Costantino Rocca, 60 anni e non sentirli: “Sogno un’Academy tutta mia e che il golf in Italia…”

di Sauro Legramandi – @Sauro71

C’è un tempo per ogni cosa. Un tempo per giocare a golf e uno per vivere il golf. Costantino Rocca alla vigilia dei sessant’anni (li compirà domenica 4 dicembre) se li prende entrambi: il bergamasco gira l’Europa tra Senior Tour e invitational ma guarda avanti, pensando ai suoi sogni nel cassetto. Sì perché il più grande giocatore italiano di sempre (5 vittorie e 43 top ten in 461 tornei, tre Ryder Cup giocate di cui due vinte) ha ancora voglia di golf e di progetti.

MILANO  Costantino Rocca, sessant’anni e non sentirli: eccolo al simulatore col ferro uno usato a Valderrama (Foto Scaccini)

“Sogno un giorno di trovare 400 metri quadrati di terra per costruirci la mia Academy – confida in un pomeriggio english style a Milano – dove poter insegnare con un campo pratica e tre buche. Da giovane mi piaceva insegnare, poi ho giocato ed ora sono pronto per rifarlo. Ora lanciamo il mio canale YouTube con le video-lezioni e con lo spazio per rispondere alle domande degli utenti”. Ma nel futuro del Tino orobico anche la famiglia, suo punto di riferimento costante: “Adesso punto a organizzare gare con mia figlia Chiara e vorrei vedere mio figlio Francesco giocare con convinzione e continuità”.

Se il futuro inizierà lunedì 5 dicembre, il passato di Costantino Rocca è storia nota, immortalata da score, foto e immagini che fanno venire i brividi. Anti-divo da sempre e spontaneo da una vita, Rocca sfoglia il suo album dei ricordi, riuscendo a far emozionare anche chi di golf non sa nulla.

MILANO Costantino Rocca all’Excelsior Hotel Gallia con la sacca della Ryder (foto Scaccini)

“Il primo giocatore che ho ammirato è stato Tom Watson lui è stato il mio grande idolo. – dice –  Era un grande e ricordo la prima volta che ho giocato con lui addirittura al British Open. Il pensiero di partire assieme davanti a quel pubblico mi metteva i brividi. Dopo il tee shot (andato bene) ci incamminiamo e lui mi dice: so che hai guadagnato bene quest’anno… Segno che lui, uno dei più grandi al mondo, mi seguiva e conosceva”.

QUEL FERRO UNO DI VENT’ANNI FA – Tra i miti c’è Severiano Ballesteros, tra i grandissimi Langer e Faldo. Per quasi ogni giocatore nell’Olimpo del golf Rocca ha un aneddoto. Per Seve una miriade: lo spagnolo era capitano di Ryder quando l’italiano tirò uno dei colpi della vita. Esatto: quel ferro uno alla buca 16 di Valderrama contro Tiger Woods, già numero uno al mondo nel 1997. “Per entrare in squadra avevo rinunciato a giocare negli Stati Uniti, mi servivano punti e ho detto no al Pga – ammette oggi – e, una volta in campo contro Tiger, Seve mi consigliò di giocare con cautela la buca 16. L’ho lasciato parlare e poi ho preso il mio ferro uno e ho tirato. A colpo riuscito Sevi (così Costantino lo chiama spesso) si è messo a piangere dalla gioia. La sera, Tom Kyte, capitano Usa, si avvicinò con lo score previsto per me sulla buca 16: c’era scritto doppio bogey e io l’ho fatto in par. Scoppiammo a ridere entrambi”.

European Ryder Cup Captain Severiano Ballesteros of Spain congratulates Italian Constantino Rocca (C) and Spaniard Jose Maria Olazabal (R) after beating Americans David Love III and Fred Couples during the foursome match, last day of the Ryder Cup at the Valderrama golf course 28 september. / AFP PHOTO / GERRY PENNY

VALDERRAMA Ballesteros si congratula con Rocca e Olazabal per aver vinto su David Love III e Fred Couples il foursome nell’ultimo giorno di Ryder Cup 1997 (Foto Afp)

E quindi Rocca rivela: “Sono tornato a giocare quella buca per quattro anni e ho perso tre palline giocando basso in fade”. Per i non addetti ai lavori: il ferro uno è una mazza lunghissima e praticamente impossibile da usare anche per un professionista normale. Molti pro non l’hanno mai usato in gara: Rocca lo pratica ancora con scioltezza, come ha fatto nel simulatore al settimo piano dell’Excelsior Hotel Gallia di Milano.

“GIOCARE A GOLF E’ DIVERSO DAL COMPETERE A GOLF” – Rivivere quel giorno per chi c’era o l’ha visto anni dopo serve per tornare col pensiero all’ultimo open d’Italia quando Chicco Molinari, in testa di un niente alla settantaduesima buca, ha preso un improbabile ferro 4 dagli alberi vincendo lì la gara. “Certi colpi come quello vanno sentiti e vanno provati in campo pratica – non mi stanco di dirlo – perché questo sport a certi livelli non è un divertimento, è un mestiere. Giocare a golf è diverso dal competere. Io mi allenavo diversamente a seconda del tipo di gara che affrontavo: così in campo ero pronto a ogni evenienza”.Costantino RoccaInutile nasconderlo: non si può girare il mondo per almeno quaranta-quarantacinque settimane l’anno solo per svago. “Io capisco la grande fatica di chi gioca sul tour oggi -dice Rocca – ma per questo è importante che dietro di loro ci sia un movimento adeguato. Difficile trovare un altro Tiger ma il potenziale italiano è molto vasto. A loro vorrei spiegare come lavorare, far loro capire alcune strategie di gioco, spiegare colpo dopo colpo quando in gara lo score non viene”.

ALBENZA – Rocca impegnato nel Rocca Day 2016

ROCCA E MOLINARI – A proposito di score: Chicco Molinari ha vinto l’Open d’Italia, il suo quarto titolo in carriera sul Tour in carriera e uno in meno del Tino bergamasco. Il suo primato potrebbe essere presto condiviso. Paura? Rimpianti? “No – risponde secco – non sono uno a cui piacciono i record. Anzi auguro a un italiano di poterne vincere anche otto o dieci di gare sul Tour. Sarebbe molto bello per il nostro golf.

IL GOLF IN ITALIA – Un movimento adeguato passa anche da un cambiamento di mentalità anche a livello di circolo. “La Ryder Cup a Roma potrà fare da volano per avvicinare al golf gli italiani ma il nostro pensiero deve essere anche per chi gioca già e viene in Italia per vacanza. Se un turista volesse giocare 18 buche nel weekend su un nostro campo può? No, perché tutti sono pieni di gare e garette. Il turista se ne va, magari in Austria. Se invece ogni sabato o domenica si riservassero due o tre ore per le partenze a chi non è in gara il circolo e il golf ne trarrebbe grande beneficio”.

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Informazioni su Sauro Legramandi

L'idea di "Golfando" è di Sauro Legramandi, giornalista di Tgcom24.it. testata multimediale del gruppo Mediaset. Da maggio 2014 posta news e foto su questo blog. Contatti: E.mail: golftgcom@gmail.com Facebook: https://www.facebook.com/groups/golfando/ Twitter: @golftgcom Redazione NewsMediaset-Tgcom24.it - Viale Europa 44 Cologno Monzese (MI)