Il golf cambia: basta telefonate anonime, c’è la Var

Il mondo del golf mette alla porta gli spioni e apre a qualcosa di molto simile alla Var della nostra Serie A di calcio. La novità scatterà il primo gennaio 2018 e verrà accompagnata da un’altra piccola rivoluzione riguardante lo score. Ma andiamo con ordine.

I vertici della United States Golf Association e della R&A hanno reso noto lunedì di aver trovato una posizione comune in merito alle segnalazioni del pubblico da casa. In Italia potremmo usare un simile giro di parole per definire le delazioni più o meno anonime relative a tutte le gare dei vari tour professionisti trasmesse in televisione.

Chi segue il golf avrà già capito di cosa si tratta. Oggi un telespettatore, comodamente seduto nella sua poltrona di casa davanti alla tv a Tokyo, può denunciare via email o con una telefonata l’irregolarità (vera o presunta) di un qualsiasi giocatore impegnato in un torneo in corso negli Stati Uniti. Dall’altra parte del cavo o davanti al pc infatti c’è un funzionario che riceve la segnalazione e, se non del tutto priva di fondamento, la inoltra ai giudici di quel torneo. Una volta attivato (e non sempre tempestivamente), quel giudice negli Stati Uniti esamina le immagini video relative al presunto fattaccio per poi prendere una decisione.

La casistica non è priva di episodi in tal genere che sono costati carissimi prima a Tiger Woods e poi a Lexi Thompson.

Il caso Lexi Thompson

Per un fatto simile infatti la bella giocatrice Usa quest’anno ci ha rimesso un Major, l’Ana Invitational. E’ accaduto lo scorso mese di aprile sul percorso di Mission Hills in California quando qualcuno da casa ha notato la Thompson piazzare in modo inconsueto la pallina  sulla buca 17 del terzo giro.  Lo spettatore ha inviato una mail ai giudici che hanno però esaminato il caso solo domenica mattina quando Lexi era in campo e al comando. Riscontrata l’irregolarità, un marshall ha avvicinato la proette alla buca 12 del quarto e ultimo giro per annunciarle la doppia sanzione: due colpi di penalità per aver infranto la regola 20-7c giocando la pallina dal punto sbagliato e altri due per aver firmato uno score non corretto (regola 6-6d). Morale della favola: addio Major con seguente crisi di pianto.

CALIFORNIA Lexi Thompson piange mentre si avvicina alla buca 18 del quarto giro sul percorso di Mission Hills: le hanno appena comunicato i quattro colpi di penalità per il giro di sabato

Evidente come un sistema simile abbia lati più o meno positivi. Piace il coinvolgimento democratico del pubblico: il dilettante come il numero uno al mondo giocano con le stesse regole che chiunque, dal dilettante in su, conosce e pretende che vengano rispettare. Piace molto meno il fatto che il destino sportivo di un professionista non sia nelle sue mani. Non piace che il risultato di una gara possa venire deciso dall’audience tv. Quanti occhi addosso ha un giocatore in uno US Open e quanti in un Portugal Open ? Di certo non gli stessi. Non solo: uno US Open ha audience differenti a seconda di giorno e ora di gara. Centomila occhi che osservano i giocatori al giovedì pomeriggio vedono meno di un milione di occhi del giro finale.

Un giudice dietro un monitor… in pratica la Var

Chi amministra il golf internazionale (compresi PGA, LPGA, European Tour, Ladies European Tour e PGA America) ha pensato come aggirare l’ostacolo-delazioni. Il telefono sarà sempre occupato e le email anonime avranno un posto in prima fila nella posta indesiderata. Per garantire massima trasparenza (ormai dovunque si scommettono fior di dollari su ogni singolo torneo) USGA e R&A hanno previsto una specie di moviola in campo. Si è così stabilito che ogni gara abbia un giudice arbitro dedicato alle immagini tv. Il suo compito sarà guardare e riguardare i filmati, cercando eventuali infrazioni dei professionisti.

Un giudice davanti a un monitor. Praticamente come la Var nella nostra Serie A. Da chiarire se uno dei marshall in campo possa, di sua iniziativa, chiedere al collega dietro al monitor di visionare un singolo colpo. Di certo, a differenza di quanto vediamo in ogni partita di calcio, nessun giocatore chiederà la prova tv per la giocata di un collega.

Il golf al passo con i tempi

La prova tv senza l’aiutino da casa entra così nel golf, segno che questo sport è in grado di stare al passo con i tempi.

Certo, fatta la legge trovato l’inganno: non tutti i colpi di tutti i giocatori sono coperti allo stesso modo dalle telecamere. Volete mettere le riprese dedicate a un rookie piuttosto che quelle per un Sergio Garcia? E la tv seguirà allo stesso modo dal giovedì alla domenica quel Garcia? Difficile aver una copertura totale ma si tratta comunque di un passo in avanti.

“Il messaggio che vogliamo fare passare è di aver fiducia in chi controlla la gara: se l’hai visto tu spettatore da casa lo vedrà senza dubbio anche un giudice davanti al monitor in clubhouse” ha dichiarato Thomas Pagel, senior director di USGA.

 

Niente penalità per lo score sbagliato se…

L’altra novità discende direttamente dal caso Thompson. USGA e R&A hanno deciso che non sarà da punire chi firma un score sbagliato a sua insaputa. Senza dolo non c’è reato in pratica. Nel caso in questione, Lexi ha firmato lo score sabato pomeriggio senza sapere della regola violata alla buca 17. Se i giudici le avessero fatto notare l’infrazione Lexi avrebbe siglato uno score con i due colpi di penalità. Domenica all’Ana Invitational lei sarebbe ripartita con due colpi in più e non con un  2+2. Per ora quella dello score sbagliato firmato senza esserne a conoscenza è una regola locale consigliata dal governo dei golf in tutti i tornei professionistici. Dal primo gennaio 2019 diventerà effettiva in tutto il mondo.


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