di Sauro Legramandi – @Sauro71
Il golf non è uguale per tutti: ne sa qualcosa Barack Obama. Il presidente, una volta lasciata la Casa Bianca, non potrà iscriversi al Woodmont Country Club di Rockville, nel Maryland. L’uomo più potente al mondo è considerato “persona non gradita” in uno dei circoli più esclusivi degli Stati Uniti e con soci in maggioranza di origine ebraica. Per esser più precisi “Obama is not welcome” come scritto in una serie di email indirizzate al presidente, Barry Forman, e al manager, Brian Pizzimenti. Carteggi telematici riservati che sono diventati di dominio pubblico grazie al “Washington Post”.
Alla base del veto posto proprio la mancanza di un altro veto, quello che gli Stati Uniti non hanno posto all’Onu. A fine dicembre alle Nazioni Unite è passata una risoluzione di condanna degli insediamenti di Israele in Cisgiordania. Senza porre il veto, in pratica, la Casa Bianca ha avallato la mancanza di un fondamento legale degli insediamenti, riconoscendo in loro un ostacolo al processo di pace. Uno smacco per Netanyahu (che aveva chiesto a Trump di intervenire) e una piccola rivincita finale di Obama. Finora c’erano state una quarantina di risoluzioni simili affossate proprio con il veto Usa.
Obama a Woodmont ha giocato quattro volte da presidente. Tra qualche giorno lascerà la Casa Bianca ma continuerà a vivere a Washington. Vi resterà almeno fin quando la figlia Sasha non finirà gli studi. Per questo il Maryland avrebbe potuto rappresentare la soluzione ottimale per giocare e, chissà, migliorare quell’invidiabile handicap 13 che Barack dice di avere (Trump si vanta di giocare 3). Del resto, sul golf gli americani non scherzano: esiste un sito che ha contato quanto e quando Obama ha giocato durante i suoi otto anni di mandato. Il dato definitivo dovrebbe aggirarsi sulle 306 volte, “troppe” a giudizio dello stesso Trump in campagna elettorale.
E invece Woodmont ha detto un no preventivo a un socio così famoso e ingombrante. Il primo presidente afroamericano viene così discriminato non per il colore della pelle ma per le opinioni politiche in un circolo che fu fondato nel 1913 proprio per gli ebrei discriminati nei club di Washington. I tempi cambiano e oggi per giocarci servono molti dollari. Per diventare socio si parla di 80mila dollari una tantum mentre la quota annuale arriva a 9600 dollari.
[bctt tweet=”#Obama persona non gradita: escluso da uno dei club di #golf più in degli Usa. Colpa di #Israele” username=”golftgcom”]
Fortunatamente c’è anche chi dice no a una simile discriminazione. Jeffrey Slavin, sindaco di Somerset e socio, ha inviato una email al cda. Il primo cittadino minaccia una campagna “di massa” per non far rinnovare quota annuale se l’embargo di Obama dovesse continuare. “E dire che una volta Woodmont era un club dove potevi andare quando nessun altro in giro ti voleva” ha detto Slavin a FoxNews.
Un “problema” quello di quale circolo scegliere che non si pone per il successore di Barack Obama. Donald Trump infatti possiede 18 circoli da golf in giro per il mondo.
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