Un mutuo soccorso milionario per il golf: ecco chi finanzia chi

E’ un mutuo soccorso internazionale quello che sta aprendo i cordoni della borsa per tenere in piedi il PGA Tour. Un soccorso che, a furia di palate di milioni di dollari, cerca di contrastare l’ascesa del LIV Golf Tour giocando sul suo stesso terreno, ossia quello finanziario. Da LeBron James e al futuro ferrarista Lewis Hamilton sono decine i vip e gli imprenditori che hanno messo mano al portafogli per risollevare le sorti del PGA Tour. Ecco chi finanzia chi.

di Sauro Legramandi

Questa caccia al finanziamento in chiave anti-araba prosegue nonostante l’accordo programmatico firmato fra i due circuiti nel giugno 2023 ma non ancora entrato in vigore. E chissà se mai quell’intesa vedrà mai la luce visti i tempi lunghissimi di gestazione. Fonti PGA parlano della firma dei decreti attuativi (per dirla in politichese) entro l’Augusta Masters 2024. Gli arabi invece non hanno per nulla fretta…


Chi finanzia il PGA TOUR

Money, money money: l’imperativo del commissioner del PGA Tour, Jay Monahan, è questo. Portare a casa il maggior numero di bigliettoni verdi, possibilmente il più in fretta possibile. Sembra infatti senza sosta l’emorragia di campioni che accettano ingaggi milionari per giocare sulla SuperLega araba e la drastica messa al bando da PGA e DP World Tour, il circuito europeo. Allo stesso tempo, il passare dei mesi ha solo limato il malcontento dei professionisti rimasti sul principale circuito statunitense, tenuti totalmente all’oscuro fino a giugno della trattativa PGA-LIV. Così ogni tanto spuntano nomi di big investor per il golf targato PGA.

TORONTO LeBron James parla con il rapper Drake dopo la gara fra Raptors e Lakers (Copyright 2022 NBAE Vaughn Ridley/NBAE via Getty Images/AFP)

Si tratta di personaggi famosi, appassionati di golf e con il pallino per gli affari. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono sette milionari. I più famosi sono il mostro sacro della NBA LeBron James e il rapper canadese Drake. Il secondo non ha dubbi: “Il golf può essere molto più di uno sport. Tra i migliori momenti della mia infanzia – dice – ci sono alcune giornate passate in campo con mio zio. Questo investimento è particolare: un conto è investire in una singola squadra ma aiutare a ripensare uno dei campionati più belli al mondo è un’opportunità incredibile. Sono entusiasta”.

Dal Milan al golf

Già in affari col Milan di Cardinale, LeBron e Drake non sono soli. Della loro cordata fanno parte due uomini di Mister-40.000-Punti-In-Regular-Season ossia l’agente di LeBron, Rich Paul e il suo socio Maverick Carter. Quindi l’attore Chris Patt (famoso per i suoi ruoli nei Marvel e in Jurassic Park), Jeremy Zimmer (ceo dell’agenzia di personaggi sportivi e dello spettacolo United Talent Agency) e Steve Stoute (fondatore di UnitedMasters, leader nella distribuzione di musica). Il loro uomo di riferimento è Paul Wachter,  finanziere con base a Los Angeles.

A quanto ammonti l’iniezione di liquidi di questo gruppo non è dato a sapersi. Ammonta invece a tre miliardi di dollari la cifra messa a disposizione del PGA Tour da parte di Strategic Sports Group lo scorso 31 gennaio. Una valanga di fiducia firmata Fenway Sports Group, la società di John Henry, proprietario del Liverpool in Premier League, dei Boston Rex Sox nella Major League Baseball, dei Pittsburgh Penguins nella National Hockey League e del quotidiano Boston Globe. Dopo questo investimento il valore complessivo del PGA Tour è salito a 12 miliardi di dollari.

Oltre a aumentare i montepremi di gran parte delle gare dei prossimi anni, l’investimento di Strategic Sports Group serve per un programma di partecipazione azionaria (PGA Tour Enterprises) per duecento professionisti. Chi è rimasto sul circuito statunitense riceverà una fetta del miliardo e mezzo di dollari già versato dal SSG in proporzione ai piazzamenti ottenuti in questi anni.


E chi finanzia la TGL di Tiger Woods?


Nonostante si sia vociferato di cifre monstre (anche un miliardo di dollari) Tiger Woods non ha mai preso veramente in considerazione l’idea di passare alla SuperLega araba.  A fine carriera e con un futuro da manager nel mondo del golf, Tiger si è messo dalla parte del PGA, aprendo in società con Rory McIlroy e Mike McCarley come Ceo la TMRW Sports.

