Francesco Molinari guida la selezione dei fantastici otto. Tanti sono i giocatori già convocati per la prossima Ryder Cup 2018 in Francia: con lui in campo a Le Golf National vedremo Justin Rose, Tyrrell Hatton, Tommy Fleetwood, John Rahm, Rory McIlroy, Alex Noren e Thorbjorn Olesen.
Tre inglesi, un nordirlandese, uno spagnolo, un italiano, un danese e uno svedese possono segnare la crescita del movimento ormai davvero a livello europeo e non più con baricentro la Terra di Albione. Hatton, Fleetwood, Noren, Olesen sono al debutto assoluto. Per Molinari è la terza partecipazione. I veterani sono Rose e McIlroy con cinque Ryder alle spalle. Loro due c’erano nell’ultima edizione, quella giocata ad Hazeltine e vinta dagli Usa 17 a 11. Anche gli americani hanno già selezionato gli otto giocatori dell’ordine di merito.
Per due terzi la nostra squadra al completo. E adesso bisognerà attendere altre 48 ore per conoscere le quattro wild card che completeranno Team Europe. Il capitano Thomas Bjorn le annuncerà in diretta Internet mercoledì 5 settembre alle ore 14. Qua si apre il dibattito.
Ryder Cup 2018: chi saranno gli altri quattro?
Con quattro debuttanti assoluti, a Bjorn dovrebbe far comodo gente di esperienza.Non si escludono sorprese dell’ultima ora ma i nomi da stampare sulle ultime quattro sacche sono una decina. Con mostri sacri del calibro di Westwood e McDowell arruolati da Bjorn come vicecapitani, un posto potrebbe andare a Ian Poulter. Mr Ryder Cup è un personaggio che vive di questa competizione, è capace di far gruppo e di trascinarlo verso risultati impensabili. Oltre alle doti “morali”, Poulter è tornato a giocare un gran bel golf negli ultimi mesi, con tanto di vittoria allo Houston Open.
In lizza ci sono sono Russell Knox, Eddie Pepperell, Thomas Pieters, Rafa Cabrera Bello, Paul Casey e Ross Fisher: tutti giocatori costanti ma senza l’acuto stagionale che li possa già far sentire con un piede dentro il gruppo dei convocati. Nella stessa situazione dovrebbe trovarsi Sergio Garcia, in crisi di risultati e di gioco. Ma si tratta comunque di quel Sergio che ha sempre grandi Ryder e che può fare la differenza soprattutto in coppia. Per lui potrebbe valere lo stesso discorso di Poulter sull’esperienza per bilanciare i rookies in squadra. Difficile un ripescaggio di Henrik Stenson, alle prese con un problema al gomito.
A sorpresa potrebbe toccare a Matt Wallace, fresco vincitore del Made in Denmark.
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