Fidel Castro è diventato un’icona mediatica anche grazie ad Alberto Korda, un numero uno nella storia della fotografia. Uno degli scatti che rendono l’idea del personaggio vede il lider maximo impegnato in una partita di golf con Ernesto Che Guevara e alcuni suoi fedelissimi. Si gioca al “Colinas de Villareal Golf Club”, con vista sulla baia de l’Avana. Tutti in divisa militare (incuranti dell’etichetta) e tutti divertiti in uno sport che, all’epoca, veniva considerato per ricchi e borghesi.
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I due finti golfisti australiani: “La Nord Corea vuole le nostre scuse” – Ma è veramente andata così?
“La Nord Corea ci ha chiesto di tornare per scusarci in tv ma l’idea di passare qualche anno nelle loro prigioni non ci alletta”. La candida ammissione arriva da Morgan Ruig e Eva Shay, coppia di sconosciuti australiani, elevati dall’universo social a nuovo fenomeno per “aver beffato” Pyongyang. Cos’hanno fatto questi due 28enni (uno agente immobiliare e l’altro imprenditore) di cosi tanto importante per diventare famosi?
Da Rory McIlroy un milione di dollari al suo caddie J.P. Fitzgerald
Campione in campo e campione anche fuori: Rory McIlroy si rivela sempre più un grande di questo sport. Lo conferma indirettamente il suo storico caddie J.P Fitzgerald che, con un tweet, ha rivelato che “uno tsunami ha colpito il mio conto in banca, molte grazie”. Ad originare la simbolica onda anomala proprio il suo datore di lavoro. Rory gli ha girato 1,05 milioni di dollari in un colpo solo.
Quanto guadagna un giocatore di golf… a colpo?
Tra la fine di una stagione sul PGA e l’avvio di quella nuova (praticamente oggi), gli americani impazziscono e si sbizzarriscono per le statistiche. Da rilanciare subito quella realizzata da Kyle Porter che, per CBS Sport, ha analizzato un dato assurdo ma non troppo.
Conoscendo il montepremi incassato da ciascun top player e il numero di colpi totali tirati in stagione (gli score parlano)… spuntano cifre da capogiro che vi riproponiamo in questa gallery da sfogliare fino in fondo. Continua a leggere
Un successo il giorno intero con Costantino Rocca: all’Albenza il “Rocca’s Spirit of the game”
di Sauro Legramandi – Twitter: @sauro71
Chiunque giochi a golf conosce lo Spirit of the game. Solo chi vive un’intera giornata all’Albenza con Costantino conosce a fondo il Rocca’s Spirit of the game. Trattasi di un modo diverso di approcciarsi (mai termine fu più azzeccato) a questo sport e ne si ha la prova da due anni a questa parte al Rocca Day, una full immersion nel mondo del più grande giocatore italiano. Rocca e famiglia accolgono con simpatia e disponibilità un centinaio di dilettanti (tra loro campioni dello sport come Muck Mair e Genny Di Napoli e cantanti come Mal) nel circolo orobico e li fanno sentire a casa perché il loro golf è lontano anni luce da esasperazione e frenesia.
Il golf nella testa / 4 – Il segreto del putt autentico
Agonisticamente parlando, un bel tee shot da 150 metri ha lo stesso peso di un brutto putt da 1,5 metri. Perché spesso ognuno di noi lavora solo sul primo e quasi mai sul secondo?
E’ questo il tema che affrontiamo oggi nella rubrica “Il golf nella testa”, una serie di lezioni e approfondimenti curati dalla mental coach Sonja Caramagno.
Green raggiunto, ti accingi a prendere il tuo putter sistemato con cura nella sacca. Adesso tocca a lui, è il suo turno. Sei ad un passo dal chiudere la buca, dal portare a casa un buon risultato. Gli stati d’animo che ti attraversano sono molteplici. Le aspettative sono tante, e la paura di sbagliare aleggia nell’aria e ti attraversa i pensieri. Stringi quindi la pallina, la maneggi con fare solerte, la appoggi sul terreno. Prendi la linea. Sfoggi una tecnica provata e riprovata con il maestro nel putting green la settimana precedente. Ti chiudi in una sorta di concentrazione monacale, un ultimo sguardo alla buca e lasci andare il movimento.
Il golf nella testa / 3 – La pozione per il colpo magico
Gli alti e bassi sono uno dei drammi di noi golfisti. Lo stesso percorso può esaltarci o abbatterci nel breve volgere di 24 ore. Perché? Possiamo porvi rimedio?