La TMRW organizzerà The Golf League, un circuito molto particolare e in collaborazione col PGA. Si giocherà al chiuso (probabilmente con uno o più simulatori) al lunedì sera con una formula a squadre (sei team di tre giocatori). Un format molto spendibile in tv e su Internet. L’avvio, previsto nel gennaio 2024, è slittato di un anno per il cedimento strutturale dell’arena che avrebbe dovuto ospitare la competizione. All’idea hanno liberamente aderito molti dei colleghi rimasti sul PGA: da Justin Thomas a Collin Morikawa, da Justin Rose a Matt Fitzpatrick

Hamilton, Serena Williams, Justin Bieber…

Tutto bello, tutto in chiave anti-LIV ma i soldi chi ce li mette oltre ai tre soci fondatori? Ecco materializzarsi di nuovo il mutuo soccorso del golf. Se Tiger Woods ci mette la faccia e assegni tanti personaggi di sport e spettacolo ci mettono il grano. A novembre sono entrati investitori come Steve Curry e Chris Paul dal basket, Lewis Hamilton, la calciatrice Usa Alex Morgan e l’ex Real Gareth Bale. Quindi Andy Murray, l’ex quarterback Tony Romo, Justin Timberlake e Serena e Venus Williams.

Il “mutuo soccorso” versione TGL

A settembre era uscito allo scoperto Steve Cohen. Il finanziere, proprietario dei New York Mets (MLB), aveva acquisito i diritti della futura squadra di Tiger Woods nella TGL.

A maggio il mutuo soccorso arrivò dalla musica:  Justin Bieber si portò DJ Khaled, Macklemore, Jake Owen e Darius Rucker. Prima ancora altra informata dal basket come Shaquille O’NealDwyane WadeKevin Durant (in totale oggi sono 83 i cestisti che hanno investito nel golf).



Chi finanzia il LIV Golf Tour?


Il Public Investment Fund, fondo sovrano saudita da 700 miliardi di dollari.

SAUDI ROYAL PALACE Il principe Mohammed bin Salman (“AFP PHOTO / SAUDI ROYAL PALACE / BANDAR AL-JALOUD”)

5 risposte a “Un mutuo soccorso milionario per il golf: ecco chi finanzia chi

  1. Quello che non si capisce è dove si voglia arrivare: da una parte c’è un impegno formale, peraltro già scaduto al 31/12 per la partnership con PIF.
    Dall’altra si usano termini come salvataggio e soccorso, per un’organizzazione, il PGA Tour, a cui i soldi non sono mai mancati, vedi introduzione di premi a casaccio come il PIP, o le decine di milioni di euro in beneficenza, gli aumenti dei premi per contrastare il LIV etc…senza contare il torbido, con dirigenti dai mille benefit e jet privati…
    Inoltre sebbene i rumor siano continui, a parte Rahm, tutti gli altri giocatori di rilievo accostati al LIV sono rimasti (Finau, Fowler, persino Cantlay con le sue proteste).
    Siamo anche oggettivi, ormai c’è un bel pacchetto di giocatori di livello, una decina, nel LIV, ma alcuni sono la brutta copia di loro stessi (Johnson, Smith, etc), e tutto il resto del field ha giocatori inguardabili per varie ragioni.
    Ci dobbiamo preoccupare che hanno preso Meronk? Veramente?
    Il LIV non può stare in piedi ancora a lungo come circo esibizionistico, non fanno ascolti, non avranno mai l’accesso al world ranking senza passare al format tradizionale (di conseguenza praticamente i LIV dovranno qualificarsi ai major giocando altri tornei come già successo per alcuni), e i suoi giocatori scendono inevitabilmente di livello perchè giocano meno e senza la pressione e la competizione dei tour mondiali.
    Per non parlare delle squadre che sono una porcata che dovrebbe stare alla base del merchandising per portare altri guadagni…ma che allo stesso tempo costringe i giocatori a vestirsi con una divisa e a perdere tutti i contratti personali…
    Nemmeno gli arabi possono permettersi di andare avanti per anni sostenendo questi costi nella speranza che dall’altra parte cedano tutti…il PGA tour si rafforza economicamente per andare a fare un accordo che porta altri soldi ma vuole mantenere il comando, vuole far sparire il LIV e Norman e creare un unico tour mondiale.
    Ovviamente libero di essere smentito dai fatti, ma al momento la vedo così.

      • Secondo lei Sauro che cosa gli interessa invece? A parte lo sportwhashing intendo. Diventare l’unico Tour? In quel caso non avrebbero bisogno di ranking e altro.
        Interessa ai giocatori che già oggi a parte due o tre nomi, sono in grande difficoltà per l’accesso ai major.
        Se poi in futuro anche quelli non conteranno più niente…beh allora Dio ci scampi dal nuovo golf.

        • Agli arabi, dal potenziale economico illimitato, non interessa davvero nulla di ascolti. Loro puntano a diventare il più importante e remunerato circuito al mondo, magari “inglobandosi” anche il PGA. Tra dollari e ranking i professionisti scelgono i primi. Anche l’ostracismo dai major non serve a nulla: oramai sono più i big che stanno per perdere il titolo di giocarci che quelli che ci giocano. E’ potere, non sport

          • E’ quello che ho scritto sopra.
            Ma per arrivare a quello dovrebbero avere tutti i giocatori e oggi non li hanno, sono sempre i soliti 54, di cui 10 buoni, gli altri come piace dire agli americani sono “has been” o “never been”.
            E sempre quei dieci sono quelli che stanno perdendo i major, non la maggioranza.

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