Gioco lento da incubo: golfista picchia un marshall di 79 anni

Qualcuno forse ha perso il contatto con la realtà. Il golf è un sport portatore di principi e sono molti a dimenticarlo. Tra questi tale Aaron Carbo, dilettante 24enne, arrestato perché avrebbe preso a botte un marshall di 79 anni. L’aggressione su un campo in Florida. Il motivo del contendere? Semplice: ancora una volta il gioco lento, ossia pace of play. Un richiamo ha fatto perdere la testa al giovane.

Quello di Port Charlotte, in Florida, è l’ultimo caso solo in ordine di tempo. Aaron Carbo è stato arrestato e accusato di “aggressione nei confronti di una persona di età superiore ai 65 anni”. Secondo l’accusa (riportata dalla tv Gulf Coast) avrebbe colpito al volto un marshall quando gli è stato chiesto di accelerare il passo di gioco. Invece di ringraziare per avergli fatto notare i tempi di gioco e di scusarsi col team che lo seguiva, Carbo avrebbe risposto con aggressività, trasformando il fairway del The Cove of Rotonda Golf Center in un ring.  

Per chi non conosce il golf il marshall è un “assistente di campo”, non un arbitro. Aiuta a far rispettare il ritmo di gioco, rappresenta un supporto che aiuta tutti a godersi la partita nel rispetto delle regole e degli altri giocatori.

Sempre più violenza in campo

Solo qualche giorno fa in Rete è rimbalzato il filmato di una rissa tra golfisti dilettanti in Canada. Stesso oggetto del contendere (il gioco lento) ma ad alzare le mani non solo una persona.

La lentezza nel gioco ormai è un problema (nella vita i problemi son ben altri) che accomuna professionisti e amateur. La gestione del pace of play è all’ordine del giorno in tutti i campi da golf del mondo, dai circoli pubblici ai tracciati storici. Attendere parecchi minuti tra un colpo e l’altro dà fastidio a tutti ma nulla giustifica perdere la testa e alzare le mani. Purtroppo di episodi ne abbiamo raccontati molti.

Gioco lento e cultura del golf

L’episodio in Florida è un monito chiaro di come la lentezza del gioco continui a generare frustrazione sui campi da golf. Poco importa se si tratti di impazienza nei confronti degli altri giocatori o di mancanza di consapevolezza riguardo all’impatto del pace of play sul flusso dei team in campo. All’improvviso si dimenticano le regole del mondo civile e scatta la violenza.

Morale della favola: la cultura del golf (se ne esiste ancora una) deve trovare una nuova soluzione per gestire giocatori oltre l’orlo di una crisi di nervi. A nessuno piace che una normale richiesta di accelerare lo swing diventi il pretesto per tirare calci e pugni.

E voi? Avete mai vissuto episodi di tensione per la lentezza di gioco? Raccontatecelo sui social o scrivetendo qua la vostra opinione sul gioco lento.