Bryson DeChambeau è arrivato al bivio della sua vita da professionista. Il californiano ha ricevuto una proposta faraonica per giocare sulla cosiddetta Saudi Golf League e chiudere (probabilmente) per sempre con PGA Tour e DP World.
Nelle scorse ore è trapelata la cifra proposta dalla nascente Superlega finanziata dal fondo sovrano arabo PIF. Al 28enne Bryson andrebbero 135 milioni di dollari per giocare sotto l’egida araba. Anche in virtù di vincoli di riservatezza il diretto interessato al momento non commenta e tira dritto.
Tantissimi soldi sono stati di certo offerti anche a Dustin Johnson ma nessuno è in grado di mettere nero su bianco una cifra. Phil Mickelson, da tempo critico con il PGA Tour, sarebbe intenzionato a salutare il circuito Usa. Lee Westwood ci ha pensato mentre al 46enne Ian Poulter sarebbe stato offerti 26 milioni di dollari.
DeChambeau, scienziato pazzo ma vincente
Che fare al posto di Bryson? In questo ipotetico gioco molti di noi comuni amateur chiederebbero “dove si firma per 135 milioni di dollari?”. Altri ci rifletterebbero qualche minuto in più.
Oggi Bryson DeChambeau è il numero nove del ranking mondiale, ha vinto uno US Open e altre otto gare sul PGA Tour. Secondo il sito del PGA in sei anni di professionismo si è messo in tasca 26 milioni di dollari in premi. A questi vanno aggiunti sponsor e derivati vari. Il californiano è uno dei “titolarissimi” della squadra Usa di Ryder Cup. Per dirla tutta Bryson è un personaggio da prima pagina nel mondo del golf per tanti motivi. Soprannominato Scienziato pazzo per la laurea in fisica, è un giocatore dallo swing particolare e da un fisico costruito in palestra (è passato da 88 a 108 chili in tre anni). In campo è un bombardiere, alfiere di un golf tutto muscoli e distanza. Fuori ha un carattere da prendere con le pinze: non è amato nemmeno dai diversi colleghi…
Ultimo dettaglio: il californiano ha 28 anni. E’ entrato nella fase clou della sua carriera ,sorretto da fisico e testa. Teoricamente ha davanti più di dieci anni da campione su PGA e DP.
Perché sì
Premessa: di mestiere DeChambeau gioca a golf. Vincere e guadagnare è nel suo Dna come in quelli di tutti i professionisti.
Un contratto da 135 milioni di dollari è assolutamente fuori da ogni logica di mercato oggi ma – come accade nel calcio – nessuno ha puntato la famosa pistola in fronte a Greg Norman al momento di quantificare l’offerta.
A tale montagna di quattrini andrebbero poi aggiunti i montepremi (sempre milonari) di ogni singola gara della Saudi Golf League. Sfidando field numericamente ristretti e quindi meno competitivi vincerebbe un numero maggiore di gare.
Se accettasse, da un punto di vista economico DeChambeau sistemerebbe per il resto della vita sé stesso e anche più di una paio di generazioni a venire.
Perché no
Scegliere tutti quei soldi comporta una serie di porte chiuse. PGA Tour e DP World vedono il loro futuro seriamente minacciato dalla Superlega. In tempi non sospetti hanno comunicato ai giocatori la linea: o con noi o contro di noi. Per giocare il Saudi International 2022 i professionisti hanno dovuto chiedere il permesso al tour di appartenenza. Il via libera è arrivato in cambio di precisi impegni a scendere in campo in determinati eventi dei circuiti.
Bryson DeChambeau dovrebbe quindi chiudere con PGA Tour (il DP World è il problema minore per uno del suo calibro). Niente circuito Usa significa niente gare ogni settimana ma anche niente Major, niente Ryder Cup e niente President Cup. Meno gare in America e meno visibilità su tv e su Internet: quindi gli sponsor potrebbero chiedere (quantomeno) di ridiscutere i contratti sottoscritti.
Da un punto di vista politico Bryson potrebbe anche pagare il fatto di essere il primo a scegliere la SuperLega. PGA e DP quindi potrebbero adottare una punizione esemplare come il bando a vita per fermare altri professionisti intenzionati. Brutalmente detto: punirne uno per educarne cento.
Al suo posto che faresti?