Oggi ci proviamo con la mental coach Sonja Caramagno, attiva nel mondo dello sport e nel golf in particolare. E’ lei la “docente” del nostro blog, lei cura la rubrica “Il golf nella testa“. Sonja risponde anche alle tue domande.
Non di rado in campo partecipo a veri e propri momenti di magia: giocatori che per due, tre buche o addirittura nove di seguito, tirano ogni colpo con sicurezza e senza paura. Oppure leggono perfettamente il campo, la velocità del vento, le condizioni dell’erba o del bunker. O elaborano naturalmente strategie ottimali per gestire la gara e azzeccano sempre il bastone giusto per ogni colpo.
In fondo, sono loro stessi a dire: Mi sento magico! Non sbaglio un colpo! Oggi è tutto così semplice!
In questi casi, cosa succede al golfista? Le sue magie sono frutto di coincidenze isolate?
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Il golf nella testa / 2 – Il modo giusto per fare colpo
Basta poco per perdere attenzione durante una gara. Una flappa, una battuta o un imprevisto possono mandare in fumo anche un’ora di concentrazione e buon golf. Cerchiamo di capire come superare questo ostacolo.
Lo fa la mental coach Sonja Caramagno, “docente” del nostro blog con la sua rubrica “Il golf nella testa”.
Palline che volano, zolle che decollano, corpi che si avvitano nei loro migliori swing. Nel campo succede di tutto, così come nella vita: assistiamo a continui cambi di strategie, a una alternanza di sorrisi e bronci, sguardi con occhi di tigre o di agnello.
Questa giostra di decisioni e emozioni richiede un continuo impegno di risorse personali.
La risorsa a cui voi golfisti dovete appellarvi, e che mi ha sempre affascinata, è l’attenzione: l’apice della concentrazione che ogni volta, durante le lunghe ore di gara, siete chiamati a raggiungere quando colpite la pallina, da qualsiasi posizione essa sia.
Tuttavia, non è sempre facile ottenere questo grado di attenzione. In campo, infatti sento spesso discutere – anche durante la gara – più dei colpi precedenti o di quelli futuri che del colpo che ci si appresta a tirare. “Se quel colpo fosse stato più a destra non sarebbe finito in acqua”.
“Se alla buca nove fossi uscito meglio dal bunker, adesso sarei due colpi sotto”. “Se alla buca dieci gioco come sempre, porto a casa un bel birdie” e altre frasi analoghe. Tutte potenzialmente vere, ma il più delle volte pronte a distrarre la vostra attenzione dal tiro che dovete affrontare in quel momento, condizionandolo.
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Il golf nella testa – Il campo non è il vostro nemico
Con questo post prende il via la collaborazione con Sonja Caramagno. Con lei partiamo dalle basi: il campo non va visto come un mostro insuperabile capace di spuntarla sempre e solo lui. Il campo deve essere una tappa del nostro cammino verso la buca 18.
Sonja Caramagno è una mental coach di professione che lavora nel mondo dello sport e in particolare nel golf. E’ lei che curerà la rubrica “Il golf nella testa“.
Specchi d’acqua, bunker e fossi di sabbia. Alberi che oscurano la visuale, erba alta da cui sembra impossibile uscire e bandiere da conquistare su ogni obiettivo. Potrebbe essere la descrizione di uno scenario di guerra, terra di scontro fra soldati armati delle peggiori intenzioni.
Invece è la possibile fotografia di un più serafico campo da golf, che non c’entra nulla con la violenza o i sentimenti di guerra. Soprattutto non incarna un nemico da sconfiggere. Per fortuna, si tratta solo del luogo che ospita il vostro gioco.
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Virginia Elena Carta nella storia del golf di college Usa: vince l’NCAA Championship- VIDEO
E’ a tinte azzurre l’edizione 2016 dell’NCAA Championship, la gara di college più importante di tutti gli Stati Uniti: a vincerla, anzi a stravincerla, è stata Virginia Elena Carta, 19enne di Udine che studia alla Duke University (North Carolina). Carta ha chiuso la gara con ben 16 colpi (69-68-66-69) sotto il par (72) , lasciando la seconda classificata a ben otto colpi ossia il distacco più pesante mai inflitto in un NCAA. In quattro giorni ha infilato venti birdies e segnato solo due bogey e un doppio bogey.