Al giorno d’oggi il golf va così veloce che dev’essere in qualche modo rallentato. In una sintesi alquanto estrema è questo il principio che ha ispirato iU.S. Golf Association e Royal & Ancient Golf nel proporre una regola che da locale potrebbe diventare epocale. Le due massime autorità vorrebbero introdurre una pallina da golf per professionisti “più lenta” di quella di un qualsiasi amateur iscritto ad una qualsiasi Coppa Fragola.
Così facendo però verrebbe messo in dubbio uno dei principi cardine del gioco del golf. Ma andiamo con ordine.
Negli Stati Uniti le chiamano già “golf ball roll back”, il ritorno indietro delle palline. U.S. Golf Association e Royal & Ancient Golf, dopo aver preso atto del profondo cambiamento in atto, hanno dato l’ok a un nuovo standard di pallina in grado di volare meno di quella attuale. Ricordiamo che, a prescindere da marca e modello, ogni pallina da golf deve essere conforme a quanto prevedono USGA e R&A.
Ieri è stata presentata ufficialmente la proposta. I produttori hanno tempo fino al 14 agosto prossimo e, se tutto dovesse andare per il verso giusto, il nuovo corso partirà il primo gennaio 2026.
Perché si è arrivati alla pallina rallentata?
Model Local Rule sarà il nome della regola locale da adottare per usare le nuove palline in quelle che i due organismi chiamano “gare d’elite”. In pratica gare professionistiche, dai Major in giù.
In una videoconferenza Martin Slumbers, ceo di The R&A ha ammesso che “le distanze delle palline in gare pro sono costantemente aumentate negli ultimi 20, 40 e 60 anni”. Negli ultimi due decenni, la media dei colpi è aumentata di un metro all’anno. Qualcuno ha già fatto ricorso alla calcolatrice: le 300 yard volate da un professionista con la pallina di oggi saranno almeno 285 con la pallina di domani. Ossia circa 14 metri meno.
Gioco lungo, campo lungo, budget lungo
Attualmente più bombardieri sono in circolazione e più problemi ci sono per il mondo del golf. I motivi sono svariati. Il primo è legato al minor appeal televisivo di uno sport dove vince sempre e solo che tira gran botte alla malcapitata Titleist di turno. I muscoli alla lunga non pagano in tv.
Ma non finisce di certo qua. Con giocatori sempre più lunghi il percorso di gara deve adattarsi giocoforza. Per le sopra citate “gare d’elite” servono fairway più lunghi. Ma un 18 buche più grande e più lungo necessita di una maggior quantità di acqua per l’irrigazione. E quindi di più addetti per la manutenzione. E allora anche sempre più soldi (oltre a quelli necessari per acquisire nuove aree verdi limitrofe al percorso).
Uno sport che unisce, una pallina da golf che divide
Sul web c’è chi la prende con filosofia: “Fai un cambiamento troppo grande e le persone saranno più propense ad opporsi. Fai un cambiamento troppo piccolo e nessuno se ne accorgerà” si legge sui social riferendosi ai 14 metri in meno dal gennaio 2026. Ma i dubbi sono più di uno. A partire dalla reazione delle industrie che quelle palline dovranno produrre e commercializzare (alti costi e mercato alquanto ridotto).
Qualche perplessità arriva anche dal versante professionisti. In un colpo col driver la pallina è solo una delle varianti. Il ridurne la velocità non equivale ad ottenere un tiro più corto. A fare la differenza possono esserci infatti i materiali dei bastoni oltra a potenza e/o tecnica del professionista. Il prossimo passo sarà rallentare tutti i driver?
Ma la diversificazione tra palline comporta una divisione mai vista finora nel mondo del golf. La bellezza del golf va ricercata che oggi Scottie Scheffler, Francesco Molinari e il signor Mario Rossi possono giocare insieme e con con la stessa attrezzatura . Domani no: Mario Rossi continuerà con la sua pallina Callaway, gli altri due ne avranno una ad hoc. Così facendo si mina l’idea che due golfisti possano scendere in campo ad armi pari con la sola differenza dell’handicap di gioco.