Un’altra edizione di Ryder Cup è pronta ad andare in soffitta con le sue (tante) gioie, le amarezze (a stelle e strisce) e i ricordi. Prima di tornare a pensare a PGA ed European Tour un ultimo sforzo per fissare Parigi per sempre in mente. Ecco le mie pagelle di Ryder Cup 2018, i voti agli europei e quelli agli americani. Di questi secondi stanno uscendo così tanti scheletri da riempire chissà quanti armadi (vedi Mickelson, DJ, Reed..).
Pagelle di Ryder Cup 2018: Team Europe
Francesco Molinari – Voto 10 e lode
Quella de Le Golf National passerà alla storia del golf come la Ryder Cup di Francesco Molinari. L’uomo giusto al posto giusto, sul campo e nello spogliatoio. Orgoglio nazionale: sarà lo sportivo italiano dell’anno 2018.
Tommy Fleetwood – Voto 9
Debuttante solo sulla carta: giocare con Molinari gli ha giovato sotto l’aspetto psicologico, aiutandolo a tirare fuori la grinta al momento giusto.
Sergio Garcia & – Henrik Stenson – Voto 8
Dedicato a quanti storcevano il naso alla vigilia per le wild card concesse loro, in particolar modo per lo spagnolo. Moliwood a parte, sono i giocatori che hanno portato più punti alla causa europea (tre a testa). El Nino ha rivitalizzato McIlroy dopo il ko in coppia con Olesen. Stenson è una certezza in Ryder.
Jon Rahm – Voto 8
Lotta come un leone prima con Rose poi con Poulter per poi arrendersi in zona Cesarini. Si rifà alla grande domenica frenando Tiger Woods e i sogni di rimonta americani.
Ian Poulter – Voto 8
Da Mr Ryder a Postman: chiamatelo come volete ma congelate Ian. Tiratelo fuori tra altri due anni e dategli una wild card: lui in Wisconsin vi ripagherà almeno con un paio di punti.
Paul Casey & Tyrrell Hatton – Voto 7
In Ryder Cup quasi in punta di piedi. Vincono nel fourball di sabato e Casey si commuove. Alla domenica Paul strappa a Koepka l’unico all square della tre giorni parigina e a commuoversi di gioia è l’Europa intera.
Justin Rose – Voto 7
Campione olimpico, due settimane fa numero uno al mondo e con in tasca una FedEx Cup da 10 milioni di dollari. Eppure le motivazioni per la Ryder continua a trovarle.
Rory McIlroy – Voto 7
Pagelle di Ryder Cup 2018 in stile liceo: “Si impegna ma può dare di più”. Per noi va bene anche così. Resta il rammarico per quel singolo perso in avvio di terza giornata all’ultima buca dopo una grande gara. E’ il più amato dal pubblico.
Olesen & Noren – Voto 7
Il danese, vincitore dell’Open d’Italia 2018,debutta e asfalta un certo Jordan Spieth nel singolo dopo esser stato a riposo sabato. Alex risponde presente all’esordio in Ryder Cup e vince due match su tre.
Il capitano Thomas Bjorn – Voto 8
I risultati gli danno ragione su tutto: wild card e scelte delle coppie vincenti. Adesso gli tocca rispettare la promessa: farsi tatuare “qualcosa da qualche parte”.
Veleni e pagelle di Ryder Cup 2018: il team Usa
Tony Finau – Voto 7
Questo lungagnone ha fatto il suo dovere, vincendo due punti da matricola. In Winsconsin lo rivedremo.
Justin Thomas – Voto 7
Il miglior americano per distacco. E’ l’ultimo ad arrendersi e il più in forma: Furyk lo intuisce e lo schiera cinque volte su cinque. Lui vince sempre tranne quando trova un certo Chicco Molinari sulla sua strada.
Jordan Spieth – Voto 6,5
Ha giocato anche lui cinque volte in tre giorni (più di Dustin Johnson) e ha fatto il possibile. Certo, il clima nello spogliatoio non ha giovato nemmeno a lui.
Webb Simpson – Voto 6,5
Due punti per la Patria. La sua parte l’ha fatta.
Dustin Johnson – Voto 5
Il numero uno del ranking lotta ma non basta. A proposito di lotta: più di un testimone oculare ha giurato di averlo visto venire alle mani con Brooks Koepka durante la visita allo spogliatoio del Team Europe. Pare che qualche round si sia giocato anche sul volo dagli Usa. Sarà vero?
Tiger Woods – Voto 5
Perde tutti e quattro i suoi match, hai i Moliwood come incubo notturno ma ha le palle per prendersi le sue responsabilità in conferenza stampa. Se i compagni fossero stati all’altezza non avrebbe forse giocato sabato pomeriggio e si sarebbe riposato.
Phil Mickelson – Voto 4
Recordman e triste. Con DeChambeau non ingrana e contro Molinari spedisce in acqua la pallina delle quattordicesimo e mezzo per l’Europa. Ha detto addio alla Ryder nel modo più incolore possibile. A peggiorare la sua prestazione incolore le parole appena tornato in America: “A Parigi i fairways erano più stretti di quelli regolari sul PGA Tour e il rough troppo alto. Il campo era quasi ingiocabile ed è stato una perdita di tempo”. Come diceva quella vecchia canzone dei Rokes? “Bisogna sapere perdere”?
Patrick Reed – Voto 4
Al posto di Captain America oggi c’è, al massimo, un mozzo. Sente la pressione e la poca simpatia del pubblico europeo e non la trasforma in carica positiva in campo. Durante la presentazione e in coppia con Woods fa ancora il gesto di “silenziare” il pubblico. Al New York Times ha detto che Jordan Spieth ha chiesto espressamente a Furyk di giocare con Thomas e non con lui. E dire che loro due ad Hazeltine avessero portato a casa 2,5 punti su 4. Visto che anche la moglie ci ha messo lo zampino, Patrick non potrebbe farsi un esame di coscienza: perché non lo vuole nessuno?
Fowler, Watson & DeChambeau – Senza Voto
Non ricorderanno con piacere la trasferta sui green parigini: due vittorie su dieci match complessivi.
Il capitano Jim Furik – Voto 5
A Ryder Cup persa verrebbe da dire che ha sbagliato tre wild card su quattro. Non sarebbe giusto però visto che alla vigilia nessuno nutriva dubbi sulle sue scelte. E’ stato tradito dai senatori e da un gruppo apparso tutt’altro che compatto.
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