Anche se non a tutti potrà piacere l’idea il golf si evolve: stavolta il passo in avanti si chiamano telemetri e Gps. In attesa di conoscere come andrà a finire con le limitazioni ai cosiddetti bombardieri, la tecnologia viene finalmente ammessa in campo. La PGA of America ha autorizzato i pro ad usare dispositivi di misurazione della distanza nelle tre principali gare da lei organizzate.E tra queste addirittura c’è un Major. Il debutto avverrà infatti durante il PGA Championship, in programma dal 20 al 23 maggio all’Ocean Course di Kiawah Island (South Carolina). Le altre sono il KPMG Women’s PGA Championship e il KitchenAid Senior PGA Championship.
Il fine ultimo è accelerare i ritmi di gioco durante i quattro giorni di gara. I tempi morti e la “coda” che si forma in campo sono una pietra quasi tombale dal punto di vista mediatico. Si punta ad evitare che una gara in tv o davanti a qualsiasi device non diventi una maratona. La velocità di gioco serve anche a recuperare tempo in caso di partenze spostate per maltempo o gare interrotte.
La PGA of America si prepara a diventare il primo grande organismo del golf a consentire l’utilizzo della tecnologia in tutti i suoi eventi clou. I dispositivi dovranno essere conformi alla regola 4.3a (1).
Non saranno consentiti apparecchi per calcolare le variazioni di altitudine o velocità del vento. Consentiti invece telemetri per ottenere informazioni sulla distanza o sulla direzione. Si potrà usare il compasso, per la gioia di DeChambeau.
Si tratta di una svolta importante anche per i golfisti professionisti e i loro caddie, abituati ad utilizzarli finora solo durante allenamenti o nei giri di prova. In ambito dilettantistico la tecnologia è già realtà.
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