Ogni tanto fa piacere ricordare che di sport belli come il golf ce ne sono pochi. A rinfrescare la memoria è stato il premio Fair Play dell’Anno che “La Gazzetta dello Sport” ha appena conferito a Manassero.
Matteo ha vinto perché si è auto-inflitto due colpi di penalità per aver (forse) toccato un ciuffo d’erba durante un colpo in bunker al Klm Open in Olanda. Manassero è stato grande, per non dire grandissimo. Il suo gesto sarebbe la normalità nel nostro sport dove non esistono arbitri. Eppure quel gesto fa notizia e merita un premio in un’Italia come la nostra dove, purtroppo, sembrano prevalere furbi e furbetti.
Matteo Manassero, l’arbitro e il pubblico
Ecco come Manassero racconta al collega e amico Simone Battaggia su “La Gazzetta dello Sport” di mercoledì 13 dicembre quel giorno.
“Ero davanti, tra i primi dieci. Arriviamo alla buca 12, col primo colpo finisco nel bunker. Lì non c’ erano telecamere, non c’era pubblico.
Mi sistemo per il colpo, ma all’ultimo momento mi accorgo che a 30 centimetri dalla pallina c’ è un po’ d’erba in rilievo, come una zolla. Apro comunque il braccio per colpire, il bastone parte e ho la sensazione che sfiori quei fili d’ erba, prima di toccare la pallina. (…) Vado dall’arbitro. Gli ho chiesto cosa dovessi fare.
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(…) Alla buca 13 mi ha detto che stava a me decidere. Loro non potevano giudicare. Nessuno mi aveva visto, non c’ erano telecamere e non c’ erano testimoni, solo io potevo sapere se avevo infranto o no quella regola. (…). Non volevo rimanere con il dubbio di aver fatto qualcosa di sbagliato. Ho sentito dentro di me che forse quella zolla l’avevo toccata davvero, e che non avrebbe avuto senso fare finta di niente. La penalità non data è un beneficio per me, ma per gli altri sarebbe stata un torto. Alla fine chiuderò 17esimo”.
Complimenti davvero, una scelta da condividere e diffondere a chi vede nel golf ancora uno sport snob e d’elite.
Un pensiero alle “nuove” regole
Tra l’altro, un passaggio del racconto di Manassero calza a pennello con quanto scritto non più tardi di 24 ore fa. USGA e R&A hanno messo al bando telefonate e email anonime per segnalare eventuali violazioni dei professionisti nelle gare del tour. Al loro posto una specie di Var: un giudice fisso davanti ai monitor. In questo caso quel giudice come si sarebbe comportato con Matteo Manassero? L’italiano per sua stessa ammissione ha giocato dove “non c’erano telecamere e non c’era pubblico”. Se non si fosse auto-sanzionato l’avrebbe fatta franca?
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