Francesco Molinari: più intensità in campo pratica e palestra. E dopo i Major… le Olimpiadi

Ad una manciata di giorni dal via dell’Open d’Italia 2019 che lo vedrà protagonista Francesco Molinari si racconta. Ripercorre la stagione successiva a quel favoloso 2018 e, soprattutto, guarda avanti tra PGA e Olimpiadi.

AUGUSTA Francesco Molinari nel giro di prova al Masters lo scorso 8 aprile (Foto David Cannon/Getty Images/AFP)

AUGUSTA Francesco Molinari nel giro di prova al Masters lo scorso 8 aprile (Foto David Cannon/Getty Images/AFP)

Francesco Molinari, nel 2019 cos’è cambiato rispetto alle stagioni precedenti? Com’è stato l’intero processo di cambiamento?

“I cambiamenti più grandi sono arrivati dopo l’anno scorso, comunque. Per i successi del 2018 ho ottenuto più visibilità, una visibilità cresciuta anche all’inizio di questa stagione con la vittoria all’Arnold Palmer. Dopo questi mesi c’è stato sicuramente un cambio di visibilità che vuol dire comunque meno tempo per prepararsi e più tempo da dedicare ad altre cose. Per cui questa è un po’ la sfida della stagione in corso e della stagione a venire”.

C’è qualcosa di positivo in tutta questa attenzione? Le toglie tempo?

“Dipende dalla personalità di ciascuno. Per me, onestamente, di positivo non c’è molto, però sto cercando comunque di abituarmi alle tempistiche nuove e fare del mio meglio per continuare il percorso di miglioramento iniziato qualche anno fa. Quest’anno, poi, ho anche giocato un po’ poco. Ho anche ho iniziato la stagione tardi. Mi sono ammalato quando avrei dovuto giocare a Los Angeles, non ho giocato a Memphis… Per cui l’anno prossimo, probabilmente, qualche torneo in più lo farò”.

Le è cambiata la vita nel gioco come professionista. È cambiata anche la vita personale?

“No, quello no, perché comunque vivendo in un Paese straniero la vita non cambia. Poi Londra è una città dove accadono tante cose, ci tante persone famose in tutti i vari settori, dallo sport al teatro… No, la vita privata di Francesco Molinari, diciamo, non è cambiata per nulla”.

DUBAI Francesco Molinari dopo la vittoria nella Race to Dubai al Jumeirah Golf Estates il 18 novembre 2018 (Photo by KARIM SAHIB / AFP)

DUBAI Francesco Molinari dopo la vittoria nella Race to Dubai al Jumeirah Golf Estates il 18 novembre 2018 (Photo by KARIM SAHIB / AFP)

L’anno scorso ha giocato un solo torneo d’autunno, vero?

“Sì, ero stanco e ho cercato di riposare il più possibile. Avevo comunque in testa l’obiettivo della Race to Dubai. Ero primo e volevo cercare di finire la stagione primo. Quest’anno avrei voluto giocare magari anche tre tornei del PGA Tour prima di Natale però, per come ho programmato la stagione e per il fatto che l’Open d’Italia è vicino ai tornei in Asia era complicato giocarne tre. Volevo giocarne almeno due e alla fine, andando quasi per esclusione, quello a cui era più facile partecipare era il Safeway. E’ un torneo che ho visto in televisione parecchie volte, con un campo che mi sembrava si potesse adattare bene alle mie caratteristiche e quindi ero anche curioso di venire a Napa per il Safeway Open“.

Francesco Molinari tra Pga e Olimpiadi

Ai Major Francesco Molinari ha sempre giocato meglio. Come fa a tenere alta la tensione in tutte le gare del calendario?

“Non è facile sicuramente. Una delle cose cambiate è il modo in cui partecipo ai tornei del Grande Slam. Nel senso: dopo averne vinto uno ovviamente c’è il sogno e l’obiettivo di vincerne altri prendendo coscienza del fatto che posso farlo, avendolo già fatto. Prima, ci speravi in un trionfo: vai ai Major cercando di giocare bene ma con qualche pressione in meno. Quest’anno sicuramente forse ho sbagliato a giocare quasi sempre la settimana dopo i Major. E, appunto, giocando lo Slam con una certa aspettativa, è naturale che la settimana dopo ci sia un calo di energie e di concentrazione. L’anno prossimo cercherò per quanto possibile di programmarmi magari per giocare di più prima e meno dopo i Major.

PEBBLE BEACH Francesco Molinari nel terzo giro dello U.S. Open il 15 giugno 2019 (foto Ezra Shaw/Getty Images/AFP).

PEBBLE BEACH Francesco Molinari nel terzo giro dello U.S. Open il 15 giugno 2019 (foto Ezra Shaw/Getty Images/AFP).

Se dovesse pensare ai cambiamenti, agli assetti più importanti per questa stagione, cosa crede che Francesco Molinari dovrebbe resettare?

“Devo dare di più, anche se ci sono più commitments, più cose varie da fare con media e sponsor. Quelle cose non posso controllarle, però forse quest’anno spesso ho dato loro mentalmente troppa attenzione, frenando un po’ sugli allenamenti. Pensavo a mantenere le energie. Invece forse l’anno prossimo cercherò di spingermi un po’ di più, di allenarmi come mi allenavo l’anno scorso, anche se ci saranno sempre giornalisti e sponsor. Quindi il cambiamento più grande che vorrei cercare di fare è quello: tornare ad allenarmi in campo pratica, in palestra, con l’intensità che avevo l’anno scorso“.

Quali sono i tornei che aspetta con più ansia? Tornerà al Masters?

“Certo, tornerò al Grande Slam in genere, e al Masters che, dopo quest’anno, sarà una bella occasione. Tornare e cercare di farlo bene. Poi vediamo, ci sono ovviamente molti fattori, non è facile trovarsi di nuovo a contendere la vittoria quel week end, però sarebbe bello avere di nuovo una chance, un’altra opportunità. In generale, penso ai tornei del Grand Slam. C’è il PGA ad Harding Park, un campo dove ho giocato in passato, il Match Play che mi piace molto  e lo U.S. Open a Winged Foot dove non ho mai giocato ma sono curioso. E poi anche le Olimpiadi, ovviamente. Sono un obiettivo abbastanza importante, specialmente per uno come me che è già avanti con gli anni. Avrò quest’occasione e semmai un’altra, però non ci saranno molte Olimpiadi nel mio futuro quindi sarebbe bello provarci con tutto me stesso”.

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