Gonzalo Caponi: PGA/DP World e SuperLega, due pesi e due misure

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“Cosa pensate della SuperLega di golf e delle varie decisioni che i due circuiti principali stanno prendendo nei confronti di chi vi gioca? Ad oggi c’è una situazione singolare. Se un professionista si sposta dal DP World Tour al PGA tour è normale e consentito.

di Gonzalo Caponi

Lo fa perché “vuole competere”, “giustamente guadagnare di più” e “prendere più punti validi per il world ranking”. A un professionista del PGA Tour è consentito competere per il bonus finale del DP World Tour e prendersi i 10.000.000 di dollari.



Chi invece va a giocare sulla SuperLega viene messo al bando da entrambi i circuiti, perdendo anche la possibilità di giocare la Ryder Cup a Roma. I due tour principali ormai si sono messi d’accordo. Hanno il monopolio e non vogliono perderlo, secondo me. Vi sembra giusto? Secondo me no. C’è qualcosa che non va nel mettere delle limitazioni a un libero professionista nel mondo del lavoro (come è un giocatore di golf).

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Dustin Johnson, ex numero 1 al mondo e ora sul LIV Golf (Foto di Patrick Smith / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

La notizia dell’allontanamento di Stenson dalla Ryder Cup perché aderisce al LIV Golf secondo me è assurda!  Anni fa, il comitato di Ryder Cup ha cambiato la modalità di qualificazione in squadra perché molti europei ormai giocavano in pianta stabile negli States e non riuscivano a fare punti per entrare in squadra. Perché non aggiungere anche il LIV Golf tra le gare valide per qualificarsi?  La situazione è paradossale: in teoria oggi un professionista europeo impegnato sull’Asian Tour potrebbe raccogliere così tanti punti da entrare nel ranking per la Ryder Cup mentre a chi gioca e vince per la SuperLega non ha nessuna chances. Strano no?

Sono consapevole di aver incrociato tanti argomenti in poche righe di riflessione. Ma l’affare è complesso. E non finisce qua: se togli un capitano perché gioca su un altro circuito dovresti fermare tutti i giocatori impegnati su qualsiasi altro circuito (quindi gli europei impegnati sul PGA).

Questione di logica, non di prepotenza”.

Una risposta a “Gonzalo Caponi: PGA/DP World e SuperLega, due pesi e due misure

  1. Buongiorno,
    a mio avviso fate un paragone che non sta in piedi: i due tour principali convivono da sempre poiché sono, come tutti gli eventi sportivi, svolti sotto l’egida della federazione internazionale e degli organi che governano la stessa (R&A e PGA).
    Le gare LIV ad oggi sono un evento a sé stante che al di là dello svolgersi con le stesse regole (quelle di base, poiché poi il format è invece diverso) non hanno nessuna valenza sportiva, né per gli albi d’oro, né per il World Ranking.
    Da questo punto di vista, ha perfettamente ragione chi le definisce esibizioni, pertanto è inutile parlare di altro circuito quando questo non è riconosciuto dagli organi ufficiali.
    Detto questo, si può ragionare sul concetto di membership che i tour, in particolare il PGA, impongono ai propri giocatori e che sta alla base della disputa sulla libera partecipazione ad altri eventi.
    Perché non riconoscere LIV golf? Perché ad oggi l’eccessiva differenza di premi farebbe perdere importanza a qualsiasi altra gara, forse ad esclusione dei Major per ragioni storiche, togliendo il controllo a chi oggi gestisce il golf mondiale (che poi è la stessa cosa accaduta per la Superlega di calcio).

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