Dietro un grande uomo c’è una grande donna. A Copenhagen la grande donna non era dietro ma a fianco di un grande uomo. Nel ritorno a successo in Europa di Matteo Manassero c’è anche sua moglie. Francesca infatti gli ha fatto da caddie in Danimarca e ha portato sicuramente bene. Facile immaginare a chi sia dedicata l’affermazione.
“E’ stata probabilmente la settimana perfetta per tante situazioni – ha detto Manassero a fine tappa del Challenge Tour – e adesso provo tante sensazioni. Mia moglie non lo fa mai ma oggi mi ha seguito in campo, come caddie. Ho passato una fase difficile e lunga della mia carriera che adesso mi permette di assaporare di più questo bel momento. In quella fase lunga ho anche fatto qualcosa di buono”.
Matteo Manassero è uno dei golfisti più amati nel nostro Paese. Sarà per la sua faccia da bravo ragazzo, sarà per l’aver bruciato le tappe nel professionismo. Di fatto ogni sua gara è seguita in modo particolare. “Come va Manassero? Quanto ha fatto Manassero sul Challenge?” sono le domande che più circolano a livello amateur quando si parla di golf professionistico. Accade da anni. Da quando lui ha vinto a Wentworth, ossia dieci anni fa. “Cosa è cambiato da quel maggio? Ho dieci anni di più – scherza lui -. Ho vissuto tanti momenti negativi in questi anni ma oggi sono qua ad alzare questo trofeo che significa moltissimo per me. Forse nel passato non ho apprezzato fino in fondo i miei successi ma stavolta lo farò”.
Il 30enne, veronese di Negrar, è il secondo italiano ad essersi imposto in tutti e tre i circuiti continentali del golf. Prima di lui solo Marco Crespi. Nel suo palmarès prima di domenica 28 maggio c’erano quattro successi sul DP World Tour (Castello Masters 2010, Malaysian Open 2011, Singapore Open 2012 e BMW PGA Championship 2013) e uno sull’Alps Tour (Toscana Alps Open 2020).
Col successo danese è passato dal 40esimo al quinto posto nella Road to Mallorca, l’ordine di merito del circuito. Nel ranking mondiale dalla 575esima alla 427esima posizione.
Matteo Manassero: “Questo sport è strano…”
E dire che giovedì era partito malissimo. “Questo sport è così strano. Giovedì – spiega – potevo facilmente chiudere con un colpo in più e non passare il taglio. Ho iniziato la settimana con molti dubbi sul mio gioco, dubbi su un campo che non perdona se non giochi bene. Però poi giochi, sudi e scatta quel clic…Venerdì è andata meglio, è stato un giro un po’ crazy. Domenica non ho mai guardato il leaderboard, sono sincero. L’ho fatto solamente alla 18 quando ho capito di aver un solo colpo di vantaggio e una buca ancora da giocare. Sapevo di doverla attaccare come ho fatto in questi giorni. Mi serviva il birdie. Stavo bene in campo, mi sono concentrato su ogni singolo colpo, sulla mia routine. Capivo comunque ciò che accadeva attorno a me”.
Guai a fare programmi a lunga scadenza. Adesso il Challenge Tour si sposta in Repubblica Ceca con il D+D REAL Czech Challenge in calendario al Panorama Golf Resort da giovedì.
E forse stavolta la domanda più comune sarà diversa: Francesca farà ancora da caddie a Matteo?