Matteo Manassero: “Sinner un fuoriclasse, ha bene in mente cosa fare”

Matteo Manassero e Jannik Sinner
Matteo Manassero e Jannik Sinner

L’ascesa verticale e la popolarità di Jannik Sinner hanno pochi eguali nella storia dello sport italiano. Qualcuno ha intravisto nella sua escalation quella di Matteo Manassero, una volta enfant prodige del golf internazionale, oggi tornato sul circuito europeo dopo anni duri. A mettere nero su bianco il parallelismo è il quotidiano “Libero” in un’intervista dal titolo “Ero il Sinner del golf poi ho visto il baratro”.

Al collega Leonardo Iannacci il professionista veneto racconta la sua carriera, spiegandone picchi e abissi.

“Ho seguito Sinner anche se stavo giocando in Bahrein – dice Manassero – e sono felicissimo per lui”. E poi da trentenne con tanto vissuto alle spalle non si tira indietro quando si tratta di guardarsi alle spalle. “Vincevo e spaccavo il mondo? Avevo l’incoscienza dei 17-18 anni, mi veniva naturale e istintivo giocare bene e ottenere risultati. Poi sono iniziati i guai. Ho iniziato ad avere problemi tecnici e la fiducia nelle mie capacità è venuta meno. Mi sono sentito vulnerabile”.


Iannacci gli domanda di eventuali rimpianti. Impossibile non averne dopo aver vinto il suo quarto titolo sul Tour (nel 2013. il BMW PGA Championship a Wentworth) arrivò a soli 20 e 37 giorni. Matteo non esita a rispondere: “Dopo le prime vittorie avrei dovuto fermarmi e accrescere le basi tecniche e non basarmi sulle sensazioni avute in gara. Il golf non mente”. Rischio che, secondo il giocatore, non corre Sinner bravo e coraggioso a cambiare staff quando era in alto. “Io invece l’ho fatto perché le cose stavano andando male. Sono rinato grazie all’aiuto di un gruppo composto da nuovi coach, da preparatori atletici e mentali di livello. Sinner ha cambiato per scalare il ranking. Io avevo bisogno di resettare tutto, per dare una svolta e ricostruirmi”.

“Sinner è un fuoriclasse maturo”

E ancora: su Libero si legge che dietro la crisi c’era il fatto di non “aver avuto punti di riferimento nel gioco, mi sono trovato spiazzato e in balia di quello che mi succedeva. Adesso ho ritrovato la voglia di tornare quello di una volta. Molte persone importanti sono state fondamentali nella mia ricostruzione, prima di tutto la mental-coach Alessandra Averna. Il maestro Soren Hansen ha gestito l’aspetto tecnico e anche Roberto Zappa”.

Sport diversi, destini forse diversi ma Matteo Manassero comprende che l’altoatesino è un fuoriclasse dalla “maturità espressa in questi ultimi tempi. E che lo aiuterà se incapperà in qualche piccola delusione. Sinner è solido, lo ammiro molto. Ha bene in mente cosa fare, non ha bisogno di consigli”.


3 risposte a “Matteo Manassero: “Sinner un fuoriclasse, ha bene in mente cosa fare”

  1. Matteo non è Sinner, o meglio, il golf non è il tennis. Dopo la vittoria in Australia di Jannik si è avuta un impennata di lezioni di tennis in tutta Italia. Più o meno la stessa cosa che dava per certo nel 2015 Montali durante la presentazione della Ryder Cup a Roma e che ha continuato a dire il ministro Abodi durante l’inaugurazione dell’evento al Marco Simone nel 2023. “Sull’onda della Ryder vedremo un aumento degli iscritti nei circoli di golf e sarà un bene per il golf Italiano”. Niente di tutto questo purtroppo è avvenuto. Ad oggi gli iscritti alla federazione sono sempre meno, di pari passo ai soldi nella casse della FIG. Sui campi nel week end siamo sempre gli stessi imperterriti e resilienti. Se c’è una cosa che ha subìto un aumento quello è il green fee che si fanno pagare i campi. Una cosa a dir poco anacronistica per un movimento che si propone di voler incentivare le persone alla pratica. Il golf non è il tennis, così il calcio non è la vela, lo sci, il nuoto e persino il curling. Quello che accomuna tutti gli sport, sono la passione e l’impegno di tutti coloro che questi sport li praticano, professionisti o no.
    Solo rispetto per loro.
    Buon gioco a tutti.
    Roberto Fioretti

    • Condivido tutto…. Anzi , sembra quasi che l’abbia scritto io. C’è da aggiungere una cosa però , io ogni tanto gioco a tennis, prenoto la mia ora e gioco, nn sono iscritto da nessuna parte , nn c’è nessun obbligo, paghi e giochi. Nel golf non è così , io sono tesserato dal 2007, mi piace giocare quando ho tempo e in campi diversi… ma bisogna però essere iscritti alla federazione , cosa che in tanti altri sport non e’ necessaria. Forse per incentivare bisognerebbe creare una formula diversa. Capisco bene che il golf non è il tennis o il padel o il calcetto, bisogna saper stare in campo , ci sono le regole , non è semplice e mantenere un 18 buche è molto costoso.Ma occorre fare qualcosa perché ci sono sempre meno iscritti e praticanti.

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