di Sauro Legramandi
Gli Stati Uniti hanno vinto la Ryder Cup 2021. Anzi, hanno stravinto l’edizione numero 43 giocata tra i mille bunker del percorso di Whistling Straits. Saranno loro a presentarsi al Marco Simone di Roma il 29 settembre 2023 con la coppa in valigia. Da cappotto il risultato finale: 19-9.
Siamo onesti: in tre giorni non c’è mai stata la sensazione che l’Europa ce la potesse fare. Mai in gara i dodici uomini di Harrington nemmeno quando Garcia e Rahm hanno portato a casa il primo dei 28 punti in palio negli Stati Uniti. Il 6-2 di venerdì è stato solo l’anticamera della batosta di sabato: l’11-5 yankee, come detto, era superabile solo con un Medinah-bis. Altro che colore azzurro per un altro miracolo: domenica il tabellone è sempre stato a forti tinte rosse. Addirittura, a un certo punto, c’erano nove americani in vantaggio…
L’allegra macchina da golf americana non ha mai mostrato un segno di cedimento. Che Johnson, Schauffele, Spieth, Thomas, Finau e Morikawa fossero più forti e più in forma lo sapevamo tutti. Nessuno poteva però prevedere una supremazia simile. L’unica speranza della vigilia era lo spogliatoio a stelle e strisce, non certo un monolite. Invece risultati, partenza sprint e calore del pubblico hanno convinto Dechambeau, Koepka e Cantlay a sotterrare l’ascia di guerra per una settimana e i risultati si sono visti.
Team Europe, si salvano solo in due
A farne le spese un Team Europe che ha deluso in quasi tutti i suoi uomini di punta. McIlroy inesistente nei doppi e vincente nel singolo più per demeriti altrui (comunque commovente vederlo piangere in diretta tv).
Westwood, Casey e Fitzpatrick mai in partita. Hatton e Fleetwood non all’altezza della loro fama. Poulter ha perso nei doppi ma ha mantenuto l’imbattibilità personale nei singoli. Wiesberger ha l’attenuante dell’emozione del debutto, emozione che non ha invece bloccato più di tanto gli altri rookies Lowry e Hovland (bravi entrambi). Se i britannici in generale hanno delusoin questa Ryder Cup lo stesso non si può dire per gli spagnoli Rahm e Garcia, di gran lunga i migliori dell’infausta spedizione europea. Loro due hanno portato punti e gioco per due giorni: vederli presi a pallinate nei singoli dell’ultima giornata è stato emblematico.
Cambiare i criteri?
Ho letto e sentito molto parlare dell’auspicio di cambiare i criteri di selezione della rappresentativa europea. Steve Stricker ha avuto sei giocatori qualificati di diritto e altri sei scelti da lui. Padraig Harrington ha avuto nove giocatori in base alle classifiche e tre li ha selezionati lui.
Per come la vedo io, io credo che il merito vada sempre premiato. Le wild card rientrano in un discorso non strettamente agonistico altrimenti Poulter non sarebbe mai stato convocato. Eppure nello spogliatoio uno come Ian serve e pesa. Eccome, se serve.
Averne tre a chiamata o averne sei non cambia un gran che se il bacino dove attingere è ridotto e comunque non all’altezza. Oggi in Europa ci sono tre giocatori che avrebbero giocato meglio la Ryder Cup 2021 rispetto a dodici di Harrington? Rose, Stenson, Hojgaard, Perez, McIntyre e Migliozzi avrebbero spostato quel pesantissimo score finale? Secondo me no. Per assurdo il futuro capitano di Team Europe potrebbe aver carta bianca di scegliere dodici giocatori a sua discrezione ma se fra i primi dieci giocatori del mondo ci sono ancora otto giocatori di Team Usa…
Pensiamoci per Roma 2023.
Golfando sui social:
– La pagina Facebook
– La community (iscriviti al gruppo)
– Segui @golftgcom
http://golfando.tgcom24.it/2021/09/24/biglietti-per-la-ryder-cup-2023-esauriti-golf-roma/