Ryder Cup sempre più in alto: dal Monte Bianco a Roma 2022

di Sauro Legramandi

Dalla Valle dei Templi alla Valle D’Aosta. Agrigento e Courmayeur, due poli opposti che si attraggono grazie al golf. Il punto più a sud dell’Italia a suo tempo e ora quello più alto sono stati l’ideale tee di partenza della Ryder Cup 2022, quella che si giocherà al “Marco Simone” di Roma. “Il golf italiano punta in alto”: facile pensarlo mentre si sale sulla futuristica Funivia Skyway Monte Bianco, capace di portarti in una manciata di secondi fino al Pavillon du Mont Frety a 2200 metri.

Ryder Cup

COURMAYEUR – Il trofeo originale della Ryder Cup mai così in alto: è a 3466 metri (Foto Bellicini)

Difficile dubitare che il golf punti in alto quando una seconda cabina ti fa mancare il fiato fino alla Punta Helbronner, a 3466 metri. Lì, a -11 gradi, cinque giovani professionisti azzurri si sono fatti imbragare prima di eseguire lo swing e colpire una pallina gialla destinata a perdersi nel grigio della nebbia di un lunedì d’inizio  settembre. Qualcuno cento metri più sotto quella pallina la vedrà rimbalzare vicino o lontano a un green piazzato sulla neve. Sulla “fiducia” la vittoria del contest polare è andata ad Alessandro Grammatica e alla giovanissima Charlotte Cattaneo. Non c’era nulla in palio, proprio come non c’è nulla in palio per chi vince la Ryder Cup. Niente assegni e distintivi: solo imperitura gloria e il proprio nome forgiato per sempre sul trofeo originale della Ryder Cup, fisicamente esposto sul Monte Bianco sotto lo sguardo vigile di Richard Hills, direttore di Ryder Cup.

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La candidatura prima e l’assegnazione all’Italia poi, la polemica politica e la fidejussione poi. Per arrivare alla Ryder Cup, l’Italia del golf ha fatto molta strada. E molta, moltissima, ne deve fare ancora. Un tratto del cammino si chiama #roadtorome e ad indicarne le tappe è Gian Paolo Montali, direttore generale dell’intero progetto. “Sotto l’egida #roadtorome ogni anno faremo cinque eventi in cinque diversi punti del Paese – annuncia – e ogni volta mostreremo la coppa originale. Questa Ryder deve entrare nelle case degli italiani come è accaduto per la Coppa del mondo di calcio. Il golf e la Ryder saranno l’occasione per mostrare al mondo il prodotto-Italia”.

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Davanti alle autorità locali della Val d’Aosta, l’ex ct azzurro di pallavolo ricorda gli impegni sottoscritti con il board della competizione, accordi vincolanti per i prossimi undici anni. “Nero su bianco c’è il nostro obbligo di valorizzare il territorio italiano e il turismo golfistico a casa nostra. Abbiamo promesso di trasformare l’Italia in un Paese a vocazione golfistica e di far crescere una generazione di giovani giocatori”.

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Il tavolo dei relatori: in primo piano Gian Paolo Montali, Richard Hills e Pierluigi Marquis, presidente della Regione (foto Bellicini)

Il turismo golfistico e la Ryder Cup

Spagna e Portogallo corrono, l’Italia muove i primi passi. Secondo una ricerca, il turista che visita la città di Roma si ferma in media 2,6 giorni nella città eterna. Secondo un’altra rilevazione il turista in viaggio per giocare a golf resta nella località prescelta per 4,8 giorni. Il che significa più green fee da un lato e anche un maggior introito per il turismo dall’altro. L’indotto per i prossimi undici anni è stimato in un miliardo di euro. “Chi gioca a golf, diversamente da qualsiasi altro sport, può farlo sullo stesso percorso dei professionisti che vede in tv. E lo fa. Al “Marco Simone” – prosegue Montali – dall’aprile 2015 all’aprile 2016 la prenotazione di green fee è salita del 110%, quella del ristorante del 130%”. Le stime parlano di un minimo di 300mila persone attese a Roma per la Ryder Cup 2022, a partire dal lunedì, primo giorno di allenamento dei due team (e per assistervi si pagherà un biglietto).

