sette e otto anni iscritti alla Experimental School of Foreign Languages di Shanghai, affiliata alla Shangai Universal Study University.

 SHANGAI - Un maestro e un giovanissimo allievo

SHANGAI – Un maestro e un giovanissimo allievo

Gli alunni del primo e del secondo anno devono praticare una volta alla settimana perché “il golf non è un sport esclusivamente per gli aristocratici. Potrebbe diventare una disciplina molto diffusa e popolare” ha spiegato il preside Xia Haiping alla testata paper.cn.  “Una scuola bilingue come la nostra – aggiunge – offre agli studenti non solo la possibilità di parlare correttamente inglese ma anche di comprendere a fondo una cultura e la sua quotidianità”.  A gestire le lezioni (gratuite) non professori statali qualsiasi bensì i maestri di una società gestita dal gruppo editoriale Shangai Century Publishing.

Quello di Shangai è il primo corso obbligatorio in tutto il Paese ma non è la prima volta che ferri e palline mettono piede in una classe cinese. Si stima che almeno trenta istituti pubblici o privati includano già il golf come disciplina sportiva nelle ore di educazione fisica. Una mano a iniziative simili arriva dal Century Teenage Golf Program, un sostegno pubblico alla diffusione dello sport giovanile, golf compreso.

A Shangai il golf…

Non sono sempre state rose e fiori. Mao mise al bando il golf nel 1949, definendolo “sport per milionari”. Il divieto resistette fino al 1984. Poi negli Anni Novanta il boom tra chi stava economicamente bene. Quindi le cose sono cambiate: la base dei praticanti si è mano a mano ampliat. Il fascino ha attratto i più giovani a caccia anche di una possibile corsia preferenziale per accedere ai college statunitensi. Continua a leggere



Spagna, a 7 anni si accorge a casa di un errore sullo score e restituisce la coppa

di Sauro Legramandi

Cosa vuoi che sia un errore nello score? Mentre in Italia si dà del venduto all’arbitro di calcio una domenica sì e l’altra pure dalla Serie A alla Terza Categoria, dalla Spagna spunta una storia che – conoscendo la carsica cultura sportiva italica – difficilmente vedremo nelle cronache di casa nostra o diventare virale sui social. La vicenda arriva dal golf, quello sport dipinto come roba da ricchi e snob dalla di cui sopra “cultura sportiva italica” . Eppure il protagonista della vicenda, Yago Horno Mateo, non è ricco, non è snob ma gioca bene già a sette anni. Continua a leggere