di Sauro Legramandi
In un grande prato verde nascono speranze e anche belle storie di golf. Quella di Dustin Johnson e Sophia Popov è una di quelle a lieto fine. Lui è il gigante capace di trionfare domenica per la 22esima volta sul PGA Tour e tornare il numero uno al mondo. Lei è la bambina che – da numero 304 del ranking – vince la sua prima gara da professionista, aggiudicandosi addirittura un Major. E dire che tre settimane ha fatto da caddie a un’amica…
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Miguel Angel Jimenez da record: 707 gare sull’European Tour
Miguel Angel Jimenez. Fortissimamente Miguel Angel Jimenez: oggi El Mecánico entra per sempre nella storia del golf. A 56 anni compiuti lo spagnolo di Malaga gioca la sua gara numero 707 sull’European Tour. Un record. A cedergli lo scettro è un altro mostro sacro, Sam Torrance.
Golf History / Al Kingarrock Club si gioca come cent’anni fa
di Carlo Busto
In Scozia, proprio nelle vicinanze di St. Andrews, esiste un campo da golf decisamente fuori dagli schemi. Il percorso del Kingarrock Club infatti è l’unico del Regno Unito (e forse al mondo) dove si gioca esclusivamente con attrezzature “hickory“.
Sock Girl come Paige Spiranac: nuova golf influencer
Paige Spiranac ha indicato la via: lontano dal professionismo il golf può essere ugualmente una fonte d’ispirazione. Paige brilla di luce propria (2,8 milioni di follower) e rappresenta quell’ispirazione per la californiana Isabelle Shee, golf influencer meglio nota come Sock Girl. Un nome che le sta portando fortuna visti suoi i 137mila follower.
Viktor Hovland vagabondo per Covid: 5.000 km in auto per evitare l’aereo
Ha percorso gli Stati Uniti in auto in lungo e in largo non per una vacanza ma per giocare a golf. Viktor Hovland, ormai più di una promessa del golf mondiale, ha guidato per cinquemila km in meno di un mese pur di non imbarcarsi su un aereo.
“Ricorda la schiavitù: via il nome Masters da Augusta”
di Sauro Legramandi – @Sauro71
Via col vento è già scomparso dai cataloghi HBO salvo rientrarvi dalla porta di servizio. Le statue di Cristoforo Colombo e Montanelli non se la passano bene. In attesa di conoscere il destino di quelle di Gesù la furia iconoclasta scaturita dal brutale omicidio di George Floyd punta sul golf. Sì, avete letto bene: il golf entra a pieno titolo tra i potenziali bersagli del revisionismo a colpi di social. Un giornalista statunitense ha infatti scritto che è giunta l’ora di cambiare nome al Masters, il più tradizionalista dei tornei di golf.
Chris Kirk batte alcol e depressione e torna a vincere nel golf
Alcol e depressione sono ormai alle spalle: Chris Kirk è tornato ad essere un giocatore di golf vincente. Il 35enne di Knoxville ha fatto suo in Florida il King & Bear Classic di golf, seconda tappa post del Korn Ferry Tour (il più importante circuito Usa dopo il PGA Tour).
Golf History / Walter Hagen e una Rolls Royce contro l’elite del golf
Un secolo fa i professionisti di golf non mettevano piede in clubhouse perché i soci del circoli non li ritenevano all’altezza. Le cose sono cambiate anche grazie a Walter Hagen come si legge in questa puntata di “Golf History”.
Walter Hagen, la Rolls Royce e l’orologio
di Carlo Busto
Walter Hagen (1892-1969) è tutt’ora considerato uno dei più grandi golfisti dell’epoca d’oro di questo sport. In carriera vinse infatti circa 45 tra i più importanti tornei: tra questi ben 11 Major
Nel 1920, Walter Hagen era già più che famoso visto che aveva in bacheca due edizioni dello U.S. Open (1914 e 1919) e un Open di Francia (proprio nel 1920). Continua a leggere
Bryson DeChambeau, ma quanto sei diventato grosso?
Più che una vita in pandemia quella vissuta negli ultimi tre mesi da Bryson DeChambeau è una vita in metamorfosi. Il professionista, altresì conosciuto come Mad Scientist per la mania di calcolare tutto (a partire dal compasso in sacca), si è ripresentato in campo sul PGA Tour con un fisico a dir poco massiccio.
“Quel sabato in cui giocai a golf a Piacenza con un americano di nome… Jeff Bezos”
Il golf che mi piace è fatto anche di storie. Quella di Jeff Bezos in un campo della provincia piacentina l’ha vissuta Andrea Bricchi, amico del nostro blog ed imprenditore con molte esperienze di studio americane. Andrea racconta una mattinata trascorsa (a sua insaputa) con l’uomo che sarebbe diventato il più ricco del pianeta. Da quelle 18 buche Bricchi ha tratto un grande insegnamento. (s.l.)
“C’è un americano che aspetta, un certo Jeff Bezos”
di Andrea Bricchi (@andreabricchi77)
Un sabato, forse dodici o tredici anni fa, mi presentai come sempre al mio golf club, un nove buche in provincia di Piacenza. Saranno state le 9 del mattino di una giornata di fine primavera molto soleggiata e con un venticello estremamente gradevole. Una di quelle giornate che ti fanno capire che Dio dev’essere golfista e velista. Continua a leggere