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Andrea Romano imbragato prima di effettuare lo swing (foto Bellicini)

Le tappe

#roadtorome è un cammino cadenzato nel tempo. Il calendario? Il 23 settembre appuntamento con gli Open Days nel Lazio: i circoli saranno aperti a tutti in occasione della Settimana Europea dello Sport. L’8 ottobre, poco prima dell’Open 2017, il golf scenderà in piazza nel centro di Monza. A fine mese toccherà invece a Piazza della Signoria a Firenze ospitare una tappa di #roadtorome. Appositamente per i giovani sono state pensate la Junior Ryder Cup e la Baby Ryder Cup. La prima si giocherà già all’Open di ottobre al Milano con l’inedita sfida Lombardia-Resto d’Italia. La seconda – categoria Under 12 – è in calendario in tutte le regioni italiane per l’anno 2018. 

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Charlotte Cattaneo (foto Bellicini)

Open d’Italia: nuova data e biglietto d’ingresso

Dopo il tira e molla di quest’anno (Olgiata-Royal Park-Milano), nessuno sa dove si giocherà l’Open d’Italia 2018. Sicuramente non per il terzo anno consecutivo al “Milano”. “Non abbiamo ancora deciso – precisa Montali – ma invito ogni Regione a farsi avanti perché valutiamo ogni candidatura. Di certo l’anno prossimo l’evento cambierà collocazione nel calendario internazionale. Si giocherà tra maggio e giugno”. Cambierà anche la politica sugli ingressi: la Federgolf ha ceduto i diritti di ticketing all’advisor Infront che, dall’edizione 2018, dovrebbe introdurre l’ingresso a pagamento (come avviene in quasi tutti gli open all’estero).

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L’esultanza di Guido Migliozzi sotto gli occhi di Massimo Scarpa, commissario tecnico delle nazionali (foto Bellicini)

Altra novità: per contratto, almeno due Open dovranno disputarsi sul campo che ospiterà la Ryder Cup 2022 in modo da farlo conoscere ai professionisti. Anche per questo i lavori di adeguamento al “Marco Simone” sono in partenza.

E i soldi? Montali e Sant’Andrea garantiscono

Guai a fare i conti senza l’oste: fondi pubblici e fidejussione del governo sono arrivati ma non si vive di rendita. A precisa domanda sulla sostenibilità economica, Montali ribadisce che “non intaccheremo le garanzie fornite dal governo” e “che il progetto è altamente sostenibile”. Gli fa eco Luigi Valerio Sant’Andrea, capo dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Senza il piano industriale non avremmo creduto al progetto Ryder” chiosa Sant’Andrea.

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Luigi Valerio Sant’Andrea, Charlotte Cattaneo, Gian Paolo Montali, Alessandro Grammatica (foto Bellicini)

Il nearest to the pin per la Ryder Cup

Quello che cambia di certo è il golf giocato in alta quota. Colpire la pallina a 3466 metri di altitudine non è come farlo su un campo qualsiasi. Ne sanno qualcosa Corrado De Stefani, Niccolò Quintarelli, Michele Ortolani, Alessandro Grammatica e Guido Migliozzi protagonisti di un nearest to the pin sul Bianco, dalla terrazza di Punta Helbronner, ideale trait d’union della Ryder Cup 2018 in Francia con quella 2022 a Roma. A loro cinque si sono uniti gli amateur Andrea Romano e Charlotte Cattaneo. L’obiettivo era centrare un green posto a circa 200 metri in linea d’aria, con un dislivello  di circa 100 metri.

Qualcosa quindi si muove nel golf di casa nostra. Poco? Molto? Il tempo sarà galantuomo anche se il direttore generale non ha dubbi: “Il golf non deve aver paura di cambiare, deve aver paura di restare sempre uguale”.

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