Alessandra Donati è una giocatrice di golf e una fedele lettrice del nostro blog. Ho saputo del suo viaggio per la Solheim Cup 2019 e le ho chiesto di condividere sensazioni e foto con lettori e appassionati. Ecco i suoi pensieri (s.l)
“La mia Solheim Cup 2019”
di Alessandra Donati
Lo ammetto: quando acquistai i biglietti per la Solheim Cup assieme ad un’amica golfista, il mio scopo principale era quello di fare una gita golfistica in Scozia, senza troppe aspettative circa la competizione, e per acquistare qualche gadget a Gleneagles.
Ora, a gara conclusa devo ricredermi: è stata una delle esperienze sportive più emozionanti e incredibili che abbia mai vissuto.
È stata una festa totale, una gioia comune nel golf. E’ stato bellissimo tifare con un grande rispetto reciproco. E’ stato bello cantare assieme, applaudire assieme i bei colpi, vedere i tifosi britannici sventolare la bandiera blu con le stelle oro dell’Europa vicina all’Union Jack, nonostante l’incombente Brexit.
Mi mancherà la sveglia alle sei del mattino per la Solheim Cup 2019, il freddo pungente, il caffè americano bollente nel bicchiere di cartone per scaldarsi le mani, i cori scatenati, il fish & chips. Mi mancherà cantare le canzoni al tee della prima delle partenze, dove anche l’aver imparato tanti anni fa a scuola My Bonny si è rivelato utile. Il mio posto (quasi) fisso al green della buca 11. E poi anche l’orgoglio italiano, dato che il direttore di gara è un nostro connazionale, persona gentile nonostante le giornate super impegnate.
L’organizzazione dell’evento è stata impeccabile, come logistica, parcheggi, navette, con una grande attenzione verso i disabili, sia come servizi che come accessibilità. La gentilezza e l’allegria sono le due parole che a mio parere definiscono meglio questa manifestazione.
Una tifosa mi ha chiesto quante Solheim Cup avessi visto. “È la prima” ho risposto. Lei mi ha sorriso, ne aveva viste tre. Ora ho capito il perché.