Golf e (soprattutto) lavoro in fuga dal Donnafugata Resort di Ragusa

C’è un fuggi fuggi al quale nessun italiano prima e nessun golfista poi vorrebbe assistere. Si tratta di quello dal Donnafugata Resort, quasi ex eccellenza del turismo golfistico italiano in terra di Sicilia. Quell’ex rappresenta tutta la personale speranza affinché qualcuno fiuti il business (non l’affare) e si dia una mossa. Il Donnafugata Resort, dopo nove anni di onorata carriera, è un passo dal fallimento. Sull’orlo del baratro i suoi 45 dipendenti a quali vanno aggiunte decine di stagionali. A loro va il primo pensiero. Oggi un impiego regolare non ha prezzo, a prescindere che sia legato al mondo dello sport, del commercio o dell’industria.

Donnafugata Resort (foto dal sito).

Donnafugata Resort (foto dal sito).


A Ragusa ci sono 45 lavoratori fissi che non hanno percepito lo stipendio a dicembre, la 13esima e la 14esima mensilità. E così sarà anche a gennaio, nonostante abbiano chiesto aiuto al sindaco, Giuseppe Cassì. La società “Donnafugata Resort srl” che gestisce il complesso è stata dichiarata fallita nel maggio 2018. L’esercizio provvisorio si è chiuso il 30 novembre. Da dicembre il resort ha chiuso i battenti teoricamente per la pausa invernale. La pausa potrebbe durare tre o quattro mesi oppure per sempre. Alla base dello stallo un contenzioso che ha portato al fallimento una serie di interventi sulla struttura.

Nessuno si è fatto avanti per rilevare l’attività o per subentrare pagando l’affitto. Il Donnafugata oggi è in mano al curatore fallimentare, incaricato dal giudice di trovare un futuro per questo centro turistico che molti turisti stranieri ci invidiano. La prima asta, ad inizio gennaio, è andata deserta. Come scrive il quotidiano La Sicilia la base d’asta era fissata a un minimo di 32mila euro mensili per un contratto d’affitto biennale con fidejussione bancaria di cinque milioni di euro. Dopo il primo buco nell’acqua, alla seconda asta il minimo dovrebbe scendere.

Donnafugata Resort, danno e beffa

Il danno sarebbe enorme, la beffa di più. Il Donnafugata Resort ha mantenuto intatto il suo appeal turistico-golfistico in questi anni, come dimostrerebbero la prenotazioni per la stagione estiva 2019. Secondo il collega Giuseppe La Lota infatti per la prossima estate ci sarebbero prenotazioni per un valore di un milione e seicentomila euro. Cifra che rimane sulla carta ad oggi visto che non si sa che ne sarà di questo 18 buche in contrada Piombo a Ragusa. Cifra che potrebbe anche aumentare visto che il concorrente Verdura Resort di Sciacca ha subito danni dall’alluvione dello scorso mese di novembre. Purtroppo le beffe non finiscono qua: durante l’incontro con il primo cittadino del 19 gennaio scorso, le maestranze hanno dichiarato che “il 2018 era partito con il botto” per presenze, superando di gran lunga le precedenti stagioni.

Donnafugata Resort (foto dal sito).

Donnafugata Resort (foto dal sito).

Donnafugata, leggendo dal sito (molto bello) “dispone di due percorsi da 18 buche con una lunghezza superiore ai 6.500 mt., il Parkland disegnato da Gary Player e sede del Sicilian Open European Tour nel 2011 ed il Links progettato da Franco Piras. E’ inserito nella lista dei mille migliori percorsi dalla guida Rolex, è provvisto di un Driving Range con 70 postazioni”. Sorge in Contrada Piombo, a 15 minuti dall’aeroporto di Comiso e un’ora da Catania. Non più tardi di un anno fa si giocarono gli Internazionali d’Italia. Si parla di 240 ettari, 200 stanze e centro benessere nel cuore della Sicilia.

Il rischio che si parli di Donnafugata come ex eccellenza del turismo golfistico è dunque concreta. Ripeto: mi spaventano di più i 45 posti di lavoro in bilico. Possibile che nessuno in Italia sia pronto a investire sul turismo e sul golf? Come se non bastasse, stiamo parlando appunto di Sicilia ossia terra di cultura, mare e tradizioni.

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