Bombardiere in campo e anche fuori. A Rory McIlroy non piace per niente la proposta di arginare la potenza nel golf arrivata da R&A e USGA. “Stanno perdendo tempo e denaro” ha tuonato il nordirlandese, stroncando sul nascere l’iniziativa delle due autorità golfistiche mondiali. “Piuttosto dovrebbero concentrarsi su come rendere il golf uno sport alla portata di tutti”.
L’ex numero uno al mondo (adesso numero 6) ad oggi sul PGA Tour ha una distanza media dal tee seconda solo, guardacaso, a Bryson DeChambeau. L’europeo ha fatto volare la pallina a 321 yard (294 metri) in questa porzione di stagione di PGA Tour. Lo scienziato pazzo arriva invece a 329 yards (300 metri e poco più). Il primo ha però giocato quattro gare in più del secondo finora.
“Meno potenza nel golf, più tecnica”
Viste le premesse è forse comprensibile l’intenzione di USGA e R&A di introdurre accorgimenti per limitare i bombardieri. Il discorso non è nuovo: il Distance Insights Project aveva già fatto discutere quando fu lanciato, giusto un anno fa.
Le due scuole di pensiero sono conosciute: da una parte c’è chi predilige la tecnica in campo, dall’altra chi opta per i muscoli. Un golf tecnico è più piacevole (oserei dire romantico) con un professionista chiamato a saper giocare benissimo qualsiasi legno o ferro. Questo tipo di golf è più televisivo e comporta meno interventi sui percorsi di gara, diventati con gli anni sempre più corti in proporzione alla lunghezza dei colpi.
Si può fermare il progresso? Certo che no. E’ la contestazione mossa a una simile visione da chi è tutto muscoli e driver. I professionisti sono tali anche per aver lavorato duro in palestra, sviluppando muscoli su muscoli. L’industria delle attrezzature fa il resto: dalle palline ai bastoni c’è una gara a chi garantisce standard più elevati e tecnologici per aumentare la potenza nel golf.
Un driver per il pro, un altro per l’amateur
La verità sta nel mezzo? Non lo so personalmente. Di certo le due autorità del golf hanno scelto di salvaguardare la prima opzione. L’operazione è stata ribattezzata dai media bifurcation: i professionisti potrebbero giocare solo con un certo standard di attrezzatura (meno performante), gli amateur con un altro (in pratica liberi tutti o quasi).
United States Golf Association e R & A hanno annunciato di pensare a modifiche a bastoni e palline. In particolare si vorrebbe ridurre da 48 a 46 inches la lunghezza massima dello shaft in mano a un professionista. In base a regole locali sullo stesso percorso un pro potrebbe giocare con palline e bastoni “depotenziati”, uno di noi con qualsiasi driver e qualsiasi tipo di pallina (il documento originale è scritto qua).
To make golf more sustainable, the USGA and The @RandA have released areas of interest to help mitigate continuing distance increases. Read more here: https://t.co/4c0wnt4l1W
— USGA (@USGA) February 2, 2021
“Le statistiche evidenziano che le distanze sono aumentate in modo costante nel tempo e se le lasciamo incontrollate potrebbero minacciare il futuro del nostro sport ad ogni livello”, ha detto Mike Davis, amministratore delegato USGA. “Il golf invece deve continuare a prosperare per i prossimi cento anni e oltre” prosegue.
Rory McIlroy: “Modifiche per lo 0,1% dei golfisti”
Non tutti i professionisti sembrano aver preso bene questo cammino intrapreso da tempo dai R&A e USGA. L’iniziativa congiunta non è affatto piaciuta infatti a Rory McIlroy che, senza fronzoli, ha detto la sua. “Sono miopi. Stanno cercando di cambiare qualcosa che riguarda lo 0,1% del golf. Il 99,9% dei golfisti gioca per divertirsi e non ha bisogno che qualcuno dica loro quali ferri o palline debbano usare”.
Molta cautela anche da Dustin Johnson, assoluto leader mondiale, in campo e fuori. Secondo lui non è il caso di controllare la potenza nel golf. “Se guardiamo i punteggi degli ultimi 15 anni sul Tour vedremo numeri non molto diversi. La differenza può farla la condizione del campo: lo score varia se giochi su un percorso morbido con green belli o se giri su uno veloce e non perfetto. Se le modifiche proposte entreranno in vigore ci adatteremo. Ma ora come ora non credo ci sia nulla da cambiare.”
Il diretto interessato, Bryson DeChambeau, non ha ancora commentato espressamente l’iniziativa.
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