Il golf nella testa / 5 – Da ogni gara esci diverso da come sei entrato: hai l’oro nelle tue mani

Gara finita. 18esima buca giocata. Sei nella fase post-stress e pre-recupero di energie fisiche e mentali. Prova a farti questa banale domanda: “Cosa resterà di questa gara?”. Le risposte possono essere diverse.

Qualcuna arriva dalla nostra rubrica “Il golf nella testa” , curata da Sonja Caramagno.

Diciotto buche sono tante e lo sai bene. Se non fosse per la forte e smisurata passione per il gioco e il grado così elevato di soddisfazione personale che ti pervade, sfidare te stesso ogni santa volta sul campo di gara sarebbe un onere assai gravoso.

Il golf nella testa

Sonja Caramagno in azione con un allievo

E’ alla fine della gara poi, che raccogli tutti i cocci, come si dice a Roma. Conclusa la diciottesima buca, ti accompagna la consapevolezza che quelli saranno stati gli ultimi colpi della giornata. E, in particolare, l’ultimo colpo in assoluto ha il sapore del distacco da qualcosa o – capita a volte – di sana liberazione. Ecco è li, proprio in quel momento su cui voglio focalizzare l’attenzione: in quel preciso istante in cui raccogli la pallina dalla buca dell’ultimo green tu hai l’oro in mano.

E’ li che sento ogni giocatore sintetizzare tutta la gara con un “è andata bene”, “le prime nove sotto il par, le seconde nove un disastro!”, “dove avevo la testa oggi?”, “le ho imbucate tutte!”. E poi, che succede? Ti sei mai chiesto su cosa focalizzare la tua attenzione per raccogliere il massimo dall’esperienza appena vissuta? Sì perché la gara di golf è un’esperienza nel vero senso della parola. E ogni esperienza crea nuove consapevolezze, ma solo se portate alla luce e osservate.  

Ti chiedo pertanto: “Cosa hai sentito durante la gara, cosa hai provato? Quali sensazioni? Quali sentimenti?” Raccogli tutto ciò che hai sentito e osservalo dall’esterno, senza giudizio ma solo con una lente di ingrandimento. Alla fine fai una bella fotografia. “Così ti piace? Cambieresti qualcosa? Cosa in particolare?” Ora, riparti da quella fotografia alla tua prossima gara, e se vuoi cambiarne un pezzettino rimodella nella tua testa l’oggetto su cui intendi lavorare. “E’ il respiro? È la convinzione? È il coraggio?” Qualsiasi cosa sia, vedrai che con pazienza, osservazione e applicazione certosina, in breve tempo, potrai tenere in mano una fotografia nuova.

E poi alla fine ringrazia sempre il gioco del golf, l’Università della vita secondo il maestro dei coach Tim Gallwey. Il golf infatti lo è a tutto tondo. “Da ogni gara ne uscirai sempre cambiato rispetto a come ne sei entrato. Oro nelle tue mani”

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