Temo che per un bel po’ dovremo scordare quel bellissimo suono pulito della palla che rotola in buca. Coronavirus e golf andranno di pari passo per parecchi mesi e, ad esempio, infilare la mano nella buca sarà vietato. Il golf del futuro – temo – sarà molto diverso da quello giocato sino ai primi di marzo. Di seguito tutte le possibili novità che circolano in Rete.
Salute e sicurezza sono le priorità nella fase 2 dell’intera umanità post-virus. Figuriamoci se il golf potrà rischiare e chiamarsi fuori. Il coronavirus cambierà il golf perché si dovrà giocare in modo sicuro e garantire la salute degli addetti ai lavori (segreteria, pro shop, green keeper…).
Il nuovo golf: se non ora quando?
Di ufficiale non c’è ancora nulla, di ufficioso anche troppo. In giro per la Rete se ne leggono di tutti i colori ma il fatto che da più parti si aguzzi la mente per giocare una volta circoscritta l’emergenza è indice, a mio giudizio, di due fattori. Primo: c’è tantissima voglia di golf. Secondo: il mondo del golf (circoli, organizzatori, turismo, federazioni…) non può stare fermo ancora a lungo.
Ho cercato di mettere nero su bianco tutte le novità trovate in giro per la Rete. Alcune sono facili da realizzare, altre utopistiche. Alcune (vedi il doppio guanto) escludono di fatto molte altre. Non ho la sfera di cristallo per dire oggi quali verranno adottate da Federgolf.
Doppio guanto
L’uovo di Colombo. Indossare due guanti è la vera panacea anti-contagio per giocare a golf. E’ di gran lunga la protezione più sicura,
I guanti andrebbero indossati prima del ritiro dello score e tolti dopo averlo infilato in un’urna, a 18esima buca finita. Usura e lavaggio frequenti vanno messi in conto. Se ne compreranno due paia in più a stagione ma il gusto di giocare in sicurezza val bene… un guanto.
La buca
Chi tocca la pallina in buca si contagia: è quanto emerge scorrendo l’universo social legato a coronavirus e golf. Sicuramente si tratta di un’esagerazione ma infilare la mano (senza guanto) dove l’hanno messa decine di altre persone non è salutare di questi tempi. Tante le correnti di pensiero su come ovviare.
C’è chi non vuole avvicinarsi alla buca: ecco dunque spuntare una spugna da piscina (il cosiddetto “tubo” usato per rimanere a galla) da sezionare e infilare fisicamente dentro la coppa della buca. In tal caso la pallina cadrebbe sì dentro ma non fino in fondo: di conseguenza niente mano dentro la buca e niente rischio. La stessa soluzione si ottiene sezionando un tubo in Pvc: la palla supera il bordo, rotola dentro ma non fino in fondo. La ratio sta nel salvaguardare forza e precisione del putt.
Altro punto di vista: la buca viene “difesa” da una corona esterna sempre in Pvc. Si considera data la palla che tocca la corona: che la palla si appoggi di misura o che rinculi di potenza poco importa. Ratio opposta a quella precedente: l’importante è toccare. Si tratta di una ipotesi estrema perché il bello è imbucare dosando, appunto, forza e precisione.
Altro approccio possibile al problema-buca in tempi di coronavirus e golf: niente materiale posticcio dentro o intorno ma un grosso cerchio disegno col gesso con la buca al centro. Quando la pallina entra in quel cerchio il colpo si considera dato. Esiste anche una variante: se la pallina entra nel cerchio distante un metro dalla buca si marca un solo colpo. Se la palla finisce in un secondo cerchio a cinque metri si segnano due colpi. Fantagolf ? Forse ma non del tutto.
Addio ai nearest to the pin: chi si fida a toccare il metro per misurare la distanza?
Le palline
Da sempre possibili vettori di qualsiasi tipo di virus, le palline da golf ora diventano ancora più pericolose. Vietato passarsele e/o scambiarsele. Non si potranno più lavare prima di un tee shot. Quelle del campo pratica andranno sanificate spesso (meglio toccarle solo con i bastoni).
Non tutto il male vien per nuocere: con la paura di un possibile contagio magari a qualcuno passerà la voglia di chinarsi a terra e infilarsi in tasca di nascosto la palla di qualcun altro.
