Riceviamo da un nostro lettore un bell’intervento sul suo rapporto con il golf, una passione sopita per decenni e poi esplosa dopo il Covid.
email di Paolo Battista Giuliani
“Finalmente anche in Italia un film sul golf. Mi auguro fortemente che possa colpire nel segno, e che tante persone possano avvicinarsi a questo meraviglioso sport. La mia piccola storia sul golf nasce a Bogliaco nel 1969, ero piccolo avevo 11 anni. Allora per avere i primi soldini in tasca noi ragazzetti si andava a fare il caddie.
Ci andavamo a sedere sulla panca fuori dalla club house del golf di Bogliaco, che a quel tempo era un campo da nove buche, nato nel 1912. Stavamo seduti in un silenzio assoluto, aspettando che uno dei signori danarosi ci scegliesse per portargli quel carrello con una sacca piena di ferri. Mi ricordo ancora la fatica nello spingere quel carrello pesante, ancora più pesante alla buca tre. Per arrivare al tee di partenza, dovevi affrontare una salita ripidissima, arrivato in alto venivo colpito da un panorama mozzafiato.
Rimane nella mia memoria di bambino il fascino che esercitano su di me quegli ombrelli giganteschi e colorati sotto i quali i signori si riparavano. Subisco ancora quel fascino, tanto che quando a 62 anni ho iniziato a giocare a golf, l’ho comprato subito, ed ora quando lo apro nei giorni di pioggia o di sole a picco, rivedo me piccolino in novembre quando c’era quella pioggia fitta.
Un altro ricordo indelebile era quando arrivava il lunedì e il golf era chiuso. Noi ragazzini entravamo nel golf di nascosto. Con le mazze trovate ormai arrugginite e le palline recuperate nei vari laghetti sparsi per il golf, facevamo delle sfide interminabili fino che il sole ci permetteva di proseguire.
Poi l’amore per l’atletica verso i 13 anni mi portò via.
Durante il Covid, è arrivata la tanto attesa pensione, e uno storico amico del lago mi disse, che se avessi iniziato a giocare mi avrebbe regalato la sua vecchia sacca con tutti i ferri. Detto fatto sono andato al golf di Argenta – ora vivo a Ravenna – e dopo cinque lezioni e l’esame delle regole sono andato in campo. Da qui in poi, la passione assopita per cinquanta anni è sbocciata.
Che posso dire di più di questo sport meraviglioso? Ah si, una cosa non da poco conto: non è più uno sport per soli ricchi. Ora una iscrizione annuale costa più o meno come iscriversi a una palestra.
Ah dimenticavo, sul bugiardino non c’è scritto “ma il golf crea dipendenza”.