Matteo Manassero ha vissuto di persona l’ansia e la preoccupazione per la variante sudafricana. Lui, mentre il mondo scopriva Omicron, era proprio là, in Sudafrica. L’italiano, con i colleghi Scalise, Gagli e Paratore, era impegnato nel Joburg Open, prima gara del neonato DP World Tour. “Tutto è andato bene fino a giovedì sera – spiega a Tgcom24 – quando i giocatori inglesi hanno cominciato a sentire e leggere su Internet l’intenzione di Londra di chiudere i collegamenti aerei con Johannesburg”.
La voce si è sparsa subito e in breve tutti hanno cercato un posto sul primo aereo per rientrare. “Fino a quel momento la trasferta era stata sicura, come le altre – prosegue Manassero – visto che la procedura del Tour prevede tamponi all’arrivo e prima di iniziare la gara. Tutto rispettato e tutto come previsto”.
Da giovedì con Omicron è cambiato tutto e lo stesso Matteo Manassero ha deciso di rientrare il prima possibile in Italia. “Ho giocato male e ho potuto partire prima. La mia agenzia mi ha trovato un biglietto per Amsterdam e poi Milano – dice – e sono arrivato a casa sabato. A Milano mi hanno fatto un tampone e adesso mi sono messo in isolamento fiduciario.”.
A chi gli chiede come vanno le cose in Sudafrica Manassero risponde sicuro: “Si usano mascherine all’interno e tamponi ovunque, tengono come noi alla sicurezza. Da un punto di vista professionale spiace perché vengono cancellate due gare che erano in calendario in Sudafrica ma la salute viene prima di tutto. La quarantena si fa, non ci sono problemi”.
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