Phil Mickelson può non urlare “fore” e colpire con la pallina un marshall?

Urlare “fore” se la pallina va in tutt’altra direzione da quella prevista è una delle regole base del golf. Si tratta di una questione di sicurezza, sportività e correttezza in ordine sparso. Ad esser sinceri avvisare il prossimo dell’imminente pericolo è cosa buona o giusta a prescindere se ci si trovi su un fairway o in mezzo alla strada. Ma questo è un altro discorso.

Nel golf evidentemente non tutti sono tenuti a urlare “fore”: guai se non lo fa un comune mortale, si chiude un occhio se non lo fa Phil Mickelson.

DUBLIN, OH - JUNE 02: Phil Mickelson watches his tee shot on the second hole during the first round of The Memorial Tournament at Muirfield Village Golf Club on June 2, 2016 in Dubln, Ohio. Sam Greenwood/Getty Images/AFP

DUBLIN (Ohio) Phil Mickelson nel Memorial Tournament (foto Afp)

Anzi se lo fa lui diventa quasi un evento da celebrare con tanto di video sui social. Magari mi sbaglio, ma vorrei sapere cosa ne pensate. Continua a leggere



Spagna, a 7 anni si accorge a casa di un errore sullo score e restituisce la coppa

di Sauro Legramandi

Cosa vuoi che sia un errore nello score? Mentre in Italia si dà del venduto all’arbitro di calcio una domenica sì e l’altra pure dalla Serie A alla Terza Categoria, dalla Spagna spunta una storia che – conoscendo la carsica cultura sportiva italica – difficilmente vedremo nelle cronache di casa nostra o diventare virale sui social. La vicenda arriva dal golf, quello sport dipinto come roba da ricchi e snob dalla di cui sopra “cultura sportiva italica” . Eppure il protagonista della vicenda, Yago Horno Mateo, non è ricco, non è snob ma gioca bene già a sette anni. Continua a leggere



Le 5 (cattive) abitudini che ti fanno arrabbiare in campo

Anche i golfisti, nel loro piccolo, s’incazzano. Succede per una flappa, per una ics sullo score o per la pallina che sborda. Davanti alle cattive abitudini, qualcuno mantiene la calma e si tiene tutto dentro, qualcun altro sbotta e comincia a santiare per dirla alla siciliana. Ma cosa fa perdere i nervi maggiormente a un giocatore di golf? Tante, tantissime cose. Continua a leggere



Palline ko, spioni, sveglie e caddie strani Nove storiche squalifiche nella storia

Non tutte le gare di golf a livello professionistico sono perfette. Un conto sbagliare un putt da un metro, un conto infrangere una regola per pura distrazione ed essere costretti ad uscire di scena, perdendo gare e montepremi. Se vi è capitato, consolatevi: nel golf professionistico è successo anche questo.

di Sauro Legramandi

Nel 1966 Doug Sanders al Pensacola Open, negli Stati Uniti, era così in forma e lanciato verso la vittoria che si fermò a firmare decine di autografi alla fine del secondo giro. Ma l’americano dimenticò di firmare l’unico pezzo di carta che doveva assolutamente siglare. Esatto: lo score. Fu squalificato e si beccò 10mila dollari di multa.

Greg Norman nel 2015 (foto Afp)

Greg Norman vent’anni dopo difendeva alla grande il suo titolo al 1996 Greater Hartford Open, nel Connecticut. Era in testa dopo il primo giro ma venne squalificato per avere giocato con palline non conformi agli standard della Us Golf Association. Assurda la non conformità: sulla sua Maxfli c’era stampato XS-9, quelle conformi agli standard avevano stampato XS-90.

L’inglese Bronte Law, una delle giocatrici amateur più promettenti, nel 2015 si è giocata la chance di misurarsi con le proette nel Ricoh Women’s Open perché ha usato un misuratore di distanza elettronico all’Irvine Golf Club in Scozia. La tecnologia è permessa solo nelle gare amateur.

Nella preistoria del golf, anno 1940, Ed Oliver era in testa dopo il terzo giro degli Us Open ma le condizioni meteo stavano peggiorando, mettendo a rischio la gara. Oliver voleva giocare ad ogni costo e con il suo team partì prima dell’orario previsto, con lo starter assente dall’area di partenza. Immediata la squalifica, nonostante i suoi stessi avversari chiedessero clemenza per lui.

NORTON, MA - SEPTEMBER 03: Jim Furyk of the United States in action during the pro-am event prior to the Deutsche Bank Championship at TPC Boston on September 3, 2015 in Norton, Massachusetts. Ross Kinnaird/Getty Images/AFP

Jim Furyk

Jim Furyk disse addio al Barclays nel 2010 perché non si presentò alla partenza della Pro-Am shotgun alle 7.30, come previsto dagli organizzatori del Ridgewood Country Club, New Jersey. L’americano letteralmente non si alzò dal letto. Motivazione? Il suo cellulare si era completamente scaricato e non aveva la batteria di riserva: no sveglia, no gara.

