Il coronavirus come l’11/9? In dubbio la Ryder Cup 2020

Il coronavirus come l’11 Settembre: la pandemia in corso potrebbe far slittare la Ryder Cup 2020, ad oggi in calendario sul percorso di Whistling Straits, nella città di Haven (Wisconsin) dal 25 al 27 settembre.

KOHLER, WISCONSIN Padraig Harrington firma una sacca del Team Europe durante la giornata "Un anno alla Ryder Cup 2020 (foto di Andrew Redington/Getty Images,/AFP)

KOHLER, WISCONSIN Padraig Harrington firma una sacca del Team Europe durante la giornata “Un anno alla Ryder Cup 2020” (foto di Andrew Redington/Getty Images,/AFP)

Il precedente

In quasi cent’anni di storia, solo nel settembre 2001 non si giocò la Ryder Cup per rispetto delle migliaia di vittime dell’attacco all’America e per ragioni di sicurezza. Il golf, all’epoca, fu uno dei pochi sport che si fermò. L’edizione in calendario dal 28 al 30 settembre 2001 sul percorso inglese The Belfry fu rinviata di un anno esatto. Dal 27 al 29 settembre 2002 Sam Torrance capitano europeo e Curtis Strange capitano americano diedero vita a un bel duello. Alla fine vinse Team Europe per 15,5 a 12,5.

I tempi non sono ancora maturi ma una simile eventualità comporterebbe (a rigor di logica) lo slittamento delle altre edizioni di Ryder Cup in calendario, a partire da Roma 2022. Meglio non pensarci…

“Ryder Cup 2020 a porte chiuse? No”

A parlare di una simile eventualità non è un golfista qualsiasi, bensì Padraig Harrington. In una intervista al quotidiano Indipendent.ie, il capitano del Team Europe parte proprio dal 2001 dove lui era tra i giocatori della formazione europea.  “Mi ricordo bene quelle giornate. Non so ora cosa accadrà ma sono sicuro che questo evento non si giocherà a porte chiuse, non avrebbe senso”. 

Ryder Cup 2020 GUYANCOURT Una Ryder Cup col vento in poppa quella di Parigi 2018 ( foto AFP / Franck Fife).

GUYANCOURT Una Ryder Cup col vento in poppa quella di Parigi 2018 ( foto AFP / Franck Fife).

La parola slittamento oggi non suona come un’eresia. “Se dovesse succedere – spiega il capitano – ne prenderemo atto. Ma credo sia ancora presto per deciderlo. Sarei stato più preoccupato se questa epidemia fosse arrivata tra maggio e giugno. Prima di andare nel panico, aspettiamo. E speriamo che questa emergenza finisca presto”.

Con tre Major vinti in carriera, il 48enne di Dublino è stato vice-capitano nelle ultime tre edizioni. In totale ne ha giocate sei, vincendone quattro. “Il coronavirus – spiega ancora l’irlandese – complica i piani anche per quel che riguarda le qualificazioni”. Infatti non si conosce ancora quante gare salteranno del tutto tra PGA ed European Tour.

Una questione rilevante, che potrebbe portare il board della Ryder Cup Europe a ricambiare i criteri di qualificazione permettendo al capitano di avere più wild card a disposizione, ridotte da 4 a 3 dopo Parigi.

Ryder Cup 2018 di golf

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