Masters 2025, il rito del golf tra biglietti a 1.600 dollari e sandwich a 1,5

Uno su cento ce la fa. Agli altri novantanove anche quest’anno non resta che prendersela con la sfortuna e prepararsi a pagare. Pagare tantissimo per assistere al Masters 2025, il più tradizionale dei quattro Major.  Ma una volta varcato il mitico cancello di Magnolia Lane, ogni sacrificio trova la sua ragione. Perché il Masters Tournament non è solo una gara di golf: è un rito americano.

di Sauro Legramandi

Giovedì gli Stati Uniti dimenticheranno per qualche ora dazi e Groenlandia. In Georgia inizia infatti il Masters 2025, la gara di golf che qualsiasi golfista vorrebbe giocare o vedere da bordogreen. Più che una gara è un rito con un cerimoniale che si ripete ogni anno. A partire da parole che non si possono dire e usignoli dal canto registrato.

La lotteria (quasi impossibile) del biglietto

Prendiamo ad esempio i biglietti d’ingresso. Non esiste una prevendita come la intendiamo noi bensì una lotteria. Ci si iscrive e si incrociano le dita. Il sorteggiato ringrazia e sborsa solo 75 dollari per il giorno di pratica e 115 quando c’è gara. Piccolo dettaglio: c’è un mondo di golfisti che sogna quell’estrazione. Un mondo quantificabile in circa due milioni di persone. Minima la possibilità di farcela (meno dell’uno per cento, appunto).

Il piano B: il mercato secondario

Chi la dura (e paga) la vince: il 99% punta direttamente al mercato secondario nonostante i prezzi decollino.

AUGUSTA – Orientarsi al Masters 2025 è fondamentale (Foto by Michael Reaves / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Ammirare il campione uscente Scottie Scheffler nel giro di pratica può valere da 800 a 2.000 dollari al giorno. Seguirlo in gara equivale a un investimento: si va da 1.600 a 3.500 dollari, sempre a giornata.  Il New York Post ha calcolato le tariffe per i pochi biglietti ancora sul mercato secondario 2025: entrare ad Augusta mercoledì costerà 2.634 dollari, assistere al primo giorno 2.189 mentre il pacchetto di quattro giornate di gara arriva a 7.880 dollari.

Il piano C: i Badge Patron

Esiste, sulla carta, anche un piano C, vale a dire mettere le mani sul Badge Patron, il pass annuale che garantisce l’accesso a tutti e quattro i giorni del torneo al costo di 450 dollari. Anche qui c’è un piccolo dettaglio: la lista d’attesa per questi badge è chiusa dal 1978.

Trattasi in pratica di diritto d’ingresso acquisito che viene tramandato di padre in figlio (o passa di mano in mano per altre migliaia di dollari).

Cibo a prezzi popolari (davvero) al Masters 2025

Una volta superato lo scoglio chiamato ticket, tutto cambia. Chi riesce a non cadere in tentazione (leggasi merchandising del Masters di golf) può cavarsela con poco dentro i cancelli dell’Augusta National.

Il Masters è no logo. L’Augusta National Golf Club non vende nulla con un logo diverso dal suo. Augusta è celebre anche per l’esperienza unica offerta agli spettatori. A partire dal cibo: spuntini e bevande fanno parte del rito tanto quanto le buche più proibitive chiamate Amen Corner o la Green Jacket indossata (solo dentro quel circolo) dal vincitore. E, sorprendentemente, i prezzi sono rimasti accessibili nel tempo, in netta controtendenza rispetto agli standard degli altri grandi eventi sportivi.

Il menù è essenziale ma iconico. L’immancabile Pimento Cheese Sandwich costa appena 1,50 dollari, proprio come l’Egg Salad Sandwich. Tra le scelte più gettonate c’è anche il Bar-B-Que Sandwich a tre dollari. Per i dolci, la Georgia Peach Ice Cream Sandwich è un cult.

Anche le bevande sono a prezzi contenuti: l’acqua costa 2 dollari, le bibite 2-3 dollari e persino la birra – compresa la Masters Brew, creata appositamente per l’evento – si può acquistare a cinque dollari. Tutto viene servito in bicchieri verdi riutilizzabili che i fan collezionano come souvenir.

Masters 2025, un business da 140 milioni di dollari

AUGUSTA (Foto di Andrew Redington / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Dietro l’apparente semplicità, c’è un’organizzazione colossale gestita dal circolo stesso. Il Major (al quale i golfisti non accedono in base al ranking bensì dietro invito recapitato per posta) è organizzato dall’Augusta National Golf Club. Il club (375 dipendente fissi) non mette in piazza i bilanci ma le cifre stimate sono note.

Dalla biglietteria arrivano ogni anno circa 40 milioni di dollari, 25 dai diritti televisioni e altri 69 dal merchandising. Pimento e simili garantiscono entrate per otto milioni. In totale fanno oltre 140 milioni di dollari. In teoria un tesoretto destinato a  coprire le spese di manutenzione del campo (il più curato al mondo, in ogni dettaglio), il montepremi per i giocatori e altri costi operativi compresa una voce per la promozione del golf a livello globale.

Consumismo sfrenato da un lato, tradizione e semplicità dall’altro. Un panino da 1,5 dollari e un biglietto da 1.600. Ecco servito il rito americano del golf, declinato al Masters Tournament.  Un sogno proibito per milioni di appassionati.