Giocare a golf non è per nulla semplice. Giocare diventa quasi impossibile se di mezzo spunta madre natura che mette lo zampino nelle regole del golf. Così chiudere una buca in par da pochi centimetri può diventare un’impresa. Oppure un incubo, come è accaduto a Matthew Southgate domenica scorsa sul Web.com Tour in Ohio.
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“Abbiamo giocato la buca più lunga del mondo: 2.011 km in Mongolia, 20.094 colpi e 135 palline usate”
A GOLFANDO IL RACCONTO DI ADAM ROLSTON E RON RUTLAND CHE HANNO ATTRAVERSATO A PIEDI IL PAESE IN OTTANTA GIORNI. PER MANDELA E PER UN RECORD
Il giro della Mongolia in 80 giorni… per giocare la buca più lunga del mondo. Il romanzo di Jules Verne rivive nel 2017 con due nuovi protagonisti e una variazione sul tema. Gli eroi si chiamano Adam Rolston e Ron Rutland e non si possono non definire tali visto che hanno attraversato a piedi la Mongolia colpendo e seguendo una pallina da golf. Hanno giocato la buca più lunga del mondo, The longest hole. L’hanno chiusa domenica 17 settembre in 20.094 colpi dopo aver per 2.011 chilometri in ottanta giorni, appunto.
Golf e fumetti: la saga di Adam Disastro tra elfi, Open Absolutum e social
Anche il golf ha la sua saga. Una leggenda fatta di strisce colorate, personaggi buoni e personaggi cattivi e un grande prato verde a fare da location. La saga di golf e fumetti che prende il nome dal suo protagonista, “Adam Disastro”. La storia è pensata e scritta dal maestro di golf Lucio Merlino, illustrata da Elisa Bellotti e pubblicata da Bacchetta Edizioni. “Il golf è la mia vita – spiega Merlino a Golfando – ho passato 24 anni di lezioni al Golf Club Torino e sei ora al Garlenda. Mi piace anche scrivere e ho pensato alla scrittura come mezzo per conquistare nuovi appassionati”.
A Jarrod Lyle diagnosticato un tumore: è la terza volta
Jarrod Lyle ha un tumore. Di nuovo. E’ la terza volta che al professionista australiano viene diagnosticata la leucemia. Per due volte l’ha sconfitta la leucemia e ora, a 35 anni, è lui a incoraggiare famiglia, amici e tutto il mondo del golf dal letto di ospedale. “Questa potrebbe essere la mia ultima foto con la testa piena di capelli ! #f**kcancer” ha scritto in un post su Facebook.
Golf e look, la Lpga contro scollature e leggins. Paige Spiranac e i social si mobilitano
di Sauro Legramandi – (@Sauro71)
Spesso il golf è una questione di centimetri. Ogni tanto di millimetri. Per qualche centimetro una pallina rotola maramalda in un bunker o in un ostacolo d’acqua, salutandoci per sempre. Capita anche che la stessa si fermi proprio sul bordo della buca, rifiutandosi di compiere quel mezzo giro decisivo. Da qualche giorno i centimetri che animano il dibattito social-golfistico misurano ben altro, riguardano golf e look. ossia la stoffa indossabile da una giocatrice di golf. La Lpga ha imposto un dress code “castigato” alle proette. Immediata la polemica online e non solo, guidata – guardacaso – da Paige Spiranac. Controcorrente Diana Luna che al nostro blog ammette: “E’ una buona idea, si stava superando il limite”.
Stefano Palmieri: io cieco ho capito con il golf che nessun handicap può fermarti
Una Storia di golf con la esse maiuscola quella di Stefano Palmieri. Una Storia che se accadesse in sport come il calcio o il basket sarebbe finita dritta in prima pagina. Stefano Palmieri è un 45enne toscano cieco dopo un incidente e fresco vincitore del British Blind Golf Open e dell’Irish Blind Open. Federgolf ha diffuso il racconto della sua vita.
Due hole-in-one di fila sulla stessa buca da due giocatori di golf? Fatto
Hole-in-one, il sogno più o meno segreto di ogni giocatore di golf. Imbucare al volo dal tee di partenza, marcare “uno” sullo score e far firmare la pallina appena raccolta dalla buca. A futura memoria. Chi ha ha avuto la fortuna e la bravura di metterne a segno una (o più di una) non se lo scorderà mai. Quante volte accade in una stagione di imbucare al volo? Quasi mai. E quante volte accade di vedere due hole-in-one sulla stessa buca nello stesso team? La risposta esatta non è “mai”.
Uomini e golf: Tiger Woods in rehab per i figli, Phil Mickelson rinuncia allo US Open per la figlia
Giovedì scatta l’edizione numero 117 dello US Open, secondo major di stagione e una delle gare più prestigiose dell’anno. Si giocherà per la prima volta a Erin Hills, nel Wisconsin. Ci sarà l’elite del golf mondiale, compreso il nostro Francesco Molinari oggi numero 16 al mondo. Ci saranno uomini e golf. Ci saranno tutti meno Phil Mickelson e Tiger Woods. Entrambi gettano la spugna per i figli ma in situazioni opposte. Mickelson ha scelto di presenziare al diploma della figlia Amanda: la cerimonia è quasi in contemporanea e quindi… . Woods potrebbe essere già ricoverato in una clinica di riabilitazione in Florida nel tentativo di continuare a incontrare i figli Sam e Charlie.
Storie di cani e di golf: Jess ha trovato 51mila palline, Davos le “vende” per aiutare altri cani
C’è un cane per ogni cosa. C’è un cane per la caccia e uno per il tartufo. C’è un cane da riporto e adesso c’è un cane da golf. Anzi: ce ne sono almeno due di questi esemplari. Uno si chiama Jess, è un collie e vive a Dunfermline, Scozia. L’altro è un Bovaro del bernese, di nome Davos e “in servizio” nel Minnesota.
Il golf nella testa / 7 – Qual è la reale posta in gioco
Anche il golfista ha un fuoco sacro dentro. Qualsiasi attività ludica è mossa da una passione iniziata più o meno per caso. La nostra mental coach Sonja Caramagno, nella puntata odierna di Il golf nella testa, focalizza la sua attenzione proprio su cosa scatta dentro di noi quando pensiamo al golf. Quella motivazione è il patrimonio personale di ogni singolo giocatore. Un patrimonio che gettiamo al vento ogni volta che, dopo un brutto colpo, pensiamo di smettere e non giocare più.