 

Ricco il capitolo delle spiate. Uno spettatore poco abituato a farsi gli affari suoi… nel 2010 ha visto Dustin Johnson in azione agli US PGA Championship e lo ha denunciato telefonando alla PGA. Il suo errore? DJ non si era reso conto di essere finito in un bunker e aveva giocato come se fosse in fairway. La gara era nel Wisconsin, a Whistling Straits: i bunker di questo percorso non sono oasi di sabbia ma pieni di erba. “Non mi sono proprio accorto di essere in un bunker” disse DJ a squalifica avvenuta.   Continua a leggere



L’European Tour ha aperto ai calzoni corti Dodo Molinari e Poulter esultano, Rocca no

Via i calzoni lunghi dall’European Tour: la Commissione sportiva ha autorizzato l’uso degli shorts in campo pratica, nel giro di prova e nelle Pro-Am. Chi gioca a golf capisce quanto sia rivoluzionario il meccanismo che si mette in atto con questa decisione. Si tratta di un colpo ben assestato all’etichetta che contraddistingue il golf, l’insieme di regole e consuetudini che da un lato ne accrescono il fascino ma dall’altro rappresentano una barriera per chi vuole avvicinarsi.

calzoni corti

Darren Clarke a Kuala Lumpur (Foto www.europeantour.com)

A fare da apripista è stato Darren Clarke, capitano di Ryder, che ha chiesto e ottenuto che i giocatori della selezione europea potessero indossare pantaloni corti negli allenamenti dell’EurAsia Cup. Decisivi il caldo asfissiante e l’alto tasso di umidità di Kuala Lumpur. Continua a leggere



Regole golf, ecco cosa cambia da gennaio

Novità in vista per il 2016 in tema di regole: la R&A e la United States Golf Association (USGA) hanno ufficializzato l’aggiornamento delle modifiche che entreranno in vigore dal 1 gennaio 2016. Le novità valgono anche per tutti i dilettanti.

Tramite il sito della Federazione, ecco un riepilogo delle quattro principali modifiche regolamentari:

Regola 18-2: Palla Ferma Mossa dal Giocatore, dal Partner, dal Caddie o dall’Equipaggiamento – La Regola 18-2b (palla che si muove dopo l’address) è stata eliminata. Questo sta a significare che quando una palla si muove dopo che il giocatore l’ha addressata, l’applicazione di una penalità secondo la Regola 18-2 si baserà unicamente sul fatto che il giocatore abbia causato il movimento della palla.
regola

Eccezione alla Regola 6-6d: Punteggio errato a una buca – Questa nuova eccezione prevede che un concorrente non sia squalificato per aver riportato un punteggio di qualsiasi buca inferiore a quello effettivamente realizzato se ciò è dovuto al non aver incluso uno o più colpi di penalità in cui il concorrente era ignaro di essere incorso prima di aver consegnato lo score. Piuttosto, il concorrente incorre nella penalità prescritta dalla Regola applicabile e una penalità aggiuntiva di due colpi per ciascuna buca nella quale il concorrente ha commesso un’infrazione alla Regola 6-6d. Continua a leggere



Bubba Watson e Lydia Ko unici giocatori sul circuito americano con un tatuaggio

Lydia Ko

Lydia Ko e il tattoo sul polso destro

Il primo a sinistra nella foto è Zlatan Ibrahimovic, 33 anni, egocentrico attaccante del PSG e 15 milioni di euro incassati nel 2014. A destra Bubba Watson, 37 anni, istrionico giocatore professionista di golf e 15 milioni di dollari incassati nel 2014. Il primo ha decine di tatuaggi, li ostenta e non fa notizia. Il secondo ne ha uno solo, minimalista e fa notizia: Bubba Watson è l’unico professionista sul tour americano ad avere un tattoo visibile. Oddio… visibile fino a un certo punto: sfidiamo qualsiasi lettore a individuare il disegno sul corpo del campione Usa. A chi piace la… Continua a leggere


Jason Millard, la sua onestà diventa notizia “Ho forse fatto un’infrazione”: addio US Open

Jason MillardCosì onesto da non sembrare vero. Così lontano dall’inesistente cultura sportiva italiana che noi – sforzandoci – la liquideremmo frettolosamente come una “storia da libro Cuore”. La storia è quella di Jason Millard, 24enne dilettante nato e cresciuto nel Tennessee. La notizia è che questo sconosciuto golfista ha rinunciato alla qualificazione già nero su bianco per gli US Open 2014. In tv ha detto di “aver forse commesso un’infrazione nel playoff “ a Memphis. Siccome da quelle parti le regole si rispettano, Millard è stato subito squalificato: al suo posto il secondo classificato. Jason è un marziano? Forse. Una brava persona? Senza dubbio.
Continua a leggere