Golf Travel Market, a Roma 800 buyers per i 400 campi italiani

Roma ombelico mondiale del turismo golfistico. Scatta nella Città Eterna e della Ryder Cup 2023 l’International Golf Travel Market, la più importante fiera per gli operatori specializzati nel turismo del golf. Alla Nuvola di Fuksas ci sono ottocento buyers per quattrocento campi disseminati per il nostro Paese.

Un numero impressionante che diventa immenso se pensiamo a tutto quello che offre l’Italia a pochi metri da un qualsiasi campo da golf. Pensiamo alle bellezze archeologiche, architettoniche, paesaggistiche e anche enogastronomiche. Un turismo golfistico dalle potenzialità milionarie ma ancora con le ali tarpate per tanti, tantissimi, motivi. A fargli spiccare il volo, lo speriamo tutti, potrebbe essere la Ryder Cup del prossimo settembre, terzo evento sportivo più seguito sulla faccia della Terra dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio.

“Il turista golfista resta di più e spende di più”

Chervò

Del turista che si porta la sacca con in bastoni in giro per il Belpaese sappiamo tutto. A tracciarne l’identikit è Maria Elena Rossi, direttrice marketing Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) presente al Golf Travel Market: “E’ un tipo di viaggiatore che si trattiene almeno una settimana in più degli altri e spende il doppio dellamedia del turista in Italia (cento euro al giorno). Quindi non si accontenta di un solo campo e viaggia da uno all’altro. E’ un tipo che si sposta anche in periodi fuori stagione. Ha accompagnatori non golfisti e assieme si godono anche le bellezze circostanti, l’enogastronomia e lo shopping”.

Per la vacanza sportiva, l’Italia ha accolto 209mila viaggiatori internazionali nel 2021 che hanno effettuato 749mila pernottamenti e speso 104 milioni di euro.

“Ho giocato sul campo della Ryder Cup”

Open Italia 2022 Marco Simone
ROMA La buca 17 del Marco Simone (Foto di Stuart Franklin/Getty Images)

La peculiarità del turismo declinato in versione golfistica è drammaticamente semplice. Nessun altro sport permette di giocare proprio dove giocano i campionissimi. Un appassionato di calcio calpesterà l’erba di San Siro o del Camp Nou ma non vi giocherà mai sopra. Lo stesso vale per basket, pallavolo, ciclismo, tennis….

Il golf è differente: il Marco Simone di Guidonia Montecelio fino al primo ottobre 2023 ospiterà la Ryder Cup ma dal 2 ottobre sarà a disposizione di qualsiasi golfista amateur. Un australiano, un giapponese o un dilettante di Cuneo potrà prenotare e giocare sul campo della Ryder Cup 2023. Non su una ricostruzione, non su un fac simile a grandezza naturale ma proprio sugli stessi fairway e green dove qualche giorno prima sono passati McIlroy. Rahm e Scheffler. “Ho giocato sul campo della Ryder Cup” è una frase che non ha prezzo.

Per questo non si trova più un albergo a Roma tra le fine di settembre e il 2 ottobre. Agenzie internazionali e privati si sono mossi per tempo, fiutando il business.


Secondo l’a.d. di Enit, Roberta Garibaldi “si è visto come, negli altri Paesi che hanno ospitato l’evento, questo sia stato un volano per il comparto. Ciò concorrerà a dare una ulteriore spinta al turismo italiano”. E i numero di Parigi lo dimostrano molto bene.

“Portare l’Igtm a Roma – spiega Gian Paolo Montali, direttore della Ryder Cup – è stata un’altra sfida vinta, come quella di ospitare il prossimo anno la stessa competizione. Porteremo nel mondo l’immagine di una città, una regione ma anche tutto un Paese dove ci sono campi di golf spettacolari. E i cittadini del mondo con la passione per questo sport vorranno sicuramente venire a Roma e giocare dove si è svolta la Ryder Cup”.

Siamo pronti? Speriamo di esserlo per tempo quando avremo addosso gli occhi del mondo.

Acaya

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4 risposte a “Golf Travel Market, a Roma 800 buyers per i 400 campi italiani

  1. Pensavo che abbiamo 225 Campi in Italia e non 400.Cosa si intende con vacanza sportiva?Potrebbe essere anche lo sci?Per lavorare veramente come si dovrebbe,nel turismo del golf, dovremmo fare un gran salto in avanti per via di organizzazione.Esistono troppo pochi campi che sono pronti per accogliere i turisti internazionali.Solo col dire che abbiamo tutte le basi per il turismo golfistico non basta,lo dobbiamo anche dimostrare.Abbiamo i campi,abbiamo la coltura, abbiamo le citá bellissime e abbiamo la gastronomia che tanti altro non lo hanno,ma quando il turista vuol frequentare i circoli e campi si trova davanti a tantissime mancanze che dovrebbero essere per fare turismo.

  2. In realtà gli operatori vengono per fare business con le altre destinazioni internazionali dove la vera offerta turistica di golf è presente con campi e Resort strutturati e soprattutto vicini tra loro permettendo ai giocatori turisti di cambiare campo ogni giorno. Pure l’Italia è lontana anni luce da queste realtà per il semplice fatto che non c’è questa tipologia di offerta. Ci sono mosche bianche sparse per l’Italia e solamente tre al Sud, ma anche queste non propongono al 100% ciò che I’ll vero turista golfista cerca…..in più alcune (anche famose) chiudono durante i mesi più importanti di questo segmento.
    Mi dispiace e mi fa male dirlo, ma l’Italia non è una destinazione turistica di golf!

    • Ha pienamente ragione.Noi in Italia abbiamo qualcosa di altro a presentare ed é il golf in combinazione con tanta cultura.Da noi il turista non viene per giocare 7su 7 giorni a golf.Lo vediamo in Alto Adige,da noi vengono per fare la combinazione golf e tante altre cose.Certamente abbiamo anche destinazioni come il Lago di Garda dove in 7 giorni puoi giocare 7 campi nel raggio di 30-50 km,ma la cosa fondamentale che ci manca ancora é la collaborazione fra i vari circoli.Se non si fa squadra non si va da nessuna parte,e questo da noi in Italia manca.

  3. parlando di Roma, per il 2023 c’è un grosso boom di prenotazioni legato all’evento ryder, ma per le motivazioni espresse prima di me credo che rimmarrà molto poco. Il “prodotto golf” è poco conosciuto. Molti circoli cercano di coniugare soci e green fee, cosa molto difficile! Ma certo chiudere un bilancio con i soli soldi degli associati e molto duro (per il circolo e per gli associati/spremuti).
    Inoltre verissimo che nessuno lavora per fare squadra, una eccellenza lì ed una a 300 km.

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