Più che un Open d’Italia sembra il Giro d’Italia. Dopo il passo indietro dell’Olgiata di Roma, anche il Royal Park I Roveri getta la spugna: niente Open 2017 a casa Agnelli. Così mancano solo tre mesi alla gara più importante d’Italia e si cambia sede. La decisione è stata presa durante il Consiglio Federale. Si dovrebbe giocare al “Milano” per il terzo anno consecutivo ma non c’è ancora l’ufficialità.
Non c’è pace per il golf italiano in questo 2017. Prima la bufera Ryder Cup, ora il caso Open d’Italia. Un caso che davvero non ci voleva per tanti motivi. Già il primo spostamento di sede non ha rappresentato una bella figura per questo sport: il presidente della Federazione, Franco Chimenti, aveva annunciato giusto un anno fa di questi tempi che l’Open 2017 si sarebbe giocato all’Olgiata. Poi il passo indietro dal circolo romano e il trasloco al Nord, il ritorno al Royal Park. Ossia a casa Agnelli dove il golf ha messo radici ben profonde. E adesso, a tre mesi dal via, il terzo colpo di scena: niente Royal Park.
Addio Open d’Italia: una questione di soldi
Il motivo per un simile cambio di destinazione? E’ espressamente un problema di soldi: per organizzare l’Open era necessario un contributo regionale di circa 500mila euro. Tanti soldi per i tempi che corrono ma soldi che sarebbero comunque rientrati (e con gli interessi) tra turismo e indotto. La Regione Piemonte non se l’è sentita di mettere a bilancio una voce di spesa simile “per il golf” (senza la sopra citata bufera Ryder Cup chissà come sarebbero andate le cose…).
Chiare le parole di Chimenti: “La Federazione Italiana golf e il Royal Park i Roveri – si legge in una nota diffusa giovedì mattina – hanno cercato congiuntamente di sensibilizzare gli enti locali e la Regione sull’opportunità che una manifestazione come l’Open può offrire a tutto il territorio nazionale. Venendo meno quindi l’assegnazione del contributo economico necessario da parte della Regione, siamo costretti a localizzare diversamente l’Open 2017 confidando in un altro Ente che dimostrerà di credere, condividere e sostenere il progetto Ryder Cup 2022″.
Dove non arriva Chiamparino ci penserà probabilmente Maroni: visti i successi delle ultime due edizioni al “Milano”, la Regione Lombardia avrebbe dato la sua disponibilità a replicare. In vetta alle possibili sedi c’era e c’è ancora il percorso di Monza (già rodato e conosciuto dallo European Tour). La scelta alla fine sarebbe proprio caduta lì.
La replica di Chiamparino: altre le priorità
Chiamato in causa, il presidente della Regione Piemonte non si tira indietro
“Abbiamo ricevuto la delegazione della Federgolf – dice – che ci ha chiesto un finanziamento di 500mila euro a fondo perduto. La Regione non ha detto no, ma ha proposto una cifra di gran lunga inferiore a quella richiesta. In una situazione che, come ha certificato recentemente la Corte dei conti, continua a essere di risorse assai scarse, credo che le priorità siano altre. Ossia temi ben più direttamente legati ai bisogni dei cittadini, anche in ambito sportivo”.
“Gli Open – conclude Chiamparino – sono una classica manifestazione che dovrebbe essere sponsorizzata pressoché totalmente dai privati. Mi risulta che distribuisca un montepremi di circa 7 milioni di euro e quindi dovrebbe essere in grado sostanzialmente di autofinanziarsi”.
Open d’Italia, anche una questione politica
In caso di ritorno dell’Open in terra brianzola si aprirebbe un altro tema di discussione, prettamente politico. A far saltare in Senato il primo emendamento per la fidejussione per la Ryder Cup fu il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente di Palazzo Madama. Lumbard e Cinque Stelle guidarono la rivolta anti-Ryder per settimane. E ora, ironia della sorte, un altro leghista, Roberto Maroni allenta i cordoni della borsa e tende la mano al golf italiano.
In attesa di dirimere la matassa, il golf resta a piedi ancora una volta. Si gioca il 12 ottobre e il 13 luglio si cambia il percorso su cui far giocare i migliori professionisti del mondo. Già perché quella 2017 avrebbe dovuto essere l’ Edizione dell’Italian Open. Quella da “indietro-non-si-torna”. Il 2017 segna l’inizio del cammino italiano verso la Ryder Cup 2022: il prossimo Italian Open è il primo degli undici previsti nel pacchetto-Ryder Cup. Il primo dell’era Rolex Series, il primo con un montepremi di sette milioni di euro. Con l’Open di ottobre l’Italia dovrà fare il suo ingresso nell’elite del Golf.
Ad oggi quell’ingresso sembra avvenire da una porta di servizio.