
E’ una raccomandata senza ricevuta di ritorno quella inviata dal nuovo ceo di LIV Golf, Scott O’Neil, a Ian Poulter. Nessuna eccezione: o The Postman si piazza nei primi 48 del ranking 2025 o addio posto fisso sul circuito saudita. A due eventi dal termine della stagione, Poulter si trova in 51esima posizione
di Sauro Legramandi
L’ex protagonista di tante Ryder Cup si gioca il 2026 nella tappa di Chicago questo fine settimana e ad Indianapolis nel prossimo weekend. Le speranze sono ridotte al lumicino: nel 2025 l’inglese ha un tredicesimo posto in Corea del Sud come miglior piazzamento. In totale ha conquistato 4,5 punti nella classifica LIV. Il cileno Niemann, dominatore dell’annata, ne ha ben 206,8.
Niente più deroghe come per Bubba Watson
Scott O’Neill ha messo le cose in chiaro, cercando di rifarsi una verginità e di far rientrare i giocatori LIV nel ranking mondiale (e rimetterli quindi nel giro dei Major). Quest’anno sul suo tour si giocherà solo per meriti acquisiti sul green. Niente deroghe.
Niente eccezioni come dodici mesi fa quando per non meglio precisate “ragioni commerciali” l’allora boss Greg Norman ripescò Bubba Watson. Il professionisa americano, capitano del team del Range Goats, aveva chiuso la stagione sportiva 2024 in 53sima posizione. Stesso trattamento fu riservato al sudafricano Branden Grace.
Il purgatorio di Ian Poulter

Adesso la tolleranza è sotto lo zero. Ian Poulter deve entrare nella top 48 o prepararsi al purgatorio della Qualifying School in versione LIV.
A questo playoff infinito partecipano più di cento professionisti in giro per il mondo, tutti a caccia di un contratto. Il piano B prevede la vittoria nelle International Series, circuito minore dell’Asian Tour: peccato che Ian non figuri nemmeno nei primi cento oggi.
Secondo il quotidiano The Telegraph, il contratto dell’inglese con il fondo PIF scade il 24 agosto, al termine delle Grand Team Finals in Michigan. Se le cose andassero male (se non malissimo) l’inglese l’anno che verrà potrebbe limitarsi a fare il manager o il capitano non giocatore del suo team, i Majesticks.
Attenti a quei tre “retrocedibili”

Una squadra, quella dei Majesticks, che non se la passa bene. Nel team con Poulter drivano anche Henrik Stenson e Lee Westwood. Ad oggi lo svedese è 47esimo nel ranking LIV, l’inglese 46esimo. Entrambi sono sul filo del rasoio.
Fa tristezza pensare all’ipotesi più amara: tre mostri sacri del golf mondiale (Westwood è stato numero uno del ranking) e della Ryder Cup uno contro l’altro nelle Qualifying School per un posto al sole.
Il DP World Tour costa” un milione di euro
In tutto questo scenario in divenire, a stare alla porta è il DP World Tour. Poulter, Westwood e Sergio Garcia due anni fa lasciarono l’Europa sbattendo la porta, con tanto di dimissioni scritte. Henrik Stenson andrò oltre: prima accettò la nomina a capitano europeo di Ryder Cup, poi passò al circuito nemico giurato di DP e PGA. Quel muro contro muro adesso sembra molto lontano, complice un circuito europeo in crisi che sgomita per ottenere maggiore visibilità e sponsor. Tre giocatori come Ian, Lee e Henrik farebbero ancora molto comodo.
A norma di regolamento, basterebbe che i tre pagassero le multe per rientrare nel DP World Tour. Westwood, sempre al The Telegraph ha spiegato che la sanzione è fissata in 900mila sterline, ossia poco più di un milione di euro.
Per i tre figliol prodighi mettere mano al libretto degli assegni non dovrebbe essere così difficile. Nel 2022 i tre firmarono un contratto da venti milioni di sterline di ingaggio a testa (circa 23,5 milioni di euro). Sul campo sono arrivati altri petrodollari: Stenson ne ha vinti oltre 10,8 milioni di sterline, Westwood otto, e Poulter circa 7,6.
La stagione LIV si chiude in agosto, ma il vero spettacolo potrebbe iniziare a settembre.