Golf in Groenlandia tra rocce, licheni, muschio ma senza fairway

Le vacanze sono quasi per tutti un ricordo. Chi guarda avanti può pensare a giocare a golf in Groenlandia: ecco i suggerimenti del nostro Pier Paolo Vallegra, golfista giramondo (ha giocato in 160 Paesi).

Golf in Groenlandia

La Groenlandia è l’isola più grande e la nazione meno densamente popolata del pianeta. Come le isole Far Oer è una nazione costitutiva del Regno di Danimarca. In base ai voli, si può passare in Groenlandia quattro giorni oppure uno solo…

di Pier Paolo Vallegra

Per chi ama il trekking, dog sledding, passeggiare su un iceberg oppure fare tour di pesca e gite al largo incerca di balene, i quattro giorni sono la soluzione ideale. Queste attività però non fanno per me… I miei interessi per la Groenlandia, ed in particolare per la sua capitale Nuuk (meno di 20.000 anime), sono, nell’ordine: il Nuuk Golf Klub, il Greenland National Museum e la cucina locale.

Una volta realizzato di poter visitare il museo, giocare le nove buche e cenare in meno di 24 ore ho deciso di prendere il volo Icelandair delle 22.50 da Malpensa per Reykiavik (4,3 ore). Così ho dormito nell’unico hotel raggiungibile a piedi dall’aeroporto di Keflavik (Aurora Hotel). Sono ripartito la mattina seguente (in ritardo di 2 ore) con un aereo da 37 posti (compresa la hostess) sorvolando centinaia di iceberg. Ho raggiunto Nuuk alle 14.30 locali (quattro ore di fuso con l’Italia).

Un taxi mi ha portato al Nunatta Katersugaasivia Allagaateqarfialu (il museo, appunto) in dieci minuti. Lì ho potuto ammirare diverse imbarcazioni, vestiti tradizionali, una coppia che – con l’ausilio di un tamburello – intonava canti inuit tipici. E ancora: la Pearyland Umiaq (la più antica barca di pelle al mondo, praticamente intatta) e le famose mummie. Fra queste le più commoventi sono quelle di una mamma e un bambino di circa 600 anni fa, ritrovate fra i ghiacci del nord.

Le mummie di mamma e bambino

Quindi di corsa in hotel per prepararmi per le 15.30, orario dell’appuntamento con Henrik (Tupilak Travel, agenzia turistica locale). Lui è passato a prendermi per presentarmi il caddie. Ho pagato 500 corone danesi per il servizio (taxi a/r, green fee e ferri) e 700 corone per il caddie (tutto fatturato, cosa rarissima in tutto il mondo…).

Il caddie (un danese da queste parti perché in visita ai due figli) aveva le chiavi della club house (una casettina in legno, molto spartana). Quindi ha preso una sacca e, dopo la foto di rito, ci siamo avviati verso la buca uno. Il suo nome si pronunciava come miele in inglese ma si scriveva in modo totalmente diverso.

Golf in Groenlandia
Pier Paolo Vallegra pronto per il suo giro in campo

La temperatura era ottima, sui nove gradi, non pioveva (dopo giorni bagnatissimi) e c’era totale assenza di vento (cosa assai rara, anche se comporta la presenza di nugoli di fastidiosissimi mosquitos).

Il giro in campo

La buca uno è l’unica in piano del campo, un par 3 sul cui green arrivo in due colpi, anche se mi trovo in questa situazione che mi costringe a non usare il putt ma il ferro 8 a correre…

Golf in Groenlandia
Buca 1

Alla partenza della buca 2 lancio un’occhiata alla sacca. Vi trovo il driver tutto acciaccato (come lo avessero martellato più volte). Quindi un legno 3 ed un legno 5 da mancini, un 6, un 9 e un pitch da bambini, un sand ed il putt in acciaio.

Honey si scusa e parte verso la clubhouse a cercare qualcosa di meglio e dopo un po’ riparto dalla 2 con il driver acciaccato, un legnetto 7 non male, un ferro 8, il sand e il putt. Tenuto conto che il sand lo userò solo due volte per uscire dall’erica e che il putter, visti i green, lo avrò usato si e no tre volte, gioco con tre ferri…ma tant’è…

Su ogni buca si sale e si scende dalle rocce che disseminano il campo: ecco, nella foto, un esempio di discesa dal green della 6 alla 7 (per fortuna non piove e non si scivola).

La discesa dal green della 6 alla 7


Le zone d’erba sono piuttosto piccole e rare, inframmezzate da rocce sparse ovunque e muschi, licheni, erica…

Golf in Groenlandia

Arrivo alla 9, un par 5 complicatissimo, che il disegno sotto rende solo in parte…

Sul green della 9 mi giro e guardo da dove sono venuto, come il naufrago del primo canto dell’Inferno…

Riesco a fare i quasi 500 metri di questo inferno in otto colpi, e chiudo con un totale di 47 (+14) che giudico eccezionale, visto il campo ed i mezzi a disposizione!


Dopo il golf in Groenlandia… salta il ristorante


Per la cena dopo il golf in Groenlandia c’è solo un ristorante di classe a Nuuk, il Sarfalik, a 400 metri dal mio hotel. Una vista magnifica sulla città, sul fiordo e sui monti… Ero già preparato su cosa assaggiare. Via con appetizer di megattera con marinata di soia, maionese alla senape e alghe. A seguire filetto di renna con sedano rapa e “patatine” croccanti di salvia. Quindi megattera affumicata a freddo con l’onnipresente sedano rapa in tre versioni: fermentato, sottaceto e purea arrosto. Per concludere gelato al cerfoglio e crema di formaggio, con patatine allo yogurt e granelli di liquirizia. Il tutto accompagnato da una mezza bottiglia di Riesling alsaziano Trimbach.

Ma, malgrado fosse un giovedì sera e i prezzi siano piuttosto altini, il ristorante era fully booked

Golf in Groenlandia
Lo score e il panorama

Peccato! L’alternativa, vista l’ora e la stanchezza del gioco, è un megapanino con birra locale al bar dell’hotel… Il mattino dopo, complice la pioggia battente, non mi resta che documentare score e pallina dalla finestra della mia cameretta (nel senso di minuscola, ma con bella vista sul mare del Labrador).

E così siamo a 160 nazioni dove ho giocato a golf (-24 dopo la chiusura dello storico campo di Kabul)!