Annika Sörenstam, il golf mondiale riparte da una grande donna

di Francesca Galeano
Dal primo gennaio Annika Sörenstam è la prima donna presidente dell’International Golf Federation. Una golfista (svedese di nascita naturalizzata americana nel 2006) al vertice del massimo organismo mondiale che gestisce movimento olimpico e paraolimpico. Un incarico che arriva nell’anno dei Giochi dove il golf torna come disciplina ufficiale dopo il ritorno a Rio de Janeiro.

Annika Sörenstam entra nell’organizzazione in corsa, a pochi mesi dall’inizio da Tokyo 2021. L’evento sportivo più seguito al mondo, nonostante sia slittato di un anno a causa del Covid-19, non potrà essere non influenzato dalle problematiche organizzative legate alla coda (speriamo sia tale per allora) di una pandemia. Annika dovrà inoltre incoraggiare le star a partecipare ai Giochi visto che la passata edizione è stata snobbata da più di un campione. Visto e considerato che lei nella sua vita si è spinta diverse volte oltre ogni limite non vi sono dubbi che sia la persona adatta per ricoprire questo.

Parliamo dell’unica donna ad aver girato in 59 colpi, pluripremiata campionessa e detentrice di diversi record. Ma la svedese non è solo una campionessa. E’ una persona capace, un imprenditrice di successo, una madre, una moglie e una benefattrice.

Annika Sörenstam in campo

A soli 50 anni Annika vanta 89 titoli in carriera, di cui dieci major. Per lei oltre 22 milioni di dollari di guadagni nella sola carriera sportiva. E’ stata la prima donna a competere in una gara del PGA Tour, ha la miglior media di sempre nel 2001 (69,42) ed entrata a far parte della World of Fame nel 2003.

OLBIA Annika Sorenstam in una golf clinic al The Costa Smeralda Invitational 2017 al Pevero (Foto di Tony Marshall/Getty Images for Professional Sports Group)

OLBIA Annika Sorenstam in una golf clinic al The Costa Smeralda Invitational 2017 al Pevero (Foto di Tony Marshall/Getty Images for Professional Sports Group)

Nonostante gli innumerevoli premi e riconoscimenti la Sörenstam è rimasta sorpresa quando lo scorso anno alla fine di un giro al Trump National l’allora presidente le comunicò che sarebbe stata la prima golfista naturalizzata americana a ricevere la Presidential Medal of Freedom. Negli Stati Uniti è la più alta onorificenza che un civile possa ricevere. Con lei fu premiato anche Gary Player.

Annika Foundation

Ma la cosa che per me rende questa donna straordinaria è l’impegno nella realizzazione e nel successo della sua fondazione. L’Annika Foundation insegna ai bambini l’importanza di una vita sana, di uno stile di vita attivo attraverso il fitness e l’alimentazione. Non solo: la fondazione sostiene i giovani golfisti offrendo loro l’opportunità di realizzare i loro sogni. La campionessa, ritiratasi nel 2008 all’apice della sua carriera, si è impegnata nella diffusione del golf tra i giovani di tutto il mondo. Per sua stessa ammissione questo è il suo modo di dare qualcosa in cambio del tanto che aveva ricevuto grazie al golf.

La svedese non si tira mai indietro, neanche nel dare consigli alle giovani campionesse. Ne sa qualcosa la nostra Virginia Elena Carta a cui la campionessa ha messo a disposizione la propria esperienza.

Un idolo, tre golfisti

Annika è anche una brillante imprenditrice. Oltre a disegnare campi di golf, di cui uno in collaborazione con Arnold Palmer, ha creato una linea di abbigliamento sportivo, investito nella produzione di vino e scritto diversi libri (e non solo di golf).

RANCHO MIRAGE (CALIFORNIA) Annika Sorenstam durante la conferenza stampa dove viene nominata capitano 2017 di Solheim Cup (Foto di David Cannon/Getty Images/AFP)

RANCHO MIRAGE (CALIFORNIA) Annika Sorenstam durante la conferenza stampa dove viene nominata capitano 2017 di Solheim Cup (Foto di David Cannon/Getty Images/AFP).

Se le chiedete a quale campione si sia ispirata vi risponderà che il golf femminile a quell’epoca era praticamente inesistente. Lei non aveva davvero un campione preferito ma che se proprio deve dare una preferenza un nome non le basta ne deve fare almeno tre. Seve di cui tanto avrebbe voluto il gioco corto, quindi la perseveranza e la pazienza di Bernhard Langer (che lei stessa definisce “il ragazzo che non si arrende mai”) e infine la forza di Greg Norman.

Non ho dubbi nell’affermare che per me Annika Sörenstam non possa che essere una fonte di ispirazione sia come giocatrice che come persona. Le auguro un grande in bocca a lupo per la sua nuova avventura.


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