Augusta Masters, dal dramma Garcia all’allungo di Spieth

Un Augusta Masters non per deboli di cuore quello iniziato all’Augusta National. In un solo giro abbiamo visto la resa sportiva del defending champion Sergio Garcia (ha chiuso in 13 un par 5), la rimonta di Spieth (primo), un buon Tiger Woods e un Molinari capace di tirar fuori le unghie dopo la partenza in salita.

Augusta Sergio Garcia

AUGUSTA Uno sconsolato Sergio Garcia sulla buca 16 dopo lo shock della 15 (foto Afp)

Il leaderboard di Augusta

Subito i dati del primo giorno: al comando, appunto, c’è Jordan Spieth (già vincitore nel 2015). Il numero 4 al mondo ha infilato una giornata di grazia chiusa in 66 (-6) con cinque birdie di fila, dalla 13 alla 17. L’americano è avanti due lunghezze dai connazionali Tony Finau e Matt Kuchar (-4). Esatto: Tony Finau è quel pro che, esultando per una buca in uno nel Par 3 Contest, si era infortunato alla caviglia sinistra. Dopo la corsa in ospedale, l’americano ha stretto i denti e a lungo è stato in vetta alla classifica.

Augusta Jordan Spieth

AUGUSTA Riuscirà Jordan Spieth a bissare il successo del 2015? Eccolo nel quarto colpo della 18 (foto Afp)

Al quarto posto (-3) Rory McIlroy, Rafa Cabrera Bello, Henrik Stenson, Li Haotong, Patrick Reed, Adam Hadwin e Charley Hoffman.

Il Masters di Molinari

Francesco ha dimostrato di avere la grinta necessaria per giocare a questi livelli. Molinari ha chiuso in par ed è 21esimo (con Justin Rose e Tommy Fleetwood) dopo aver reagito alla grande a tre bogey di fila in avvio (buche 3, 4 e 5). La svolta alla 6 con il recupero segnato da tre birdie alla 7, alla 9 e alla 15. “Ho giocato veramente bene – le dichiarazioni di Chicco a fine gara – visto e considerato anche che si trattava del primo giro con le bandiere più difficili e i green più veloci del solito”.

Il rientro ad Augusta di Tiger

Augusta Tiger Woods

AUGUSTA Una buca 8 non proprio indimenticabile per Tiger Woods (foto Afp)

Dietro Molinari c’è Woods. All’Augusta National Club l’ex numero uno al mondo si ferma in 29esima posizione (+1) in virtù di tre birdie e quattro bogey. “The big cat” ha fatto qualche errore (nessun birdie sui par 5) ma ha trovato la forza di restare in gara, scampando da un pericoloso +3 finale. “Sarà divertente – il primo commento di Tiger – testare le prossime 54 buche. Darò il massimo. Il pubblico è stato incredibile e questo mio ritorno al Masters è stato fantastico”.

Stesso score per Hideky Matsuyama e il leader mondiale Dustin Johnson.

Sergio Garcia, cinque volte in acqua

Difficile trovare le parole per El Nino. Quanto visto alla buca 15 va oltre ogni peggior incubo sportivo. Sergio Garcia, campione in carica (primo major vinto dopo 19 anni sul tour e 79 giocati) ha chiuso quella maledetta buca in 13 colpi, ossia il peggior punteggio mai segnato per la buca chiamata Fire Thorn. Ad aumentare l’incredulità sono altri numeri: quella buca è ritenuta la seconda più facile dell’Augusta National e dodici mesi fa Garcia l’aveva chiusa in tre colpi.

Anche stavolta tutto lasciava presagire per il meglio. Lo spagnolo aveva piazzato un ottimo tee shot con vista green e, ferro 6 in mano, ha attaccato la buca. Il primo tiro ha disegnato una bella traiettoria in aria, poi è rimbalzato e ha cominciato la sua folle corsa verso l’ostacolo d’acqua “difeso” da una discesa particolarmente ripida . Penalità e quarto colpo da tirare. Garcia ha preso il wedge e ha tirato di nuovo. La pallina è volata, ha rimbalzato e corso verso l’acqia. Penalità e sesto colpo da tirare. Sempre wedge e praticamente stessa scena di prima. Penalità e ottavo colpo da tirare. E poi altre due volte così.

Sergio Garcia: “La pallina non voleva fermarsi”

Morale della favola: Garcia è riuscito a far fermare in green la pallina al sesto colpo dal fairway. Nello stupore generale ha marcato 13 colpi. Solo un miracolo gli consentirà di passare il taglio del venerdì. Quasi senza parole i telecronisti Usa e i suoi compagni di team.

Adesso per El Nino c’è la storia: suo lo score più alto in una buca al Masters. Prima di lui la disavventura era toccata al giapponese Tommy Nakajima (buca 13, par 5, 1978) e a Tom Weiskopf (buca 12, par 3, 1980). Il record negativo alla buca 15 era di 11 colpi: toccò al giapponese Jumbo Ozaki (1987), a Ben Crenshaw (1997) e  spagnolo Ignacio Garrido (1998).

Nel leaderboard Garcia è al penultimo posto, con un +9 condiviso dal pompiere amateur Matt Parziale.

“E’ la prima volta in carriera che commetto un errore simile – ha detto lo spagnolo – Chiudere una buca par 5, peraltro semplice, in 13 colpi, non ammette scusanti. E’ inspiegabile. Ogni volta che colpivo sembrava come se la palla non volesse fermarsi mai. Sono davvero deluso”.

E adesso Sergio cosa deve fare?

Che fare in situazioni simili? Leggendo Twitter il dramma sportivo dello spagnolo sarebbe già rientrato ma la situazione va vista in campo. La domanda ci sta: prendersi qualche giorno di stop o ritornare subito in campo pratica? Il quesito, sempre sui social, ha trovato una pronta risposta da Paolo De Ascentiis, conosciuto ed apprezzato maestro di golf:

“MAI FERMARSI! Riflettere e imparare dagli errori si … ma MAI ARRENDERSI! Da piccoli si impara sbagliando ! A volte anche da “ GRANDI” .. si inceppa in momenti ( drammatici) ! Ma proprio da QUESTI momenti che si può TORNARE GRANDI e anzi , CRESCERE!”


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