SOLHEIM CUP 2019, L’EUROPA RIMONTA E VINCE CON L’ULTIMO PUTT

Con una delle rimonte più memorabili nella storia del golf, l’Europa ha vinto la Solheim Cup 2019, sedicesima sfida tra giocatrici del Vecchio Continente e degli Stati Uniti. La Ryder Cup al femminile si è giocata quest’anno nel tempio sacro del PGA Centenary Course, a Gleneagles.

GLENEAGLES - Foto di gruppo dopo la vittoria in Solheim Cup.

GLENEAGLES – Foto di gruppo dopo la vittoria in Solheim Cup.

L’Europa l’ha spuntata per 14,5 a 13,5 con una terza giornata iniziata in perfetta parità (8-8). Il bilancio di Solheim Cup rimane favorevole alle statunitensi con 10 vittorie contro le sei delle continentali. Le “made in Europe” hanno prevalso in tre delle ultime cinque sfide.

Decisivi (ma il termine appare più che riduttivo) gli ultimi tre singoli con le europee capaci di rimontarli e vincerli tutti e tre. Le moschettiere della vittoria si chiamano Anna Nordqvist, Bronte Law e Suzann Pettersen.

Le statunitensi avevano di fatto la vittoria in tasca: dopo nove match singoli, le yankees erano in vantaggio per 13,5 a 11,5. Tradotto per i non esperti significa avere tre match ball: negli ultimi tre match bastava loro pareggiarne uno per trionfare e continuare a tenersi in casa la Solheim Cup. Le certezze hanno cominciato a sgretolarsi quando Prima Nordqvist ha superato Morgan Pressel (4/3). Le sicurezze si sono frantumate con la matricola Law, brava a battere Ally McDonald (in parità alla 15 e vincente 2/1 alla 18).

GLENEAGLES Suzann Pettersen imbuca il putt decisivo (foto Mark Runnacles/LET). Solheim Cup.

GLENEAGLES Suzann Pettersen imbuca il putt decisivo (foto Mark Runnacles/LET).

Per finire ecco servito il capolavoro di Pettersen, vincente su Marina Alex con uno strepitoso birdie sull’ultima buca. I casi del destino: Petterzen ha giocato la Solheim Cup 2019 (la nona in carriera) grazie a una wild card. E non finisce qua: Suzann Pettersen, a fine gara, ha annunciato l’addio al golf professionista.

Viste le premesse e il finale di giornata è stata comprensibile l’esplosione di gioia del team vincente e la delusione su chi ha perso una coppa che sembrava già sull’aereo verso gli States.

Solheim Cup 2019 sul filo del rasoio

Quella a Gleneagles è stata una coppa sempre in grande equilibrio a iniziare dalle due giornate di doppi (8-8) e il responso al fotofinish è stato perfettamente in linea. Da sottolineare tra le ragazze allenate dalla scozzese Catriona Matthew le ottime prove dell’inglese Georgia Hall, della francese Celine Boutier: per loro quattro vittorie ciascuna su quattro match. Ottima anche Charley Hull, due successi e due pari. Bene anche la spagnola Carlota Ciganda e lode, anche se sono state discontinue, per il trio che ha dato il contributo fondamentale alla rimonta.

GLENEAGLES Folla delle grandi occasioni per la premiazione (Foto: Phil Inglis). Solheim Cup.

GLENEAGLES Folla delle grandi occasioni per la premiazione (Foto: Phil Inglis).

Tra le americane, dirette da Juli Inkster (prima donna alla guida per tre volte della formazione a stelle e strisce e reduce da due successi consecutivi) sono rimaste imbattute le due sorelle Jessica e Nelly Korda, con tre vittorie e un pareggio. Si è ben comportata Brittany Altomare (2,5 punti su 4 partite). Alterne tutte le altre e ha deluso Lexi Thompson, con soli due mezzi punti.

GLENEAGLES Bronte Law (foto di Phil Inglis/LET). Solheim Cup.

GLENEAGLES Bronte Law (foto di Phil Inglis/LET).

E cosi l’Europa del golf continua a lasciare il segno: dopo la Ryder Cup 2018 di Parigi, con i big europei – trascinati da Francesco Molinari – che hanno sovrastato Woods e compagni, è arrivato un nuovo trionfo per il Vecchio Continente. Che non festeggiava alla Solheim Cup dal 2013, anno dell’ultimo acuto in Colorado.

“Great job”. E’ proprio Chicco uno dei primi, con questo tweet, a complimentarsi con la spedizione europea per l’exploit che, nelle battute finali, sembrava davvero impossibile da raggiungere.

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