Open d’Italia 2020, le parole di Bertasio, Migliozzi e Paratore

La Pro am e conferenze stampa sono il cuore della vigilia dell’Open d’Italia di golf 2020. Ecco in estrema sintesi le parole di tre dei diciassette italiani al via domani allo Chervò San Vigilio. Proprio alla vigilia è stato invece fermato precauzionalmente il tedesco Max Schmitt perché il suo caddie, Charel Weis, è risultato positivo al Covid19.

Nino Bertasio

Nino Bertasio: “La bolla è dura, lo ammetto”

Il primo a prendere la parola è Nino Bertasio, un giocatore che, senza pandemia, avrebbe avuto un gran bel seguito di pubblico. “Arrivo da Gardagolf – dice – e abito qua vicino. Avrei avuto amici e tifosi con me in questi giorni. Purtroppo va così”.

Impossibile tenere fuori la pandemia anche da una conferenza stampa come questa. “Ho giocato lo UK Swing come esperimento, volevo vedere come andavano le cose con la bolla. La bolla è dura, lo ammetto. Noi siamo abituati a stare tanto tempo lontani da casa, ora è diventato tantissimo. Faccio fatica, vediamo come andranno le cose l’anno prossimo”.

Capitolo campo – Per Nino Bertasio il percorso dello Chervò “non è punitivo dal tee ma è molto lungo. E’ un rough bagnato, meglio arrivare in fairway. Alcuni green sono stretti, sono belli e veloci. La distanza è la sua difesa: magari a luglio con un altro clima, la pallina avrebbe fatto qualche metro in più. Oggi no. Mi ricorda un po’ il Celtic Manor dove abbiamo giocato allo Uk Swing. E’ un campo da resort con partenza anche per i dilettanti che si possono sbizzarrire, i bunker piatti. Chi tira lungo qua parte bene.”

Il futuro – Alle prese con un backswing da migliorare, il professionista italiano ha programmi  a breve scadenza dopo l’Open d’Italia di golf 2020. “Sul lungo termine non possiamo fare progetti di questi tempi. Gioco adesso e le prossime due settimane. Diciamo che dopo Cipro al momento non ho programmi Non ho intenzione di andare in Sudafrica. Si parla di una gara a Dubai, vedremo. ”.

Ad oggi European Tour ha in programma due gare nell’isola di Cipro: il Cyprus Open da giovedì 29 ottobre e il Cyprus Classic dal 5 novembre.


 

Guido Migliozzi:
“Voglio essere più ripetitivo nel gioco”

Guido Migliozzi (Foto Alessandro Bellicini)

Guido Migliozzi (Foto Alessandro Bellicini)

Guido Migliozzi ha quasi il sorriso dei giorni migliori anche se deve ammettere che il 2020 è stato un anno strano, con un approccio diverso al golf. “Nel primo anno sul Tour, il 2019, io galleggiavo – ricordo – perché scoprivo tante cose ed era tutto molto bello. Questa stagione è stata tutto il contrario. A partire dalla bolla. Non poter uscire nemmeno per una pizza è dura, a volte serve per staccare mentalmente dal golf a prescindere di come vanno le cose in campo”. E ora l’Open d’Italia 2020 senza italiani. “Per me l’Open era una settimana di golf e di divertimento, circondato da molti volti familiari. Il pubblico è una parte del gioco, adesso è cambiato, a volte sembra di fare una prova campo anche quando si è in gara”.

Sul suo stato di forma Migliozzi non si sbilancia. “Cerco di essere completo, cerco di giocare a 360 gradi. Questo sport va così: quando azzecchi il gioco lungo, fatichi col corto. Provo ad essere il più ripetitivo possibile, cerco una mia costanza di rendimento”. E a chi gli ricorda che il 2021 sarà anno di Olimpiadi e Ryder Cup Migliozzi risponde tranquillo: “Sognare in grande è bello, si lavora per quello“.

Il campo – Guido allo Chervò non aveva mai giocato. “Praticamente l’ho scoperto ieri (martedì, ndr). E’ un percorso in buono stato, un campo tosto in certe buche. La palla non corre. Andrà giocato bene il driver e con il secondo colpo si potrà attaccare l’asta. La buca 5? Spero che giovedì ci sia un tee più avanzato – scherza – oggi col ferro 4 non ci sono arrivato”.


 

Renato Paratore: “Lavoro per arrivare
più in alto possibile”

Renato Paratore

Se Migliozzi sogna Renato Paratore non è certo da meno. Il giovane romano si presenta a questo Open d’Italia 2020 con una vittoria di prestigio e con i galloni di numero uno del golf italiano, vista l’assenza di Francesco Molinari. Lui non si scompone: “Si cerca sempre di arrivare più in alto possibile – dice – Sono contento per la mia vittoria al British Masters: alzare un trofeo è l’emozione per la quale lavoriamo. Poi ho fatto un bel settimo posto a Wentworth e un bel US Open“.

Reduce da un buon periodo di forma, Paratore confida di non vedere l’ora di misurarsi nell’Open: “Su questo campo vanno giocati bene i ferri, è lungo, i green sono stretti. Sul green ci si deve arrivare col secondo colpo, altrimenti recuperare potrebbe essere difficile. Score bassi? Dico che si vincerà con -17“, chiosa sorridendo.

La pandemia – Quindi la stretta attualità. “Il corpo e la mente si sono abituati a giocare senza pubblico ma è un’altra cosa. Manca l’applauso per un colpo ben riuscito, manca la gente a bordo campo. Non vedo l’ora che torni il pubblico. Sui risultati posso dire che è stata dura giocare all’inizio ma aver lavorato a Dubai durante il lockdown ha dato i suoi frutti. E’ stato fondamentale”.

La Ryder Cup 2021 – Immancabile guardare oltre: cosa manca a Renato Paratore per entrare nei dodici convocati per la Ryder Cup 2021? “Per essere nei dodici ci vuole più consistenza. Devo stare di più attaccato ai primi. Farò più gare e cercherò di fare più top ten”.

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