di Sauro Legramandi – @Sauro71
Del golf al tempo del coronavirus sappiamo già tutto. Del golf post-coronavirus ancora niente. La pandemia non ha data di scadenza ma prima o poi la luce in fondo al tunnel dovrà giocoforza accendersi. Cosa accadrà quel giorno? “Apriamoci e mettiamo da parte egoismi di circolo o di comitati composti da persone che guardano solo i propri interessi” risponde Ascanio Pacelli, General Manager di Terre dei Consoli, struttura golfistica e turistica di Monterosi (Viterbo), voluta da Edoardo Francesco Caltagirone, e che ha come architetto del campo il famoso Robert Trent Jones II.
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Da pandemia a tsunami: il coronavirus riscrive i calendari del golf
Rivoluzione firmata pandemia nel golf professionistico. Nel giro di poche ore è stato annullato l’Open Championship 2020 e sono stati riprogrammati gli altri tre Major “americani” già rinviati. Una serie di decisioni che definire storiche è riduttivo. Continua a leggere
Jon Rahm e il coronavirus: “Restate a casa, ringrazio i medici. E ai giovani dico che…”
Jon Rahm, 25enne golfista spagnolo, risiede in Arizona e lì trascorre l’isolamento per la pandemia. IL numero 2 al mondo giustamente preoccupato per la situazione dei propri parenti e amici in Spagna e per ciò che accade ora negli Stati Uniti. Con tre titoli PGA in bacheca (e una Race to Dubai), “Rambo” scrive le su riflessioni sul golf, lanciando un messaggio ai giovani. Su cortesia del PGA Tour ecco le sue parole.
“Ognuno si assuma la sua responsabilità”
di Jon Rahm
“Non è il momento di essere egoisti”
“Troppo facile pensare che si è giovani e che nulla succederà anche se arriva il contagio. Dobbiamo pensare alla società, a tutti quelli che abbiamo accanto. È possibile non avere sintomi ma trasmettere comunque il coronavirus. Continua a leggere
Il golf oggi e domani, Chimenti scrive a Coni e governo
Il presidente di Federgolf, Franco Chimenti, ha inviato una lettera a Coni e governo per mettere nero su bianco la situazione difficile del golf oggi e quella drammatica del golf domani.
Haley Moore vince in Arizona: contro il coronavirus e contro i bulli
La prima vittoria non la scorderà mai, anche se arriva in una gara pericolosa e con solo 18 avversarie. Haley Moore ha vinto il Sun City, match valido per il Cactus Tour americano e giocato in piena pandemia per il coronavirus.
Edoardo Molinari intervista Francesco Molinari… e ci scappa qualche scoop
Edoardo Molinari chiama, Francesco Molinari risponde. In tempi di quarantena i social abbattono ogni distanza e così Dodo intervista via Instagram Chicco per “Tour Talks”, prima puntata della rubrica settimanale ideata dalla sua Golf Academy.
Il golf in Arizona è un bene essenziale, si gioca una gara
Giocare a golf in Arizona equivale ad andare a fare la spesa o in farmacia. In estrema sintesi è quanto sostiene il governatore dello Stato americano che ha appena incluso il golf tra i servizi essenziali. Così ha autorizzato lo svolgimento di una gara del Cactus Tour, circuito professionistico femminile della parte occidentale degli Usa.
Golf History / The Great Triumvirate, la storia degli assi pigliatutto
Tuffo nella grande storia del golf nella nuova puntata della nostra rubrica. Oggi spazio a The Great Triumvirate…
The Great Triumvirate, gli assi pigliatutto
di Carlo Busto
Sul Tour oggi assistiamo ad un sostanziale livellamento al vertice. I vincitori dei principali tornei sono quasi sempre tra i primi cinquanta del ranking. Eppure c’è stato un periodo in cui non era così e, seppur non mancassero altri buoni giocatori, erano di fatto in tre a essere quasi sempre davanti a tutti.
Con particolare riferimento all’Open Championship dal 1894 al 1914, in ben quindici edizioni su ventuno furono sempre tre giocatori ad imporsi.
Si tratta di John Henry Taylor, James Braid ed Harry Vardon. Questi tre campioni vennero soprannominati The Great Triumvirate per evidenti meriti acquisiti sul campo.
Erano le tre grandi star internazionali del golf e la loro presenza, anche in semplici esibizioni, faceva accorrere migliaia di persone e riempiva i giornali.
#ilgolfciunisce… perché siamo impazienti ma realisti
#ilgolfciunisce in questo momento durissimo per il Paese. Ci unisce perché siamo tutti sportivamente impazienti di rimettere piede in campo e realisticamente consci che nulla sarà più come prima.
Da Francesco Molinari a Bubba Watson: sei star in cerca di Ryder Cup 2020
Mancano sei mesi alla Ryder Cup 2020 di Whistling Straits, coronavirus permettendo. L’Europa avrà il compito di difendere il titolo vinto a Parigi 2018 e di preparare la strada a Roma 2022 (oppure 2023). I due capitani, Padraig Harrington e Steve Stricker, stanno selezionando i team di lavoro e, perché no, si sono guardati in giro per le wild card prima dello stop per pandemia. Qualcuno dei trionfatori di Parigi non se la passa però bene. Allo stesso tempo nel Team Usa potrebbero esserci tre assenti illustri rispetto a Le Golf National.