Un successo il giorno intero con Costantino Rocca: all’Albenza il “Rocca’s Spirit of the game”

di Sauro Legramandi – Twitter: @sauro71

Chiunque giochi a golf conosce lo Spirit of the game. Solo chi vive un’intera giornata all’Albenza con Costantino conosce a fondo il Rocca’s Spirit of the game. Trattasi di un modo diverso di approcciarsi (mai termine fu più azzeccato) a questo sport e ne si ha la prova da due anni a questa parte al Rocca Day, una full immersion nel mondo del più grande giocatore italiano. Rocca e famiglia accolgono con simpatia e disponibilità un centinaio di dilettanti (tra loro campioni dello sport come Muck Mair e Genny Di Napoli e cantanti come Mal) nel circolo orobico e li fanno sentire a casa perché il loro golf è lontano anni luce da esasperazione e frenesia.

Costantino Rocca

ALMENNO SAN BARTOLOMEO (Bg) – Rocca e i “suoi” amateur

Da queste parti Rocca parla del suo golf, di un golf figlio di fatica e dedizione. Un golf giocoforza diverso da quello visto nello scorso weekend all’Open d’Italia ma che affascina sempre e comunque, a prescindere da risultati ed handicap di gioco. Il golf secondo Rocca è semplice, forse troppo: “Il movimento perfetto di un giocatore in campo è quello del pendolo – dice sotto il sole cocente di un lunedì estivo di settembre – ma se quel movimento non viene mai provato in campo pratica difficile che riesca in gara”.

E lo racconta dopo che il centinaio di giocatori si è rilassato (o “connesso” per usare un termine tecnico) in una seduta di yoga per il golf, tenuta dagli insegnanti Stefano Butti e Mariangels Puijol. Respirazione e ossigenazione del sangue servono per preparare al meglio corpo e mente… per ascoltare Costantino Rocca mentre spiega il gioco lungo e il gioco corto.

RoccaDay 2016

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Che il RoccaDay abbia inizio

Dal campo pratica dell’Albenza che ha cambiato la sua vita (la casa dei suoi genitori guardava dall’alto quel campo di allenamento), il campione bergamasco dispensa insegnamenti e risposte ai dubbi di chi gioca 36 buche ogni weekend o di chi l’importante-è-partecipare (leggasi il team di terza categoria partito dalla buca 1 del percorso rosso). E un’ora dopo tutti sull’altra metà del cielo golfistico: dritte dal bunker e dal putting green dove per l’ennesima volta Rocca dimostra che il golf, dopo tutto, è bello perché è vario. Ognuno infatti vede il medesimo movimento a modo suo, apprezzando o temendo la faccia del sand iron o chiedendo se sia meglio puttare colpendo con la parte centrale del putter o preferendo i lati.

Poi liberi tutti: un momento conviviale (Lorenzo Rota lo chef) e tanta voglia di mettere in pratica il verbo di Costantino Rocca. Peccato che tra il dire e il colpire ci sia di mezzo il mare. Ma stavolta non fa davvero differenza: questo è il Rocca Day, l’importante è stare in allegria tra un par 3 chilometrico e un par 5 da free-climber.

Alle 13.30 la sirena dà inizio alle danze in versione shotgun: qualcuno fa fluttuare in cielo un drive da 180/200 metri, qualcun altro oscilla da un lato all’altro della buca a caccia della pallina sperduta nel verde (leggasi ancora una volta il team di terza categoria partito dalla buca 1 del percorso rosso). Seguono nove buche di passione e sole cocente con Rocca che ogni tanto fa capolino per una battuta o una foto.

Costantino Rocca

ALMENNO SAN BARTOLOMEO – Rocca in bunker

Alle cinque della sera il meritato riposo a bordo piscina, indecisi tra un calice di vino bianco o un gelato.

Quindi l’ultimo omaggio alla competizione con la lettura dei vincitori categoria per categoria chiamati a sfidare il padrone di casa nei vari skills (tre su quattro componenti di quel team partito dalla buca 1 del percorso rosso avevano improrogabili impegni e hanno declinato il gentile invito).

Poi il golf è passato in secondo piano. Cena e musica (cantano Mal e il bergamasco Vava77) al ristorante Camoretti fino a serata inoltrata con Rocca e famiglia campioni di simpatia e disponibilità. Ossia proprio com’era iniziata la giornata. Con il Rocca’s Spirit of the game.

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