Ryder Cup, Team Europe sogna in grande e fa piangere Scheffler

Ryder Cup, Viktor Hovland
Viktor Hovland (Foto Ansa)

GUIDONIA MONTECELIO (ROMA) – E’ una storia ancora senza finale quella della Ryder Cup 2023. A Roma tra una manciata di ore si conoscerà su quale aereo verrà imbarcata quest’anno la Ryder Cup, un trofeo dal valore commerciale ridicolo (mille dollari) e quello sportivo immenso. L’Europa è avanti, molto avanti. Rahm e soci sono in vantaggio 10,5 a 5,5. Tra Team Europe e la Ryder Cup ci sono quattro punti. Agli americani ne servono 8,5.

di Sauro Legramandi

Nessuno alla vigilia di questa gara avrebbe scommesso su un Team Europe così avanti dopo le due giornate di doppi. Già questa mattina, la selezione a stelle e strisce ha rischiato il bis della Caporetto del venerdì (dove gli americani hanno chiuso senza una vittoria piena, mai successo prima d’ora). La squadra di Luke Donald ha vinto tre match su quattro, con l’unico punto americano giunto al settimo match grazie a Max Homa (il migliore di Team Usa) e Brian Harman.

La disperazione di un numero uno

Anche nel golf però c’è sconfitta e sconfitta: quella inflitta a Scheffler e Koepka da Hovland e Aberg è già scolpita nella leggenda di questa competizione. Hovland, norvegese alla seconda Ryder e Aberg, svedese che novanta giorni fa non era nemmeno un giocatore professionista, sono arrivati ad essere 9 up rispettivamente sull’attuale numero uno al mondo e sul vincitore di ben cinque Major. Mai prima d’ora un foursome si era concluso con un simile distacco. Umanamente comprensibile il crollo psicologico di Scheffler, immortalato in lacrime a fine giro. Quella commozione la dice lunga su cosa sia questa competizione. Scottie Scheffler, solo in premi, quest’anno ha già guadagnato quasi venti milioni di dollari. Eppure scoppia a piangere in una gara (a squadre) dove in palio non c’è un solo centesimo. In Ryder si va solo per la gloria.

Scottie Scheffler crying Ryder Cup 2023
Scottie Scheffler (Foto Getty Images)

Emotivamente e agonisticamente combattuti i quattro fourballs del pomeriggio. Johnson lascia nello spogliatoio Rickie Fowler (non ha giocato nemmeno al mattino, che sia lui sotto antibiotico?), Koepka e Scheffler. Donald preserva Rahm, Hatton e Lowry.

Gli americani allungano e per molte buche sono avanti in ben tre sfide. Non mancano le sorprese: Hovland-Aberg, protagonisti del mattino, non entrano in partita con Burns e Morikawa e dopo essere stati 6 down riescono solo a rendere meno doloroso il ko. Fleetwood trascina Hojgaard da 4 down al 2 down (con un grande putt dalla distanza alla 16) ma contro Homa e Harman oggi c’è poco da fare.

Gente da Ryder Cup (Foto Ansa)
Gente da Ryder Cup (Foto Ansa)

Da montagne russe gli altri due match: perfetti da metà percorso in poi, il veterano Rose e la matricola MacIntyre rimontano Spieth e Thomas. McIlroy e Fitzpatrick, caricati da un tifo caldissimo come il sole, raddrizzano il loro doppio contro Cantlay e Clark ma perdono le buche 17 e 18. Per McIlroy svanisce il sogno di un potenziale filotto di cinque vittorie in una Ryder Cup: il primato resta di Francesco Molinari.

Tra Team Europe e la Ryder Cup…


Lo speculare 3-1 uscito dai doppi di mattino e pomeriggio non fa altro che arricchire l’attesa per i dodici singoli che chiuderanno la Ryder Cup in Italia. Domenica tutti i 24 convocati in campo, uno dopo l’altro, a partire dalle 11,35 con la matematica che premierà i padroni di casa con quattro vittorie piene, otto pareggi o qualche altra combinazione.

Per continuare a crederci gli americani dovranno farsi del male. Dovranno riguardare il miracolo di Medinah, soffrire e sperare che accada a parti invertite.


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