A una manciata di ore dal ritorno in campo, Tiger Woods parla ai microfoni di GOLFTV. A fargli le domande c’è Henni Zuel, volto noto del golf femminile e testimonial – proprio come Tiger – della nuova piattaforma targata Discovery.
Il campione americano racconta gli impegni che lo hanno visto coinvolto nelle ultime settimane, gli incontri fatti e come si sta preparando ai prossimi tornei sul PGA Tour.
Che cosa hai fatto da quando ti abbiamo visto l’ultima volta al PGA?
“Ero solo a Las Vegas con la mia Fondazione. Abbiamo raccolto molti soldi. Ci siamo divertiti. Ha partecipato anche Janet Jackson e Russell Westbrook che mi ha eliminato da un torneo di poker. E’ stato un momento fantastico. Non mi innervosisco mai prima di affrontare una platea, ma presentare Janet Jackson è un’altra cosa. È una persona che ho sempre guardato e ammirato, presentarla è stato uno dei momenti più speciali che abbia mai avuto.”
Home practise, Memorial memories and 80s music.
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— GOLFTV (@GOLFTV) May 30, 2019
Alla luce del tuo gioco che abbiamo visto di recente e alla settimana di riposo a casa, ci puoi dire su cosa hai lavorato?
“Mi sono assicurato di sentirmi a mio agio con volo di palla più alto. Ho faticato a Bethage. Di fatto, facevo volare la palla troppo bassa e sto cercando di ritrovare il feeling sul putt che avevo sui green di Augusta. Non stavo rilasciando nel modo corretto la lama del bastone per far girare di più la palla. Mi sto proprio focalizzando su questo. Nelle prossime gare l’obbiettivo sarà mantenere il volo di palla alto…. A Pebble Beach, cercheremo di farla girare di più, i green saranno più duri. In entrambi i tornei, il comune denominatore sarà quello di essere tranquillo e far volare la palla alta“.
Hai vinto cinque volte qui e hai bei ricordi. Che cosa ami così tanto di questo campo da golf?
“Non c’è niente di meglio che stringere la mano di Jack mentre ti allontani dal green da campione”
Post-round debates with Tiger and Peyton. pic.twitter.com/KFp1Tfhtuq
— GOLFTV (@GOLFTV) May 29, 2019
Questo ti motiva…
“Sì, perché ho avuto la fortuna di aver vinto tre tornei ospitati dalle leggende del golf. Si tratta di Jack, Arnold o Byron Nelson. Stringer loro la mano mentre me ne vado da campione è un sentimento così surreale. Sono le persone che ho ammirato, che ho cercato di emulare nel mio gioco. Ho avuto la possibilità di parlare e confrontarmi tanto con loro negli anni, sfortunatamente due di loro non ci sono più. Mi hanno aiutato con la mia vita e il mio gioco. Jack è ancora in giro, con le sue parole di incoraggiamento – o provocatorie – ed è fantastico”.
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