Ambiente, lockdown, politica e capitani di Ryder Cup. E’ un Gian Paolo Montali a 360 gradi quello che racconta all’agenzia di stampa Ansa lo stato dell’arte del cammino della Ryder Cup a Roma.
Il direttore generale del progetto parte dalla location, il campo di gara a Guidonia Montecelio che avrebbe dovuto essere inaugurato alle Idi di Marzo. “Sono felice di annunciare che il campo del Marco Simone – dice – è aperto ai soci del circolo della famiglia Biagiotti. I lavori riguardanti le 18 buche sono stati ultimati”.
La terza ondata pandemica ha fatto slittare l’inaugurazione. “Un evento del genere merita una grande presentazione, in sicurezza. Che ci sarà quando gli interventi di ristrutturazione riguardanti clubhouse e nuovo campo pratica saranno ultimati. Ma statene certi, per qualità e spettacolarità del percorso il Marco Simone sarà tra i fulcri del golf in Europa e meta di pellegrinaggio. Questo è un campo iconico”.
Montali: mai fermi, nemmeno nel lockdown
Da venerdì 29 settembre a domenica 1 ottobre 2023 andrà in scena la sfida tra Vecchio Continente e Usa. Unico esempio nello sport agonistico, la Ryder Cup a Roma riunirà l’Europa (giocatori inglesi compresi) sotto un’unica bandiera con un messaggio che va oltre lo sport.
L’evento ambisce a fornire uno slancio per la ripresa economica dopo la crisi derivata dal Covid. La sfida potrà essere un volano per il turismo – anche golfistico – con Roma al centro del mondo. E per questo il progetto Ryder Cup 2023 non s’è mai fermato, neanche durante il lockdown. “In quel periodo sono stati abbattuti piloni con gli elicotteri per rispettare tutte le tempistiche e oggi raccogliamo i frutti”.
Una Ryder Cup verde, in ogni senso
Che Ryder Cup sarà? Per il dg sarà green, plastic free ed ecosostenibile. Roma offrirà un’organizzazione concreta tra efficienza, unione e contro ogni spreco. “Avremo sistemi di ecosostenibilità, riciclo dell’acqua, impiego di sostanze non nocive per il terreno”.
Sono solo alcune delle caratteristiche del nuovo Marco Simone che prima della Ryder ospiterà tre Open d’Italia. “Utilizzeremo – sottolinea Montali – anche navette elettriche per portare i tifosi al campo tra prevenzione e minimizzazione dei rifiuti, riciclo degli stessi in loco”.
“Quattro governi hanno capito”
“In questi cinque anni si sono succeduti quattro governi. Eppure il progetto ha sempre funzionato – prosegue Montali – e i rapporti con i vari esecutivi, così come quelli con la Regione Lazio e il Comune di Roma, sono stati eccellenti. Siamo felici che Draghi abbia deciso di puntare fortemente sul ministero del Turismo e della Transizione Ecologica, due temi fondamentali per la Ryder di Roma. Avremo in campo un’Europa coesa che, come sempre, giocherà esclusivamente per conquistare la coppa e l’onore della vittoria”.
Una felicità da condividere con tutti e tre i team che hanno contribuito a far sì che ciò accadesse: famiglia Biagiotti, Ryder Cup Europe e Federazione Italiana Golf guidata da Franco Chimenti, l’artefice che per la prima volta ha portato in Italia il terzo evento sportivo più importante dopo Mondiali di calcio e Olimpiadi.
Tiger Woods capitano a Roma?
Dopo la sfida del 2021 nel Wisconsin (Usa) la Ryder Cup di Roma entrerà ancora più nel vivo. Il primo step è la scelta dei capitani.
“La speranza – ammette Montali – è che vengano individuate due figure rappresentative. Icone oltre lo sport”. E il riferimento, evidente, soprattutto in questi giorni va, sponda Usa, alla leggenda Tiger Woods. Sul versante europeo si parla di Lee Westwood.
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