Il golf nella testa / 4 – Il segreto del putt autentico

Agonisticamente parlando, un bel tee shot da 150 metri ha lo stesso peso di un brutto putt da 1,5 metri. Perché spesso ognuno di noi lavora solo sul primo e quasi mai sul secondo?

E’ questo il tema che affrontiamo oggi nella rubrica “Il golf nella testa”, una serie di lezioni e approfondimenti curati dalla mental coach Sonja Caramagno.

Green raggiunto, ti accingi a prendere il tuo putter sistemato con cura nella sacca. Adesso tocca a lui, è il suo turno. Sei ad un passo dal chiudere la buca, dal portare a casa un buon risultato. Gli stati d’animo che ti attraversano sono molteplici. Le aspettative sono tante, e la paura di sbagliare aleggia nell’aria e ti attraversa i pensieri. Stringi quindi la pallina, la maneggi con fare solerte, la appoggi sul terreno. Prendi la linea. Sfoggi una tecnica provata e riprovata con il maestro nel putting green la settimana precedente. Ti chiudi in una sorta di concentrazione monacale, un ultimo sguardo alla buca e lasci andare il movimento.

Golf nella testa

Questa pallina finirà in buca? E’ questo il “putt autentico”?

Al di là del risultato finale e del numero di volte con cui avrai puttato, i commenti più in voga che ho il piacere di ascoltare da questo momento in poi sono: “Oggi non ne imbuco uno!” oppure “E’ da un mese che soffro il green!“. O ancora “In campo pratica sono un mostro, qui invece faccio casino anche dalla corta distanza”.

La domanda che ti pongo è: di chi sono quelle mani che stringono il grip? Cosa succederà se non avrai puttato bene? Qual è il vero significato che sta dietro a quel putt?”.

La tua mente può prendere il sopravvento, nonostante tu riconosca di aver tirato mille colpi simili a quello. Mai uguali, vero, ma il putt non è cambiato e la tecnica è sempre la tua. Il punto è che stai vestendo un abito più pesante e più scuro. Come se avessi addosso una pelliccia in piena estate! La paura di fare un buon colpo supera spesso la gioia di imbucare e le aspettative di agguantare un birdie o un buon par hanno il potere di bloccare potenzialmente anche il tuo colpo migliore.

Dopo aver fatto la dovuta analisi quindi, sgancia quel colpo naturalmente, fai dondolare il tuo putt al ritmo del tuo respiro e lascia partire il colpo che senti. Cioè quello che ti rende un tutt’uno con il green e che ti aiuterà a raggiungere il tuo obiettivo dalla posizione in cui sei.

Riappropriati della tecnica che possiedi: come ben sai le tue mani sono più esperte di quanto lo sarà mai la tua testa. E come diceva qualcuno in un noto film, lascia andare il colpo autentico!


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