I bunker
I rastrelli saranno sicuramente banditi da ogni campo del regno del golf. La sabbia del bunker potrebbe venir sistemata dal giocatore con il piede oppure con un bastone.
Qualche circolo a stelle e strisce ha pensato bene di chiudere fisicamente l’area del bunker: chi vi finirà dentro potrà droppare all’esterno senza avvicinarsi alla buca e senza colpo di penalità.
Lo score e la doppia firma
Vietato scambiarselo con un altro compagno di flight e, soprattutto, guai a riconsegnarlo al legittimo proprietario a fine giro. Secondo i ben informati scomparirà l’obbligo della doppia firma: il marcatore, dopo aver letto i colpi al giocatore, siglerà lo score e lo infilerà in un’apposita urna. Il giocatore non sarà tenuto a firmarlo.
Il pagamento migliore sarà quello effettuato online prima di partire per il circolo. In questo caso lo score verrebbe distribuito sul tee della 1 dallo starter o da un addetto con guanti e mascherina. Da evitare il passaggio in segreteria.
Niente assembramenti in campo, in segreteria, in…
Assolutamente vietata la presenza di due o più team a bordo tee in attesa della partenza. Con ogni probabilità spariranno le panchine lungo il percorso. Con spogliatoi ancora off limits il consiglio è di uscire di casa già vestiti per giocare e di cambiarsi le scarpe in auto, nel parcheggio. E ancora: meno gente ci sarà contemporaneamente in campo pratica meglio sarà. Ognuno si porti il gel sanificante da casa.
In tempi di coronavirus e golf sarebbe ideale (ma utopistico) ridurre il numero di giocatori di un team. Già scendere da quattro a tre sarebbe un grosso passo in avanti. In ogni caso le partenze dovranno essere ben distanziate.
Non spaventiamoci se all’ingresso del circolo ci verrà provata la temperatura corporea.
Discorso a parte meritano clubhouse, segreterie e pro shop. La clubhouse come la intendiamo ora potrebbe essere quella dalla ripartenza più difficile. Essendo luogo di incontro e punto di ristorazione ad oggi urgono per lei norme precise oltre al distanziamento sociale.
In segreteria potrebbero spuntare plexiglass per separare personale e clienti. Il green fee e il resto andrebbe pagati online o comunque con la carta di credito (anche senza firma). Sia in segreteria che al pro shop gli ingressi saranno contingentati.
L’asta della bandiera
La prima reazione dell’amateur, dopo la diffusione dell’allarme per coronavirus e golf, è stata semplice: “Non toccherò mai più l’asta”. Introdotta nel 2019 l’opzione di lasciare l’asta al suo posto è diventata oggi così fondamentale che da opzione potrebbe diventare obbligo. Se passasse l’obbligo di lasciare la bandiera nella buca si eviterebbe buona parte dei rischi.
Nel frattempo si potrebbe pensare a una buca realizzata sempre mel centro del green, così da renderne superflua la segnalazione tramite bandiera. Oppure la buca potrebbe essere “evidenziata” da un cerchio in gesso visibile da lontano.
Nel Tennessee, allo Sweetens Cove Golf Club, hanno salvato capra e cavoli: niente bandiera e due buche per ogni green, una difficile e una facile. A seconda della gara la palla va imbucata nella ‘difficile’ o nella ‘facile’. La posizione delle due buche è segnalata in una mappa.
Online la ditta Falcon Golf vende questo dispositivo per raccogliere la pallina imbucata senza toccare l’asta e senza toccare la buca.
In times of world chaos we have three suggestions for golf and life:
1. Don’t bend over in public places
2. NEVER touch the shaft directly
3. Be gentle grabbing your balls, and never let someone else touch yours#LetsStepUpAndWhackItAgain @BarstoolLurch pic.twitter.com/LPLBYZnmHp— Falcon-Golf (@FalconDashGolf) April 16, 2020
Golf car e carrelli
In nome del distanziamento sociale sarà vietato condividere il car con un altro giocatore a meno che non sia il convivente. A bordo ci potrà essere un solo giocatore. A fine giro il personale del circolo dovrà procedere alla sanificazione. Qualche percorso statunitense ne ha già ridotto il numero a disposizione in modo da incentivare la sacca in spalla o il carrello privato.
Lo stesso discorso vale infatti per il carrello a noleggio: sarà sanificato dopo l’uso (con o senza guanto) ma sarebbe meglio farne a meno.
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